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La Rosa, missione compiuta pensando a Rio

di - 21/10/2015

Ben cinque appuntamenti nello scorso fine settimana per lo Iaaf Road Label e un paio di questi coinvolgevano anche i colori italiani, in particolare l’Amsterdam Marathon dove si è avuta la conferma che la vera dimensione di Stefano La Rosa è nella maratona. Una gara difficile quella in terra olandese per il portacolori delle Fiamme Oro, ma che con carattere La Rosa ha portato a termine seguendo con diligenza le istruzioni della vigilia e il cronometro lo ha premiato con il tempo di 2h11’11”, che eguagliala miglior prestazione dell’anno di Daniele Meucci e migliora il suo personale di quasi un minuto. I big sono rimasti lontani e questo si sapeva, nel finale La Rosa ha anche sofferto di crampi ma la sensazione è che questa sia la strada giusta e una presenza a Rio sui 42,195 km come terzo insieme a Meucci e Pertile è da considerare, anche se altri hanno lo stesso obiettivo.

Uno stanchissimo ma soddisfatto La Rosa all'arrivo ad Amsterdam (foto FB) Uno stanchissimo ma soddisfatto La Rosa all’arrivo ad Amsterdam (foto FB)

La gara non è stata semplice, con pioggia persistente e temperatura intorno ai 10°,ma questo non ha impedito agli africani di tenere un ritmo indiavolato che ha costretto i migliori olandesi e La Rosa a correre una gara tutta loro. Nella prima metà gara davanti sono rimasti in 16, poi hanno provato a far saltare il banco gli etiopi Tsegaye Mekonnen e Chala Dechasa, ma dopo il 30° km i kenyani sono tornati sotto guidati dal campione uscente Bernard Kipyego che è andato via in progressione chiudendo in un notevole 2h06’19”, suo nuovo personale con 59” su Ezekiel Chebii, con due minuti di progresso, terzo Mike Kigen in 2h07’45”. Delusione per il due volte iridato Abel Kirui, scomparso nella parte finale di gara e solo 10° in 2h10’55”. Per i padroni di casa notevole 8° posto con PB per Abdi Nageeye, 2h10’24”, uno dei migliori tempi europei dell’anno. Tornando agli italiani da segnalare il 22° posto di Pasquale Rutigliano in 2h22’10” e il 26° di Alberto Mosca in 2h25’39”.

Il vincitore della maratona olandese Bernard Kipyego (foto organizzatori) Il vincitore della maratona olandese Bernard Kipyego (foto organizzatori)

Doppietta kenyana anche fra le donne dove Joyce Chepkirui e Flomena Cheyech hanno inflitto distacchi abissali alle altre. La Chepkirui,alla sua quinta esperienza, ha finalmente tenuto fede alle speranze riposte su di lei aggiudicandosi la gara in 2h24’11”, migliorandosi di oltre 4 minuti, alle sue spalle la Cheyech, prima a Parigi lo scorso anno, ha chiuso in 2h24’38”, terza l’australiana Milly Clark in 2h29’07”. Ritirata ancora una volta l’olimpionica etiope Tiki Gelana, ormai da tre anni pallida copia di se stessa.

A BIRMINGHAM SPICCA LA SOUFYANE

Ha funzionato l’idea degli organizzatori di proporre la Great Birmingham Run senza invitare corridori africani, dando così una vetrina di livello agli europei. In gara c’erano Ruggero Pertile in campo maschile e il trio di ragazze composto da Emma Quaglia, Agnes Tschurtschenthaler e Laila Soufyane. Alla fine il risultato migliore è venuto da quest’ultima, che ha chiuso ai piedi del podio la mezza maratona in 1h14’48” a 22” dal terzo posto della spagnola Azucena Maria Diaz. La Soufyane ha percorso gran parte della gara con la Quaglia, che ha leggermente ceduto nel finale finendo quinta in 1h15’37” che comunque rappresenta un buon ritorno alle gare dopo un lungo periodo di forzata inattività. Ottava invece Agnes Tschurtschenthaler in 1h20’15”. La gara è stata vinta dalla polacca Dominika Napieraj, nome uscito a sorpresa in 1h13’39” con 16” sulla spagnola Alessandra Aguilar.

Ruggero Pertile, com’è normale che sia, è in un periodo di calo di forma, e a Birmingham non ha mai potuto tenere il ritmo dei migliori chiudendo nono in 1h06’57” nella gara che ha segnato il ritorno ai vertici di Chris Thompson, ex vicecampione europeo dei 10000, considerato un po’ l’antitesi di Mo Farah che si è aggiudicato la gara in 1h03’00” battendo in volata lo spagnolo Ayad Lamdassem, finito a 2” mentre terzo è giunto il norvegese Sondre Nordstad Moen a 9”. Tempi indubbiamente alti che confermano come tra Africa e resto del mondo ci sia un abisso.

VALENCIA E’ TERRA DI CHEROBEN

Come lo scorso anno, la Media Maraton de Valencia Trinidad Alfonso ha esaltato il kenyano Abraham Naibei Cheroben, che pur non riuscendo ad abbassare il primato della corsa stabilitolo scorso anno con 59’10” ha firmato la miglior prestazione mondiale stagionale sui 21,097 km, togliendola per  4” al connazionale Bedan Karoki. Davvero difficile a questo punto tenerlo fuori dalla selezione kenyana per la gara iridata di Cardiff del 2016. La gara spagnola si è confermata velocissima, con Mathew Kisorio (Ken) sceso a 59’52 e contento anche per aver conseguito di passaggio la miglior prestazione stagionale sui 15 km in 42’01”. Non altrettanto efficiente il primatista mondiale dei 10 e 15 km, Leonard Komon, solo 12° in 1h02’53”. Anche fra le donne si è viaggiato forte con un podio tutto etiope e Netsanet Gudeta assurta al record della corsa in 1h07’31” davanti a Worknesh Degefa (1h07’51”) e Genet Yalew (1h08’12”).

A LISBONA KENYA 3 SU 4

Doppio appuntamento per lo Iaaf Road Label a Lisbona dove oltre alla Rock’n’Roll Half Marathon considerata tra le più veloci del panorama internazionale, nella challenge è stata inserita anche la maratona. L’impresa principale è della kenyana Purity Rionoripo che ha portato al suo Paese una delle tre vittorie complessive nella capitale lusitana, aggiudicandosi la 42,195 km con il nuovo record della corsa in 2h25’09”, nuovo record della corsa che acquisisce maggior valore considerando le pessime condizioni atmosferiche e soprattutto dell’asfalto, ancora ricco di pozzanghere per la pioggia battente da 24 ore. Alle sue spalle la connazionale Margaret Agai con ben 4 minuti di distacco (2h29’12”).La Rionoripo è da tenere in grande considerazione, la sua ascesa potrebbe portarla molto in alto. Gara maschile al 22enne Asbel Kipsang, kenyano che lo scorso anno aveva vinto la Firenze Marathon, 2h09’26” il suo tempo finale in una gara con podio monopolizzato dal kenya con Samuel Theuri (2h09’56”) e Daniel Kiprop Limo (2h12’14”).

Nella mezza l’eritreo Nguse Tesfaldet Amsolom, 13° ai Mondiali suo 10000, ha impedito al Kenya l’en-plein di successi, aggiudicandosi la gara in 1h02’38” davanti all’etiope Atsedu Tsegay in 1h02’39”. Fra le donne prima Beatrice Mutai in 1h09’50”, tempo che conferma l’alta scorrevolezza del tracciato lusitano, terza la connazionale Rebecca Chesire che avevamo visto vincere quest’anno la Stramilano.

SHURE DEMISE; CAMPIONESSA A 19 ANNI

2h20’59” a Dubai in gennaio che costituisce la miglior prestazione mondiale junior di sempre, 2h27’14” a Boston in aprile e ora 2h23’37” alla Scotiabank Waterfront Toronto Marathon, la prima vittoria nella sua brevissima carriera. Shure Demise a 19 anni ha già esperienza da vendere sui 42,195 km, un esempio che andrebbe considerato anche da quegli allenatori che attendono i 30 anni per far esordire i propri atleti sulla distanza (certo,poi bisognerà vedere la sua durata nel tempo, troppi talenti vengono “bruciati” nelle primissime stagioni e poi spariscono). Con questa la Demise detiene due prestazioni nelle prime 30 dell’anno, fatto mai avvenuto per una maratoneta così giovane. Alle sue spalle clamoroso ex aequo fra la kenyana Sharon Cherop e l’etiope Fatuma Sado, appaiate in 2h24’16”. Quarta Monica Jepkoech, la vincitrice della Milano City Marathon 2014, che in 2h27’26” ha migliorato il suo PB di oltre 3 minuti. Delusione per la canadese Marchant, quinta in 2h28’09” a soli 9” dal suo record nazionale, ma la prestazione dovrebbe valerle il passaporto per Rio 2016. Gara maschile di livello tecnico inferiore ma molto incerta fino alla fine, con vittoria allo sprint per il kenyano Ishmael Chentan Bushendich in 2h09’00” sul connazionale Gilbert Kirwa, terzo il campione uscente Laban Korir a 20” per un podio tutto kenyano, ma questa non è una novità…

Gabriele Gentili