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Laila Peak: 4 italiani tenteranno la prima discesa della Piramide

di - 24/05/2016

Nel mondo delle esplorazioni moderno è assai difficile pensare di arrivare per “primi” da qualche parte: la maggior parte delle imprese alla portata dell’uomo sono già state compiute. Ma non è così per quattro ragazzi italiani che hanno deciso di tentare un’impresa titanica: scendere dal Laila Peak con gli sci, la vetta a “piramide perfetta” del ghiacciaio Gondogoro.

Carlo Cosi, Enrico Mosetti, Zeno Cecon e Leonardo Comelli sono i nomi dei quattro esperti sciatori e alpinisti che tenteranno l’impresa, su una montagna che è alta 6.096 metri. Se il loro tentativo dovesse chiudersi con successo, entreranno negli annali dell’alta montagna e potranno finalmente dire a gran voce di essere stati “i primi” a portare a termine una simile impresa.

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Naturalmente, altri alpinisti hanno raggiunto in passato la vetta della montagna pakistana, ma loro saranno i primi (se ci riusciranno) a scendere sul versante che guarda nord-ovest, dove una discesa perfetta lunga circa 1.500 metri, con una inclinazione approssimativamente costante, li ricondurrà laddove tutto ebbe inizio.

Il Laila Peak fu scalato per la prima volta nel 1987 ad opera di quattro alpinisti inglesi, e dopo di loro soltanto altre cinque persone riuscirono nell’intento di salirvi in cima. Per quanto riguarda la discesa, invece, è già stata tentata tre volte nel 2005 e 2009 da parte di Fredrick Ericsson (e compagni) e nel 2012 da Luca Pandolfi (e compagni). E’ bene specificare, però, che tutti i precedenti tentativi non sono andati a buon fine a causa delle condizione della neve che non ha permesso alle cordate di raggiungere la vetta.

I 4 ragazzi partiranno domani, e dopo un mese di acclimatamento al campo base, durante il quale un cuoco pakistano dovrà “far bastare” le provviste che si saranno portati dietro, tenteranno di rendere realtà il loro sogno! Abbiamo avuto la fortuna di scambiare qualche parola con il quartetto tutto italiano: una breve chiacchiera pre-partenza… in attesa del resoconto della loro avventura una volta tornati dal Pakistan.

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Carlo, Enrico, Leonardo e Zeno. Fotografia di Carlo Cosi

La stagione degli 8000, che quest’anno sembra aver fatto il botto, è nel pieno del suo fermento. Voi però avete scelto di rimanere più in basso. Chi siete, da dove venite e perché avete scelto il Laila Peak.
Siamo un gruppo di quattro amici, alpinisti e sciatori sopratutto. Un tarvisiano, un triestino, un padovano e un goriziano (il sottoscritto). Siamo tutti professionisti della montagna o quasi: un maestro di sci, due guide alpine e uno che lo diventerà a fine anno. Abbiamo scelto di rimanere più in basso ed in particolare sul Laila Peak per una questione estetica. Il nostro intento è quello di sciare questa linea bellissima e poco conta la quota…in più non vogliamo andare a far la fila su un mucchio di corde fisse.

Quali sono le difficoltà oggettive che vi ritroverete ad affrontare sia durante la salita che durante la discesa?
La più grande difficoltà è data dalla quota che rende tutto più faticoso e dalla difficoltà di trovare le giuste condizioni per affrontare la discesa con gli sci, come detto: noi andiamo laggiù per sciare il che comporta il trovare buone e sicure condizioni del manto nevoso… incrociamo le dita!

Come vi siete preparati per riuscire a realizzare ciò che non è mai stato fatto in precedenza?
Nessun allenamento specifico. Abbiamo semplicemente svolto il più ampio numero possibile di attività in montagna, magari cercando di concentrarci su grandi dislivelli, quota e pendii più ripidi ed esposti.

Lasciare la prima traccia. Quali sono i sentimenti dominanti a poche ore dalla partenza?
Stiamo cercando di rifinire gli ultimi dettagli, bagagli, attrezzatura necessaria, ecc., nulla deve essere lasciato al caso ma chiaramente ci siamo trovati a fare tutto negli ultimi giorni e anzi sono sicuro che le ultime cose le metteremo a posto a poche ore dal volo. “Lasciare la prima traccia”, preferirei dire “lasciare una traccia”. Non abbiamo scelto il Laila perchè nessuno ci è ancora riuscito ma, come detto in precedenza, per la sua bellezza, la sua estetica e la sua unicità. È probabilmente la più bella montagna che si può immaginare di sciare. Il fatto che potremmo essere i primi a riuscire in questo aggiunge ulteriore avventura, esplorazione e incertezza che poi, a mio parere, sono i fondamenti dell’ alpinismo.

Buon Viaggio ragazzi! Rimante collegati per scoprire se il quartetto “made in Italy” è riuscito a compiere quest’incredibile impresa! Gli sponsor tecnici si quest’avventura saranno: Italdron, Red Bull, Black Crows, Rock Experience, Kreuzspitze, Revo, Ferrino e Voltaic System.