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Kiplagat, Boston è sua a 37 anni

di - 19/04/2017

La Boston Marathon disputata nel Lunedì di Pasquetta non ha tradito le attese offrendo molti spunti d’interesse a cominciare dalla prova femminile dove la due volte iridata kenyana Edna Kiplagat ha colto l’ennesima vittoria di una carriera da incorniciare laureandosi a 37 anni la più anziana vincitrice degli ultimi 40 anni della classica americana, alla sua 121esima edizione. A fare la corsa fino a ben oltre metà gara è stata l’americana Desirée Linden, sotto la cui spinta il gruppo si è andato sgretolando e a farne le spese è stata anche la favorita della vigilia, la campionessa uscente etiope Atsede Baysa. A tenere compagnia all’americana dopo 25 km erano le kenyane Kiplagat, Valentine Kipketer e Gladys Cherono e l’ex tale Rose Chelimo (Brn) insieme alla debuttante americana Jordan Hasay. La Kiplagat ha fatto la differenza dopo i 30 km con un miglio coperto in 4’50”, più veloce anche degli uomini. La gara a quel punto era solo contro il cronometro e la kenyana ha continuato a spingere su un percorso molto vallonato per chiudere in un notevole 2h21’52” staccando di 59” la Chelimo, ottima terza la Hasay, nome nuovo del mezzofondo a stelle e strisce, in 2h23’00” con la Linden comunque quarta in 2h25’06”.

La Kiplagat al traguardo (foto organizzatori)

Su Geoffrey Kirui, kenyano dal glorioso passato sui 10000, il tecnico italiano Renato Canova è pronto a scommettere da anni, ma a fronte di un ottimo PB di 2h06’27” non aveva ancora colto prima di Boston grandi successi sui 42,195 km. La gara ha visto un folto gruppo andare avanti senza grandi velleità cronometriche fino ai 25 km quando ha provato a prendere l’iniziativa il bronzo olimpico Galen Rupp. Kirui ha seguito la sua azione insieme agli altri kenyani Wilson Chebet e Augustus Maiyo, all’americano Abdi Abdirahman e al giapponese di stanza in Oregon Suguru Osako. Dopo i 35 km davanti sono rimasti Kirui e Rupp, autori di un bellissimo finale che Kirui ha risolto con un miglio al passo di 4’28” chiudendo in 2h09’37”. Sotto le 2h10’ anche Rupp (2h09’58”) confermatosi maratoneta di vaglia, terzo la sorpresa Osako in 2h10’28”. Da notare la presenza nei primi 10 di ben 6 americani a dimostrazione che la scuola statunitense di maratona ha ripreso vigore anche a fronte del ritiro di mostri sacri come Meb Keflezighi, 13° alla sua ultima uscita e acclamato come il vincitore.

Kirui e Rupp in lotta (foto organizzatori)

I GIAPPONESI DOMINANO A NAGANO

Il giorno prima si era svolta la Nagano Marathon, gara Iaaf Bronze Label dove i giapponesi sono stati gli assoluti padroni della prova maschile. Nella prima parte hanno provato la fuga Tatsunori Hamasaki e Jun-ichi Shioya. Dopo 25 km, mentre quest’ultimo cedeva, da dietro rinveniva il mongolo Ser-Od Bat-Ochir che dopo 30 km aveva oltre 30” di vantaggio, ma progressivamente da dietro è rinvenuto il padrone di casa Taiga Ito, che lo ha ripreso al 37° km per andare a vincere in 2h14’39” con 33” sull’ospite mongolo, terzo Yuki Oshisawa in 2h15’27”.

Discorso diverso fra le donne dove sono state le straniere a contraddistinguersi con le kenyane Rachel Jemutai Mutgaa e Miriam Wangari e l’etiope Famtu Eticha. Già dopo 10 km la Mutgaa era sola al comando e la sua prova solitaria si concludeva vittoriosamente in 2h33’00” con 4’10” sulla Eticha e 5’29” sulla Wangari, quarta la giapponese Aki Otagiri a 8’26”.