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Lalli ritirato, a Rotterdam prevale Kuma

di - 15/04/2015

La più grande domenica di maratone della stagione dello Iaaf Road Label aveva per l’Italia un polo di attrazione verso la NN Rotterdam Marathon, la classica Gold alla sua 35esima edizione per la presenza di Andrea Lalli. Il finanziere delle Fiamme Gialle però ha dovuto incassare il secondo ritiro della sua ancor giovane carriera, dopo 35 km a causa di persistenti problemi al fianco che lo avevano visto rallentare vistosamente dopo 30 km. Peccato perché il molisano fino allora aveva corso con giudizio, senza lasciarsi prendere dalla foga d’inseguire i campioni africani e viaggiando sempre con l’obiettivo di migliorare il proprio personale. Ad ostacolare la sua maratona come quella di tutti gli altri il forte vento che ha caratterizzato la corsa. Rotterdam si conferma terreno di caccia privilegiato per l’Etiopia, a vincere è stato Abera Kuma, terzolo scorso anno a Berlino e che ha piazzato il suo forcing a 7 km dal traguardo.laprima parte di gara era stata molto veloce tanto che l’organizzatore Eric Brommert era dovuto intervenire al 15° km per chiedere ai pacemaker di rallentare un po’. Passaggio alla mezza in 1h02’04” con 10 atleti nel gruppo di testa. Kuma, con il suo attacco è andato a vincere in 2h06’46” rimanendo a 50” dal suo personale dello scorso anno. Alle sue spalle due kenyani, Mark Kiptoo in 2h07’20” e Bernard Koech in 2h08’02”. La gara femminile, pur senza grandi nomi al via, è stata molto interessante anche perché le africane hanno incassato una sconfitta inattesa ad opera della giapponese Asami Kato, prima in 2h26’30”,davanti alla peruviana Gladys Tejeda in 2h28’12” e alla canadese Krista Duchene in 2h29’38”.

Altro grande appuntamento della giornata la 39esima Schneider Electric Paris Marathon, che ha esaltato il kenyano Mark Korir,miglioratosi fino a 2h05’49”. Il kenyano, che agisce prevalentemente in Sudamerica sui 10 km e nelle mezze, aveva un personale di 2h07’08” stabilito a Seoul 2013.La sua vittoria è merito di una gara d’attacco, con il primo strappo al 32° km in compagnia del connazionale Mike Kigen e poi il secondo decisivo allungo al 37° km. Kigen, secondo nella mezza di un mese fa,puntava alla vittoria ma è andato spegnendosi, venendo risucchiato prima dal connazionale Luka Kanda (vincitore in passato a Roma) secondo in 2h07’20” e poi dall’etiope Seboka Tola, terzo in 2h07’33” per chiudere in 2h07’42”. Grande progresso cronometrico fra le donne per la 25enne etiope Meseret Mengistu, prima in 2h23’26”,oltre sei minuti di miglioramento dopo una gara accorta nella quale ha sfruttato il cedimento della connazionale Amane Gobena nell’ultimo km, arrivata quest’ultima distrutta ma con la gioia del personale in 2h23’33”, terza la kenyana Visiline Jepkesho, lo scorso anno prima a Milano e Lisbona e miglioratasi fino a 2h24’43”.

Mark Korir vincitore a Parigi; in alto l'arrivo di Abera Kuma a Rotterdam (foto organizzatori) Mark Korir vincitore a Parigi; in alto l’arrivo di Abera Kuma a Rotterdam (foto organizzatori)

Sorpresa alla Vienna City Marathon dove la prova femminile resta in mano a un’europea, ma non la favorita Anne Hahner, vincitrice lo scorso anno e accolta con grandi onori in Austria. La tedesca questa volta non è andata al di là del quinto posto in 2h30’50”,ma a contrastare vittoriosamente le africane è stata la svizzera Maja Neuenschwander, che in 2h30’09” ha prevalso sulle kenyane Agnes Mutune per 10” e Esther Chemtai per 23”, quarta l’altra kenyana Caroline Chepkwony a 27”, distacchi come si vede molto contenuti per una gara tecnicamente modesta, al pari della prova maschile nella quale il favorito della vigilia,l’etiope Getu Feleke è stato costretto al ritiro per un problema muscolare dopo 17 km. La prova è diventata ben presto un assolo del suo connazionale Sisay Lemma, bravissimo a percorrere in solitudine i 15 km finali e a chiudere nel ragguardevole tempo di 2h07’31” infliggendo distacchi abissali agli avversari, 4’43” al kenyano Duncan Koech e 5’17” al connazionale Siraj Gena. Da notare che il primato femminile resta in possesso dell’azzurra Maura Viceconte, prima nel 2000 in 2h23’47”.

Rivincita kenyana alla sesta Brighton Marathon, prova Silver nella quale la vittoria è andata a Duncan Maiyo, primo in 2h10’15” suo nuovo primato personale, con un progresso di oltre un minuto. Seconda piazza per il vincitore 2013, il suo compatriota Dominic Kangor in 2h11’52” mentre terzo ha chiuso l’altro kenyano Mutai Kipkemei in 2h14’41”. Gara femminile favorevole alla kenyana Pennina Wanjiru che in 2h34’24” ha esordito come meglio non si poteva sui 42,195 km battendo Lishan Dula, la specialista del Bahrain bronzo lo scorso anno ai Giochi Asiatici, per 32”, terza la campionessa uscente,la kenyana Eunice Kales a 1’26”.

A chiudere la domenica delle maratone internazionali la nona Santiago de Chile Marathon, gara Bronze nella quale il successo ha premiato per la prima volta in carriera il kenyano Luka Rotich Lobuwan, in 2h11’53”. Lobuwan ha portato la sua offensiva subito dopo il passaggio di metà gara,mancando il record della corsa per soli 9”Staccatissimo il secondo, l’etiope Haile Haja in 2h15’04”, terzo il sudafricano Desmond Mokgobu in 2h15’16”. Fra le donne vittoria per la primatista sudamericana,la peruviana Ines Melchor che dopo il secondo posto del 2013 coglie il successo pieno in 2h28’18”, nuovo primato della gara, a 1’30” dal suo primato. La Melchor, che punta all’oro ai Giochi Panamericani di luglio a Toronto, ha preceduto le etiopi Goitetom Hailu (2h30’19”) e Shewarge Alene (2h34’32”).