Testo e foto: Richard Felderer
La nostra outdoor experience insieme a Fiat Qubo e Doblò ha fatto tappa in Francia. Siamo andati all a scoperta di un paradiso naturalistico, vero El dorado per tutte le attività outdoor.
Chiamato a fare un test drive per gli “action sports” mi chiedevo, mentre guidavo, cosa fossero gli action sports. Probabilmente è una contraddizione in termini, un ossimoro o giù di lì. Intanto i chilometri scorrono veloci e leggeri sotto le gomme del mio Doblò, che si rivela comodo e spazioso quanto basta per ospitare un guidatore, due passeggeri e relativi bagagli. Non quelli di un week end fuori porta.
La destinazione è il mitico parco del Verdon, a giudizio di chi vi scrive, uno dei posti più belli d’Europa, teatro possibile di qualsiasi attività sportiva all’aperto ci venga in mente praticare. Arrampicata, bici, corsa, canoa, rafting, basejump, bungee… Abbastanza “action”? Se solo non fosse per i continui pedaggi che stressano l’anima e non solo fino a Nizza… I miei passeggeri dormono profondamente, io penso agli action sports, agli sport senza action, sorrido, e mi perdo nelle strade che portano nel cuore della Provenza. In un attimo dimentichiamo lo splendore della Costa Azzurra, la depressione del suo immediato entroterra, la speculazione edilizia che ci accomuna con i francesi, per entrare in valli erose da fiumi maestosi e dai colori accesi, quasi disabitate dove a ogni curva cambia il panorama. Devo solo abituarmi alle mille tasche, vani e spazi di questo mezzo! Mi aspettavo un mezzo commerciale riadattato e invece ho uno strumento di trasferta capiente e allo stesso tempo piacevole e molto più raffinato di quello che potevo pensare. Sono assonnato e, arrivati in albergo, scarichiamo quello che serve per dormire e lavarsi i denti. Domai è un altro giorno: un giorno di “action”.
Lungo la strada che costeggia la Rive Gauche, da La Palud al lago di Saint Croix, immortalo gli spazi, le emozioni e i colori della Provenza!
Banale? Beh, forse si, ma ci passerete anche voi e farete lo stesso! Per scalare il Verdon non ha bisogno di presentazioni. Non è che qui sia nata l’arrampicata sportiva, ma di sicuro molte delle sue tappe fondamentali passano per l’incredibile teoria di appigli che si sviluppa su queste rocce. Qui ci si perde nel vuoto, e si rischia di fare come nella celebre fiaba dell’asino che non sa scegliere tra biada e avena e muore di fame! Ci sono talmente tante vie e pareti che perdersi nel troppo è un attimo! Quindi consiglio di arrivare con le idee ben chiare e di
non farsi indurre in tentazione! Ce ne sono troppe!
Quindi buttate le vostre doppie sulla linea prescelta, calatevi e risalite. Il giocoarrampicata del Verdon è così. Ma… occhio al grado, le prese non sono mai generose e bisogna sempre lottare per conquistare la successiva, prima di ingaggiarvi al limite delle vostre possibilità teoriche, fate un paio di tiri per calibrare la scala delle ambizioni! Se il tempo lo permette, o se mogli, figli, fidanzate o amici petulanti non hanno richieste particolari, in Verdon si può comunque fare di tutto! Mollato il gear per la scalata, potete fare come noi, prendere la bici o ancora meglio gonfiare il vostro SUP e farvi un giretto sia dopo l’Imbuto appena sotto Point Sublime, buttando un occhio dove
normalmente non si va e approfittandone per un tuffo corroborante, che dopo una caldata in parete è sempre un piacere! Le acque del fiume non sono per niente fredde già a inizio stagione, verso fine aprile/maggio un tuffo si può sempre pensare di farlo.
Il bagno magari è eccessivo, ma il cosiddetto “puccio/biscotto” si può sempre fare. O se l’aria è più fresca, e l’acqua non è il vostro elemento, allora, come dicevamo prima, tirate fuori la bici, strada o MTB (ops, scusate, da queste parti è VTT !) ce n’è per ogni gusto, dal pacifico trail sulla rive gauche a impegnativi DH al limite del possibile lungo le dorsali delle colline provenzali. O se per finire non volete congestionare come abbiamo fatto noi coi nostri mezzi, un paio di scarpe da trail e vi potete perdere per giri da 2 a 70 ore! Dimenticavo! I nostri mezzi! Se non ne abbiamo quasi parlato è perché… vanno bene e fanno quello che devono fare senza nessun’incertezza. Quindi comodità, capacità di carico, consumi parchi, emissioni bassissime… Agilità di manovra per carico e scarico dei passeggeri e dei metri cubi di attrezzatura che avevamo con noi, borse foto, corde, tavole e bici. Semplice, no?
Info geologiche
Le gole solcate dal fiume Verdon, le Goeges, sono di dimensioni impressionanti: 21 km di lunghezza dove capita che la profondità rispetto alla sommità di rilievo sia oltre i 700 metri. Il fiume è famoso per la sua portata e soprattutto per il suo colore verde smeraldo, e taglia delle rocce calcaree a tratti anche fossilifere. La sua genesi comincia
5 milioni di anni fa, appena dopo il ritiro delle acque marine dovuto all’innalzamento della placca alpina delle alpi marittime.
Info turistiche
I posti migliori per dormire sono La Palud, il centro nevralgico del Verdon, Moustiers, Aiguines o Castellane. Si tratta di piccoli centri provenzali, bellissimi, quasi incantati. Qui troverete campeggi, Gite d’Etapes, alberghi di ogni categoria. I prezzi variano a seconda della stagione, ma potete pensare di pernottare a mezza pensione a partire dai 40/50 euro cad. Un posto che è una chicca è lo chalet de la Maline, lungo la route de Cretes. La stagione migliore è l’autunno e la primavera. D’estate può fare abbastanza caldo, ma la sua quota regala comunque serate fresche. L’inverno è freddo, con clima submontano.
Itinerari, tour guida ti e noleggio bici
www.lesgorgesduverdon.fr
www.vtt.alpes-haute-provence.fr
www.verdon-vtt.com
www.vttour.com
Le nostre impressioni
Riguardo a Doblò Natural Power, il fatto di aver frequentato Scienze Ambientali mi rende partigiano, ma viaggiare senza praticamente inquinare per me è già un lusso. Lo so, c’è conflitto d’interessi.
Fatevene una ragione!
Quindi provate a farci entrare amici dal bagaglio ingombrante, a caricarlo all’inverosimile, a chiudere il portellone senza ingaggiare la solita partita a tetris con le borse, e a partire. Il viaggio è morbido e confortevole, silenzioso; si possono sistemare un sacco di oggetti nei vani più o meno invisibili (soprattutto per chi guarda da fuori!) e sbaraccare la macchina in pochi secondi per prendere il largo! I volumi sono da furgone, ma gli ingombri e la maneggevolezza da berlina, lo spazio sia davanti sia sulla poltrona posteriore (sdoppiabile) eramente abbondante. E poi non inquina… Qubo non ha forme e volumi comprensibili al primo sguardo. Le apparenze ingannano!
Sembra corto, ma è capiente, sembra massiccio, ma si rivela agile. In tre ci si viaggia alla grande. E per me l’equipaggiamento minimo è sempre uno zaino piccolo per i vestiti, due grossi per l’attrezzatura e, se si riesce, anche una bici! Per i miei amici pure. Se vogliamo portare due mtb, dobbiamo andare in due, ma allora ci serviamo
anche del ”muletto”. Ribaltati i sedili, spazio ce n’è. Non mi piace avere oggetti fuori dall’abitacolo. Nelle strade del Verdon Qubo si muove agile, si parcheggia bene anche negli anfratti più piccoli con sorprendente maneggevolezza. Scatta quando deve farlo, sfidando la cilindrata e i volumi di carico, e dal benzinaio si comporta meglio di una bella ragazza al ristorante! Abbiamo percorso 1.500 km in tre giorni a tutto carico e a tutto sport. Accessibilità perfetta, bagagliaio che in verticale si può ”farcire” con volumi impressionanti, sedili sdoppiati per alloggiare il passeggero più importante: la bici!
Info tecniche
Fiat Qubo, nonostante la lunghezza di 3,96 metri da urban car, offr un bagagliaio la cui volumetria massima arriva a 2.500 litri. Lo spazio interno è personalizzabile grazie ai sedili posteriore regolabili su 16 differenti posizioni. La plancia anteriore è poi disegnata per la massima praticità e funzionalità. La vettura può essere dotata sul tetto di barre longitudinali su cui installare i porta canoe, sci, tavole da surf o snowboard e biciclette. La versione Trekking da noi utilizzata presenta una caratterizzazione off road con assetto rialzato, scudo protettivo su paraurti frontale e posteriore e dispositivo traction plus. Doblò garantisce, sino a 3.200 litri di volume massimo di bagagliaio e, come Qubo, può essere accessoriato con le barre da tetto, elementi da rifinire con i supporti per l’attrezzo da sport preferito.