Pubblicità

Jack Wolfskin e l’economia circolare

di - 01/03/2024

jack wolfskin

Quando l’industria tessile parla di materiali riciclati di solito si riferisce ai filati di fibre sintetiche prodotti con bottiglie di plastica riciclate, materiale utilizzato anche da Jack Wolfskin. Tuttavia, l’azienda pioniere della sostenibilità, con sede a Idstein in Germania, lavora con impegno costante per realizzare una vera economia circolare. L’obiettivo è infatti produrre capi altamente funzionali utilizzando abiti usati, oltre a residui di taglio e resti di materiale generati durante la produzione. Jack Wolfskin è riuscito a raggiungere questo obiettivo attraverso il concetto di “Textile to Textile“ realizzando la parte esterna di undici modelli della collezione estate 2024.

Il processo di riciclaggio “Textile to Textile“ prevede la rimozione dei materiali non tessili (es. cerniere) dai capi usati. Questi vengono poi trattati chimicamente insieme ai residui di taglio e trasformati in granulato di PET. Questo a sua volta, viene filato in fibre di poliestere. Il processo chimico rimuove anche i colori così il filato può essere poi ritinto. Il prodotto finale è un materiale riciclato che, per le sue caratteristiche, offre le stesse prestazioni del poliestere vergine a base di petrolio grezzo. La membrana Texapore Ecosphere, sviluppata da Jack Wolfskin, garantisce la massima protezione e un comfort ottimale ed è realizzata con gli scarti di produzione che vengono riutilizzati nel ciclo produttivo seguendo il concetto ‘zero waste’.

Per Jack Wolfskin funzionalità e sostenibilità vanno di pari passo, che si tratti di escursionisti o di pendolari in bicicletta nelle vie di città.