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La lezione di Aouani

di - 16/10/2025

Aouani Tokyo foto FIDAL/Francesca Grana
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Iliass Aouani ha regalato all’Italia una fantastica medaglia di Bronzo in maratona, durante i recenti Campionati del Mondo di Atletica leggera a Tokyo. L’analisi di Carlotta Montanera.

Testo: Carlotta Montanera | foto: FIDAL – Francesca Grana

Aouani Tokyo foto FIDAL/Francesca Grana

Come si corre una maratona

Iliass Aouani in questo mondiale ci ha dato una lezione, una lezione su qualcosa che spesso ci dimentichiamo, una lezione su come si corre una maratona. Lasciamo – se riusciamo – per un secondo da parte la perfezione di questa specifica maratona e facciamo un passo indietro.

Aouani Tokyo foto FIDAL/Francesca Grana

Che caratteristiche ha un maratoneta?

Lo ha detto nell’intervista pre-gara Yeman Crippa: “Sto lavorando per diventare un maratoneta”. Perché essere maratoneti non ha nulla a che vedere con il tempo finale in cui si chiude la gara, essere maratoneti prevede un asset mentale che si conquista nel tempo e che non è scontato avere, nemmeno se si è un atleta olimpico. La storia ha sempre visto diventare maratoneti gli atleti maturi, quasi a voler dire che la resistenza è una caratteristica legata all’età.

Aouani Tokyo foto FIDAL/Francesca Grana

“I giovani prima facciano mezzofondo e solo più avanti, quando perdono velocità, si dedichino alla maratona”

E quante volte questa frase aleggia nei discorsi da campo di atletica. Questa mentalità è errata e lo dimostrano le nuove generazioni di maratoneti africani, giovani e resistenti, anche se un fondo di verità c’è: la Regina si conquista con la maturità, ma con la maturità caratteriale, non fisica. Se una gara sui 5000 metri necessita di coraggio, potenza, strategia e un pizzico di follia, i 42 km sono un qualcosa che richiede fermezza di carattere, lucidità, concentrazione. E profonda umiltà.

Aouani Tokyo foto FIDAL/Francesca Grana

L’umiltà di una medaglia

E questa è la lezione che Iliass Aouani, ragazzo italiano, nato in Marocco e vissuto nella periferia milanese, ci ha dato con la sua maratona, ai Campionati del Mondo di Tokyo, praticamente perfetta, ma soprattutto con i suoi allenamenti sfiancanti e mai gridati. Il “contratto” firmato il 13 maggio e scritto su un foglio di carta a righe lo ha impegnato in 16 settimane di testa bassa e pedalare (si intende ovviamente correre. n.d.a.), senza fiatare, con un’umiltà che molti atleti e la maggior parte degli amatori non conosce. Aouani ci ha insegnato che la maratona è per chi ha dedizione, per chi non lucida i muscoli per farli brillare, per chi mentalizza, suda e lo fa senza lamentarsi. 


Aouani Tokyo foto FIDAL/Francesca Grana

Le due pagine su di un foglio…

In quelle due pagine di promessa io vedo tutta la forza caratteriale di chi sa cosa vuol dire impegnarsi, di chi è pronto a donare il meglio di se stesso senza se e senza ma. Per essere maratoneti bisogna saper mettere da parte l’ego, bisogna imparare a tenere dritto il volante anche quando sappiamo che la strada più veloce è a destra. L’ho visto correre a Tokyo e ciò che ho visto è un uomo perfettamente lucido, calato nella corsa, innamorato di quella fatica, ma un uomo che non mette i fiocchi alle sue imprese per renderle più belle. Un uomo che sa accantonare il singolo momento per arrivare a qualcosa di più grande alla fine.

Aouani Tokyo foto FIDAL/Francesca Grana

Grande fonte d’ispirazione

Quanti amatori ho visto invece perdersi nelle proprie emozioni – io in primis. Iliass no, Iliass ci ha dimostrato che essere maratoneti è sapersi sacrificare con gioia, essere maratoneti è sapersi mantenere fedeli agli impegni, essere maratoneti è credere nell’allenamento, essere maratoneti è vacillare ma non cadere. Essere maratoneti è avere una forza interiore che trascende dalle possibilità del nostro corpo. Vince la maratona non colui che va più veloce, ma colui che apprende a rimanere saldo nelle avversità. In un mondo fatto di comunicazione stellare, di imprese epiche, di volti lucidi e bellissimi, Aouani ci ha mostrato la forza dell’umiltà.

Correre per forgiare…

Il DNA non lo scegliamo, ma il carattere lo possiamo forgiare. Determinazione, umiltà, fedeltà, fermezza di spirito. Non vinceremo una medaglia mondiale, ma se conquisteremo queste caratteristiche saremo anche noi dei maratoneti e non solo dei – bravissimi – finisher di una maratona.

Daniele Milano: spirito di montagna, anima sportiva. Nato in Valle d’Aosta, cresce tra natura e movimento: prima lo sci, poi l’atletica. Negli anni ’90 scopre lo snowboard e ne diventa voce e protagonista, tra riviste e snowpark. Oggi vive tra Milano e le sue montagne, maestro di snowboard e telemark, cuore editoriale di 4running magazine. Racconta il trail e il gesto sportivo come espressione di equilibrio. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri.”