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L’Etiopia dà spettacolo a Dubai

di - 22/01/2016

Eccezionale edizione della Dubai Marathon quella disputata quando da noi era ancora notte, con gli atleti etiopi che hanno mandato un chiaro messaggio di battaglia in vista delle classiche primaverili e ancor più per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Per pochissimo non sono caduti i record della corsa, addirittura un solo secondo ha impedito al 23enne Tesfaye Abera di completare una magica giornata, prima della quale era solo uno dei tanti, il 17° fra i partecipanti in base al primato personale.

Per la prima parte di gara il ritmo tenuto dalla lepre kenyana Amos Kipruto è stato sostenutissimo, con un gruppo di 25 atleti con lui,passaggi ai 10 km in 29’14” e ai 15 in 43’50”, una ventina di secondi di vantaggio sulla tabella tenuta da Dennis Kimetto in occasione del primato a Berlino nel 2014. Alla mezza, passata in un eccezionale 1h01’36”, ancora 16 atleti in testa di cui ben 15 etiopi. La fatica inizia a farsi sentire, al 25° km (1h12’49”) il gruppo è ridotto a 11 atleti. Sisay Lemma, atleta conosciuto dalle nostre parti per la sua vittoria a Roma, dà un primo strattone, riducendo a 6 il gruppo di testa ai 30 km (1h27’20”), con Abera leggermente staccato. A quel punto il mondiale è ancora nel mirino, ma il ritmo inizia a calare. Davanti rimangono Lemma, Abera che si è ripreso, il campione uscente Lemi Berhanu e il suo predecessore Tsegaye Mekonnen. 1h42’27” il tempo al 35° km, dopo il quale Abera gioca le sue carte,ma il trio di rivali non cede ed è con lui al 40° km in 1h58’08”; allo scoccare delle due ore Berhanu attacca, solo Abera tiene, a 600 metri dal traguardo c’è ancora qualche metro a separarli, ma Abera lancia la volata lunga, passa Berhanu e va a vincere in 2h04’24”, frantumando il suo personale di quasi 5 minuti e mezzo e la miglior prestazione mondiale dell’anno. Berhanu chiude a 9” felice di aver comunque abbassato il suo personale, terzo è Mekonnen che torna ai livelli del primato mondiale junior in suo possesso finendo in 2h04’46” a 14” dal tempo di due anni fa. Bene anche Lemma, quarto con PB di 2h05’16” e Mule Wasihun, anche per lui PB al 5° posto in 2h05’44”. A interrompere la fila di etiopi (lo scorso anno erano stati 12 davanti a tutti) è il kenyano Samuel Kosgei Kiplimo, autore di una grande rimonta nel finale per chiudere settimo in 2h06’53”.

L'arrivo del vincitore Abera (foto Giancarlo Colombo/organizzatori) L’arrivo del vincitore Abera (foto Giancarlo Colombo/organizzatori)

La gara femminile tecnicamente non è da meno, visti i tempi,ma qui gioca un ruolo fondamentale l’esperienza di Tirfi Tsegaye, già prima nel 2013 e vincitrice a Tokyo e Berlino nel 2014, che tiene fede al suo ruolo di favorita della vigilia scendendo sotto le 2h20’. La prova come quella maschile è subito molto veloce con 18 atlete insieme ai 10 km in 33’25”, ridotte a 12 ai 15 km (50’05”). Passaggio a metà gara in 1h10’17”, subito dopo la vittoria è affare etiope con sette atlete davanti, fra cui due debuttanti, Amane Beriso (vincitrice lo scorso anno della RomaOstia) e Sutume Asefa. Al 35° km la Beriso è l’unica a tenere la scia della Tsegaye, ma al 40° km questa è sola e va a vincere con un gran finale in 2h19’41”, abbassando il suo personale di 37” e finendo a 10” dal record della gara. La Beriso chiude seconda in 2h20’48”, quinto tempo di sempre per una debuttante, terza e Meselech Melkamu in 2h22’29” davanti all’altra debuttante Asefa (2h24’00”) e a Mulu Seboka, prima nel 2014, in 2h24’24”. Sesta la prima non etiope, ma solo per passaporto: Shitaye Eshete del Bahrain in 2h25’36”.

Gabriele Gentili