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Kipsang è davvero il numero uno

di - 15/04/2014

La straordinaria domenica di gare dello Iaaf Road Race era dominata dalla London Marathon che ha proposto un cast mai visto, neanche in un Mondiale o Olimpiade con tutti i migliori in gara. La prova ha decretato il numero uno della specialità e questo è il primatista mondiale Wilson Kipsang che ha dimostrato di essere realmente il più forte del lotto. La gara è stata lanciata dall’ex primatista mondiale, il grande Haile Gebrselassie che però ha terminato il suo compito anzitempo, dopo 15 km dando un grande impulso alla corsa ma non per attaccare il primato mondiale, il passaggio alla mezza in 1h02’30” era già superiore alle richieste della vigilia. A quel punto davanti erano quattro kenyani e quattro etiopi ma Kipsang ha ritenuto che il ritmo fosse troppo lento e ha preso l’iniziativa facendo di fatto esplodere il gruppo. Dietro si è accodato l’etiope Tsegaye Kebede insieme all’altro kenyano Stanley Biwott mentre cedeva terreno l’altro grande favorito, Geoffrey Mutai alla fine solo sesto. Con Kipsang dopo il 30° km è rimasto solo BIwott che poi, all’altezza del 40° km ha perso terreno ma ha continuato a spingere per ottenere il suo nuovo personale. Alla fine Kipsang ha trionfato con il nuovo primato della corsa in 2h04’29” davanti a Biwott, miglioratosi di 17” in … e a Kebede, a quinto podio nelle ultime sei maratone, che cede lo scettro di Londra con il pieno onore delle armi. Delusione per i fan locali per la prova del campione olimpico e mondiale di 5 e 10 mila metri Mo Farah, al suo esordio in maratona, che saggiamente ha scelto un secondo gruppo alle spalle dei migliori per puntare al primato nazionale, ma nel finale è andato spegnendosi, chiudendo ottavo in 2h08’21”, tempo buono ma lontano oltre un minuto dal record di Steve Jones. Ancora peggio è andata al campione olimpico e mondiale di maratona, l’ugandese Stephen Kipkemboi che ha confermato la sua idiosincrasia per le prove senza titolo in palio finendo 12°.

 

L'arrivo della vincitrice Edna Kiplagat (foto Getty Images/organizzatori) L’arrivo della vincitrice Edna Kiplagat (foto Getty Images/organizzatori)

 

Bellissima anche la prova femminile dove c’era l’atteso esordio della pluricampionessa etiope Tirunesh Dibaba che ha pienamente onorato il suo impegno: le è venuto a mancare solo un pizzico di energia in più per mettere a frutto il suo sprint nel finale per contrastare le due kenyane Kiplagat, Edna e Florence che si sono contese la vittoria. Passaggio ai 21,097 km in 1h09’15”, al 30° un piccolo episodio segno dell’inesperienza della Dibaba che ha saltato il rifornimento a differenza delle due kenyane, solo omonime che si sono spesso parlate durante la loro azione, capace di logorare la rivale staccata di 12” al 35° km. La soluzione della gara è arrivata solo agli ultimi 200 metri quando la campionessa mondiale Edna Kiplagat ha mostrato maggiore freschezza vincendo in 2h20’21” con soli 3” sulla primatista mondiale di mezza maratona. La Dibaba ha chiuso poco distante, in 2h20’35” che rappresenta un grandioso esordio, davanti alle connazionali Tedese in 2h21’42” e Kebede in 2h23’21”.

L’altra grande classica della giornata, l’Abn Amro Rotterdam Marathon ha confermato il grande talento del kenyano Eliud Kipchoge, vincitore in un probante 2h05’00” inferiore però ai suoi propositi di battere il suo personale. Colpa del vento e di un lavoro dei pacemaker inferiore alle attese. Kipchoge, alla sua terza maratona, voleva attaccare il primato della corsa di 2h040’27” ma la prima parte troppo lenta con passaggio alla mezza in 1h02’40” ha reso l’impresa impossibile. A quel punto davanti erano Kipchoge, i connazionali Bernard Koech e Bernard Kipyego e l’etiope Deriba Robi insieme al pacemaker, il kenyano John Mwangangi che però fino al termine del suo lavoro al 35° km è stato ripetutamente sollecitato da Kipchoge che poi si è trovato solo. Koech è finito secondo in 2h06’08”, terzo Kipyego spentosi nel finale per chiudere in 2h07’58”, quattro secondi davanti a Robi. Da segnalare in chiave italiana l’ottima prestazione di Andrea Gargamelli, 25enne della Sef Stamura Ancona, che ha chiuso 14° con il suo personale di 2h17’31”, un elemento da tenere d’occhio. Tra le donne ha primeggiato l’etiope Abebech Afework in 2h27’50” pur dopo alcuni problemi ai rifornimenti nella prima parte di gara con una borraccia che non si apriva, e ha accusato una crisi che l’ha portata ad accusare due minuti di ritardo dalle prime al 30° km, poi la sua rimonta vincente con sorpasso nel finale sulla connazionale Guteni Shone seconda in 2h30’23” e Beata Naigambo della Namibia terza in 2h31’00”.

Eliud Kipchoge solitario a Rotterdam (foto organizzatori) Eliud Kipchoge solitario a Rotterdam (foto organizzatori)

Record caduto invece alla Vienna City Marathon, altra prova Gold, dove l’etiope Getu Feleke ha ritrovato il feeling con la vittoria andando in fuga dopo 30 km per chiudere in 2h05’41”, oltre un minuto meglio del precedente primato del kenyano Henry Sugut del 2012. Feleke ha dato scacco matto a un folto gruppo di kenyani che non hanno potuto far altro che seguirlo da lontano: seconda piazza per Alfred Kering in 2h08’28”, terza per Philip Kimutai in 2h08’58”. Sorpresa nella prova femminile dove la tedesca Anka Hahner è andata a conquistare un’inattesa vittoria in 2h28’59” sorpassando negli ultimi 300 metri l’esausta kenyana Caroline Chepkwony, seconda a 19”, terza l’etiope Marta Lema a 2’11”.

La sorprendente Anka Hahner vincitrice a Vienna (foto organizzatori) La sorprendente Anka Hahner vincitrice a Vienna (foto organizzatori)

Vittorie casalinghe alla Lodz Marathon Dbam o Zdrowie, nuovo ingresso nel circuito Bronze, dove la vittoria ha premiato l’etiope naturalizzato polacco Yared Shegumo, primo in 2h10’41” dopo essere stato quarto lo scorso anno. Shegumo ha preso l’iniziativa dopo metà gara insieme al kenyano Hassan Mogaya, staccandolo solo a 500 metri dall’arrivo per chiudere con 6” di vantaggio. Terzo l’etiope Gelgelo Tona a 12”. Fra le donne bis della polacca Karolina Jarzynska che ha dominato la prova finendo addirittura nona assoluta, in 2h28’12” con 6’08” sulla kenyana Gladys Kipsoi. La gara di Lodz avrebbe potuto avere anche maggiore risalto e partecipanti senza la concorrenza della Maratona di Varsavia, dove si è registrata una grande prestazione dell’etiope Tadesse Tola (bonzo mondiale a Mosca 2013), primo a suon di record della corsa e di primato su suolo polacco in 2h06’55”, precedendo il kenyano Levi Matebo (2h08’09”) e il primatista polacco Henryk Szost (2h08’55”). Record anche di iscritti, 31.688.

Yared Shegumo, primo a Lodz (foto Federazione Polacca) Yared Shegumo, primo a Lodz (foto Federazione Polacca)

Appuntamento Bronze anche a Pyongyang, la capitale nordcoreana con la Mangyongdae Prize Marathon dove quest’anno non si sono registrate presenze di importanti corridori stranieri. Spazio quindi ai nordcoreani con Pak Chol vincitore in 2h12’26”, miglioratosi di oltre un minuto rispetto allo scorso anno quando fu quinto. Chol fino al 30° era in compagnia del connazionale e primatista nazionale Ri Yong Ho e del ruandese Jean Pierre Mvuyekure, che ha dato battaglia a Chol fin quasi all’arrivo per chiudere secondo a 54”, terza piazza per l’ucraino Ivan Babryka, primo nel 2010, a 1’58”. Vittoria di prestigio fra le donne con Kim Hye Gyong che ai Mondiali di Mosca è finita ottava: dopo due secondi posti la nordcoreana  ha finalmente colto il successo migliorando il suo primato in un ottimo 2h27’05” con 53” su sua sorella gemella, Kim Hye Song, miglioratasi di oltre 6 minuti. Terza la campionessa uscente Kim Mi Gyong in 2h29’51”.