Questa mattina, insieme ad un gruppo di fan mi sono recato alla sede della Canottieri Milano per fare il tifo a Ivana Di Martino. 45 anni, Monzese di nascita, milanese d’adozione, Ivana è stata 4 anni fa vittima di un’aggressione sui Navigli in pieno giorno. Un evento terribile, che l’ha spinta con estrema determinazione a difendere i più deboli, attraverso iniziative legate al running. Partita alle 8,30 in punto, Ivana correrà senza sosta sino a Bruxelles. Una follia di oltre 900 chilometri, corsa interamente per una buona causa, ovvero la fame nel Mondo. Come lei stessa spiega all’interno del sito http://www.ivanadimartino.com, il problema della fame è qualcosa che può essere a pochi passi da noi e non solo nel Terzo Mondo. Per sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica Ivana indossa ancora una volta i panni di paladina.
Ecco le sue parole: “Correrò per oltre 900 kilometri fino a Bruxelles. Una lunga corsa. Correrò per 13 giorni. Respirerò polvere. Sarò scoraggiata. Avrò sete e fame. Sarò stanca. Ma 13 giorni non sono niente se paragonati a 13 anni – o forse più – di sofferenza, mancanza di cibo, di sete, di fatica. Questa è la vita quotidiana di milioni di bambini che nel mondo sono sotto la soglia di povertà, bambini che non possono vivere come dovrebbero.
Pensiamo di sapere che cosa sia la povertà. Pensiamo di sapere dove sia e chi ne è colpito. Conosciamo le pubblicità che ci invitano a sostenere la scuola o il cibo di un bambino povero in un paese lontano da noi. Quello che molti non sanno, è che la povertà è un problema anche in Europa, qui da noi, nelle famiglie di amici o conoscenti.Purtroppo la povertà è la triste realtà di migliaia di famiglie europee e di milioni di bambini che vivono nelle nostre città. Questi bambini non hanno la fortuna di avere ogni giorno una casa riscaldata e un pranzo nutriente. Nel 2004, 122.3 milioni di persone, circa il 25% della popolazione europea era a rischio povertà o di esclusione sociale. In alcuni Stati membri la percentuale sale al 40%. Per i bambini la situazione è ancora più grave: il 27.8% sono esposti al rischio di povertà. E anche per loro le percentuali in alcuni Stati membri salgono al 40%.
E’ il futuro dell’Europa che è in gioco, per un bambino che cresce povero rimane povero per la vita. Sono una persona comune che parla ad altre persone. Sono una madre. Voglio il meglio per i miei tre bimbi. E sono sicura che i genitori meno fortunati vorrebbero lo stesso per i loro figli. Immaginate come possano sentirsi quando si rendono conto di non poterlo fare. Il messaggio che vi porto è grave perchè il problema è importante. Ma vi porto anche la speranza. La speranza della solidarietà. La speranza della ripresa. La speranza della soluzione. Le persone usano parole come eccezionale per descrivere quanto ho fatto. Ma sono una persona normale, come voi. E sono la prova che con il cuore e la forza di volontà, ognuno può fare cose eccezionali.
Durante la mia corsa attraverso l’Europa, incontrerò persone e organizzazioni che stanno facendo cose straordinarie per quei bambini. Incontrerò organizzazioni dei Banchi Alimentari e correrò per supportare anche la loro attività. La loro energia, la loro passione e gioia saranno la forza di cui ho bisogno per continuare a correre. Sono queste persone che mi rassicurano sul fatto che sapremo porre fine alla povertà, basta che altri si uniscano a noi per garantire che i bambini abbiano accesso al cibo, allo sport e al gioco in tutta Europa. Spero che mi seguirete nello sforzo di portare un pasto nutriente ai bambini dovunque essi siano. Mai tagliare il traguardo è stato così importante per me.”