Dal #3 2021 di 4outdoor magazine l’intervista a Sara Quatela sul progetto *Herbarium
Intervista di: Eva Toschi
Foto: archivio Sara Quatela
Ogni cosa che facciamo è una traccia che lasciamo. Le tracce di Sara Quatela, ideatrice e anima di *Herbarium, sono disegni in cammino che evolvono con lei e con l’ambiente in cui fioriscono. Nato dall’esigenza di esprimersi e portare ossigeno alla città, *Herbarium è un progetto creativo che cerca di far luce sul ruolo, l’attualità e il fascino delle biodiversità naturali. Un germoglio di speranza che va scoperto, amato e curato.
Ciao Sara, come è nata la tua passione per il disegno?
La mia passione per il disegno penso sia cresciuta in me fin da quando ero piccina.
Osservo mia mamma disegnare, dipingere e creare, da sempre è stata una grande ispirazione per me, non tanto per la modalità del disegno, ma più per la sua propensione all’essere creativa. Prima che a disegnare infatti mi è stato da lei insegnato ad osservare, a rielaborare e inventare.
Ero sempre circondata da sfumature infinite di colori e da fogli bianchi, che con il tempo sono diventati tele e poi muri. La libertà di esprimermi attraverso la mia creatività è ciò che maggiormente mi porto dentro.
Negli ultimi anni si è più concretizzata nel disegno ma ciò che mi appassiona è poter creare con le mie mani e i miei occhi e seguire ciò che sento o voglio raccontare trovando il mio modo per farlo attraverso composizioni artistiche.
Arte e natura: qual è il legame e come lo esprimi?
Arte e natura per me sono due cose strettamente interconnesse. Vivono e respirano con me.
Assaporo la bellezza della natura quotidianamente e l’arte è il mio modo di darle voce ed esprimere ciò che vivo con e in essa.
Mi affascina la sua delicatezza e la semplicità che racchiude nel suo essere. All’inizio cercavo di illustrarla solamente tramite delle linee, per poterla mostrare in modo armonico e delicato nelle sue forme e nei suoi movimenti. Negli ultimi mesi invece anche le sue cromie hanno iniziato ad entrare timidamente nei miei disegni e donano un livello di lettura aggiuntivo al disegno.
Cos’è *Herbarium e come è nato?
*Herbarium è un germoglio: un germoglio di speranza per un futuro più sensibile al mondo vegetale che ci circonda.
È un progetto creativo che cerca di far luce sul ruolo, l’attualità e il fascino delle biodiversità naturali e cerca di renderci consapevoli della ricchezza naturale in cui viviamo e di cui tutti dovremmo prenderci cura. Tutto nasce dall’esigenza di esprimersi e di “portare ossigeno” alla città, dove presi dalla frenesia quotidiana non ci soffermiamo più sulla bellezza delle cose semplici.
Così, con un gesso ho disegnato per la prima volta lungo le strade di Bologna e poi da lì in altre città, tra cui Lisbona, per distogliere l’attenzione dalla nostra routine quotidiana, lasciando fiorire muri e strade.
In seguito i progetto si è ramificato su altri supporti come il vetro, la carta e il metallo, cercando di animare oggetti di uso quotidiano come tazze da tè, teiere e piatti.
Una migliore espressione del mio intento, però, è un disegno creato camminando sulla neve: è un’esortazione a riflettere su quale traccia stiamo lasciando e cosa possiamo cambiare passo dopo passo, in modo che da lontano potremo vederne i risultati.
Ogni specie ha una storia che in qualche modo coinvolge sempre la nostra: questo è il mio modo di raccontarla!
Qual è la superficie sulla quale ti piace di più disegnare/dipingere?
*Herbarium è un progetto artistico che evolve con me ed è in continua trasformazione. Non ho un supporto preferito, perché generalmente mi piace cambiare e adattare il progetto a nuove modalità espressive. È iniziato su carta per poi svilupparsi in grande sul cemento e i muri e da lì è stato un crescendo di nuovi supporti.
Sui fogli posso curare maggiormente i dettagli e alternare linee di spessore diverso per creare varie profondità, sul vetro invece c’è l’effetto trasparenza che permette di avere dei giochi di luce e sovrapposizione particolari, sulle strade, i muri e le rocce il gessetto scorre libero senza limiti e mi regala un senso di libertà maggiore.
Ogni supporto racchiude la sua bellezza e sono sempre alla ricerca di quale potrebbe essere il prossimo e in che modo poterlo far “parlare” tramite le illustrazioni.
Spesso disegni con il gesso in posti dove dopo poco il tuo disegno sparirà. In un mondo dove tutti vogliono lasciare il segno del proprio passaggio, qual è il tuo rapporto con l’arte effimera?
Penso che il segno vada lasciato con delicatezza ed è per questo che *Herbarium, in alcunicasi, vuol essere un disegno momentaneo. Vorrei lasciare la traccia, ma non il segno indelebile sulle cose. Mi piace l’idea che il disegno cambi nel tempo e che venga portato via dal vento, dall’acqua e dalle persone che camminano.
Tutto è in costante movimento: cambiano le stagioni, le piante e i fiori e le illustrazioni seguono questo ciclo e si integrano con esse. Ho scelto il gesso per le grandi illustrazioni, perché è composto da un elemento naturale, quindi non inquina, e perché lascia un segno delicato e sottile segnando il passaggio di *Herbarium e veicolando un messaggio momentaneo.
I tuoi disegni mi fanno pensare che traghettino un messaggio da parte delle piante. Cosa hanno da raccontarci/insegnarci le specie vegetali?
Le specie vegetali hanno moltissimo da insegnarci, dobbiamo solo imparare ad osservarle. Stefano Mancuso racconta nel suo libro “L’incredibile viaggio delle piante” tante storie di piante e di come siano riuscite a viaggiare nello spazio, migrando in luoghi lontanissimi, e qualche volta anche nel tempo, germogliando a secoli di distanza.
Sono storie di piante solitarie, fuggitive, reduci e pioniere. La loro capacità di adattamento e resistenza ad ambienti sempre più avversi dovrebbe essere fonte di ispirazione per noi e dovrebbe anche farci riflettere su come la nostra impronta stia modificando il loro equilibrio.
Nel libro viene raccontata la storia degli “Hibakujumoku”, gli “alberi reduci della bomba atomica” del 6 agosto 1945 ad Hiroshima e ho scelto di illustrarle in questo fragile periodo storico per dare un messaggio di speranza e forza.
Ho realizzato una serie di illustrazioni che ho declinato su fotografie paesaggistiche, cercando di legare la storia di quel luogo con la storia della pianta rappresentata. Tra gli “Hibakujumoku” c’è anche una delle piante a cui sono più legata: il * Ginkgo biloba.
Questa specie vegetale è stata piantata dai miei genitori quando ero piccola e mi ha
sempre affascinato moltissimo per la particolarità e la danza delicata della sua foglia quando cade. Se dovessi identificarmi con una pianta sceglierei questa, per la sua fragilità e resilienza.
Non sono un’esperta botanica, ma il loro mondo, interconnesso con il nostro, mi affascina e incuriosisce moltissimo.
*Herbarium è il mio modo di scoprirlo, di imparare ad apprezzarlo e di dargli voce. Riuscire a raggiungere altri e a comunicare tramite la mia “arte” è una soddisfazione grandissima. Ho conosciuto persone molto interessanti e curiose tramite questo progetto e ciò è stato ed è una grande forza. È linfa.
Che progetti stai seguendo in questo momento e cosa bolle nella pentola
di Herbarium?
Attualmente con *Herbarium sto portando avanti una collaborazione con i ragazzi di “FairEnough”, progetto che promuove moda etica, una ricerca consapevole per trovare qualcosa che sia “giusto abbastanza” anche nell’abbigliamento.
Le loro stampe sono realizzate in serigrafia artigianale dai detenuti e dalle detenute del carcere Lorusso Cutugno.
Una delle cose che apprezzo di più di *Herbarium è che dà la possibilità di entrare in contatto con persone con valori simili e che cercano nel piccolo o nel grande di lasciare il proprio segno. Ognuno ha la sua parte e ognuno può impegnarsi in qualche progetto che sente proprio, per cambiare le cose o anche semplicemente per imparare a vederle in un modo nuovo.
Questo è stato uno di questi incontri che si sta ramificando.
Tra gli altri progetti che crescono come edera c’è anche quello in Wild Country, brand di arrampicata per cui lavoro e per cui sto iniziando a seguire l’abbigliamento. Alcuni capi della collezione SS22, che uscirà il prossimo anno, saranno infatti caratterizzati dalle illustrazioni * Herbarium, che si fioriscono tono su tono con delicatezza. Cerco di mettere me stessa e lasciar un segno fine in ciò che faccio e questa è stata una grande soddisfazione.
A breve vorrei dedicarmi ad alcune specie vegetali con storie interessanti che mi hanno affascinato moltissimo e sto cercando un modo per renderle visivamente con le illustrazioni.
Negli ultimi mesi inoltre, come accennavo precedentemente, ho iniziato a dipingere.
Il mondo degli acquarelli e dei pigmenti naturali offre una possibilità cromatica vastissima e anche qui, come un po’ in tutto, faccio fatica ad attenermi ai normali “corsi”, ma preferisco sperimentare da sola per trovare il mio modo e la mia strada, quindi attualmente direi che sono in una fase di scoperta.
Da quando ho iniziato il progetto *Herbarium ci sono stati periodi creativi e altri meno e alcune cose nella mia vita sono cambiate e stanno cambiando.
È un flusso non costante, ma in costante evoluzione. Ciò che mi preme maggiormente è creare ed esprimere qualcosa di autentico, quindi cerco di non farmi sopraffare se per qualche motivo non è sempre costante la creatività nel progetto, perché sono certa che se è sentito, torna e rifiorisce nuovamente.
Segui *Herbarium su IG @saraquatela @herbarium_life