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La sfida di Lisbona va alla Dibaba

di - 21/03/2017

Impressionante numero di eventi su strada nella domenica appena trascorsa, difficile anche riassumere tutte le emozioni vissute in ogni continente. L’evento più atteso era l’EDP Lisbon Half Marathon, gara Iaaf Gold Label con la grande sfida fra l’olimpionica dei 5000 Vivian Cheruiyot (Ken) e l’iridata di maratona Mare Dibaba (Eth), ma nella prima parte di gara è stata la campionessa locale Jessica Augusto a caratterizzare la corsa con una fuga fino al 16° km, quando su di lei sono rinvenute le due favorite insieme all’altra kenyana Mary Wacera, bronzo mondiale, e all’etiope Afera Godfay Behra. Il finale è stato al cardiopalmo con Cheruiyot e Dibaba che guadagnavano qualche secondo sulle avversarie e si avventavano al traguardo con vittoria per l’etiope in 1h09’43” con 1” sulla rivale, terza la Wacera a 10” e quarta la Behra a 12”, per la Augusto solo il 7° posto in 1h10’38”.

L'arrivo vittorioso della Dibaba (foto organizzatori)

Grande sorpresa in campo maschile dove i kenyani hanno trovato un ostacolo insormontabile nel neozelandese Jake Robertson, fratello del più noto Zane, che al debutto ha seguito le orme del kenyano James Wangari per emergere al 16° km e mancare di un solo secondo il muro dell’ora, precedendo di 10” Wangari e di 44” l’altro kenyano Edwin Koech che in volata ha beffato il 20enne etiope Tadu Abate Deme. Solo quinto in 1h03’52” il favorito eritreo Nguse Amloson.

MAIYO FA IL BIS IN POLONIA

Restiamo in Europa per l’Onico Gdynia Half Marathon, gara polacca al suo esordio nello Iaaf Bronze Label ma dove il kenyano Hillary Maiyo centra un prestigioso bis, correndo in condizioni invernali in 1h02’55” precedendo di 26” l’etiope Gezahagn Zezalem e di 1’28” il connazionale Bernard Muinde Matheka, che con lui avevano animato la fuga vincente. Il campione polacco dei 10000 Tomasz Grycko ha mancato l’aggancio nella prima parte rimanendo così solo all’inseguimento e chiudendo quarto a 2’25”. Sfida metro su metro fra le donne tra la marocchina Fatiha Benchatki e la kenyana Christine Oigo, alla fine la spunta la maghrebina in 1h12’23”, nuovo record della corsa, staccando di 26” la rivale, buona prova anche per la norvegese Runa Skrove Falch terza in 1h14’14” mentre la prima parte al seguito delle due africane costa una crisi alla polacca Dominika Nowakowska, alla fine solo sesta in 1h16’01”.

La vincitrice marocchina Benchatki (foto organizzatori)

PIOGGIA DI MARATONE ASIATICHE

Domenica di maratone nell’Est asiatico. L’appuntamento principale era la Seoul Dong-A International Marathon che ha regalato grandi tempi al maschile, con Amos Kipruto, kenyano che avevamo visto lo scorso anno a Roma, migliorarsi di due minuti abbondanti firmando un probante 2h05’54” con 8” di vantaggio sul connazionale Felix Kipchirchir, anche lui al personale. Terza posizione per Mark Korir, vincitore a Parigi 2015 e Francoforte 2016 in 2h06’05”. Gran tempo anche per Nobert Kipkoech, 2h06’07” al quarto posto, stesso tempo del tre volte vincitore Wilson Loyanae, con ben 10 kenyani davanti a tutti. Buon livello anche per la prova femminile con 7 donne sotto le 2h30’, a spuntarla è stata la kenyana Margaret Agai in 2h25’52” che porta a 7 le maratone consecutive finite sul podio, a 5” l’etiope Ashete Bekele Dido, terza piazza per la connazionale Mercy Kibarus a un minuto davanti all’etiope Aberu Mekuria Zennebe, prima tre settimane fa a Hong Kong e che ha perso il podio per 3”.

Amos Kipruto primo a Seoul (foto organizzatori)

Record abbattuto alla Chongqing International Marathon, gara Silver in Cina dove l’etiope Afewerk Mesfin ha finalmente abbattuto la barriera delle 2h10’ fermando i cronometri sul tempo di 2h09’49”, adeguatamente stimolato dal kenyano Julius Tuwei secondo in 2h09’52” per andare a cogliere la sua seconda vittoria dopo quella a La Rochelle nel 2014. Terza posizione per il kenyano Andrew Kimutai, partito come pacer ma che poi ha chiuso in 2h10’22”, anche lui sotto il precedente record della gara. Fra le donne successo per la kenyana Rael Nguriatukei Kiyara, che in Cina aveva già vinto a Lanzhou e Shanghai (senza contare i successi di Madrid, Graz, Lussemburgo e anche a Padova) e che ha chiuso in 2h26’22” precedendo la connazionale Anne Bererwe seconda in 2h27’28” e l’altra kenyana Sheila Jerotich in 2h28’53”.

Tempi molto più alti alla New Taipei City Wan Jin Shi Marathon, gara Bronze vinta dal kenyano Hilary Kipkosgei Yego in 2h17’02” con 2” sull’etiope Tsegaye Debele Belda e 13” sul connazionale Samson Kipchirchir Keiyo. In campo femminile successo per la mongola Munkhzaya Bayartsogt, primatista nazionale di 5 e 10 mila metri che ha conquistato il suo primo successo all’estero in 2h38’08” davanti alle etiopi Tsehay Gebre Getiso (2h38’21”) e Zewdnesh Ayele (2h39’07”). Qui era presente anche l’azzurra Deborah Toniolo che ha chiuso in un’ottima quinta piazza in 2h41’08”.

LILESA, ALTRA VITTORIA PER LA SUA GENTE

Anche fuori dal circuito Iaaf, la domenica internazionale ha offerto molti appuntamenti di rilievo a cominciare dalla United Airlines New York Half Marathon che chiamava in causa molti big, tra cui ben 21 reduci dai Giochi Olimpici di Rio e la vittoria è andata a quello reso forse più famoso dalla gara olimpica, l’etiope Feyisa Lilesa che anche sul rettilineo finale della Grande Mela non ha mancato di tagliare il traguardo nell’ormai famoso gesto dei polsi incrociati per protestare contro le persecuzioni della sua gente in Etiopia. Lilesa ha chiuso in 1h00’04” precedendo di 4” il britannico Callum Hawkins, reduce dalla vittoria a Marugame, terza piazza per l’altro etiope Teshome Mekonen in 1h00’28”. Grande festa per i padroni di casa con il successo fra le donne di Molly Huddle, al suo terzo centro consecutivo in 1h08’19” davanti alla sua compagna di allenamento Emily Sisson, seconda in 1h08’21”, terza la burundiana Diane Nukuri in 1h09’13” davanti alla due volte iridata di maratona, la kenyana Edna Kiplagat.

Lilesa primo anche a New York (foto organizzatori)

Tempo di campionati sudamericani, singolarmente divisi per Paese ma uniti per periodo: quelli di maratona si sono svolti a Temuco in Cile con successo per il locale Enzo Yanez in 2h18’39” sul paraguayano Derlis Ayala (2h19’03”) e il connazionale Manuel Jesus Cabrera Leal (2h20’19”), oro femminile alla brasiliana Mirela Saturnino De Andrade (2h44’52”) sulla peruviana Angelica Rosa Romero (2h50’01”) e sull’argentina Adela Barrios (2h50’58”). Per la mezza maratona si è invece gareggiato a Montevideo in Uruguay con il brasiliano Damiao Anselmo De Souza che in 1h05’53” ha preceduto i gemelli locali Martin e Nicolas Cuestas rispettivamente di 9” e 13”. Gara femminile vinta dalla peruviana Clara Canchanya in 1h15’39” con alle sue spalle la brasiliana Valdilene Dos Santos Silva (1h15’53”) e la connazionale Rocio Cantara (1h15’56”).

Nella Los Angeles Marathon podio tutto kenyano con Elisha Barno vincitore in 2h11’52” su Daniel Kiprop Limo a 24” e Willy Kotile a 55”; prima donna la kenyana Helen Jepkurgat in 2h34’23”, a 1’51” la connazionale Jane Kibii e a 1’57” la colombiana Angie Orjuela.

UNA DESTINAZIONE NUOVA: LIMASSOL

Un cenno particolare per due appuntamenti poco conosciuti a livello assoluto ma che hanno raccolto grandi adesioni: a Limassol a Cipro sono stati tanti gli italiani in gara grazie anche a una funzionale promozione specifica. Anche qui i kenyani l’hanno fatta da padroni, in maratona con Edwin Kiprop in 2h15’04” e Ledisha Biwott in 2h40’41” (da notare la quarta piazza della britannica Joasia Zakrzewski, plurimedagliata di ultramaratona, in 2h47’23”), nella mezza di Joel Maina Mwangi in 1h02’52” e di Stella Barsosio, che ha rinunciato all’ingaggio di Gdynia per vincere in un notevole 1h09’31”, suo PB. L’altro evento è la Maratona di Gerusalemme, che ha fatto registrare grandi numeri di partecipazione. Primi Shadrack Kipkosgei in 2h17’35” e Emily Chepkemoi Samoei in 2h49’25”.