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Luca Tribondeau, la mia idea di sci freeride

di - 11/01/2018

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Luca, ti vedo un po’ a cavallo fra la Old e la New School generation. Hai cominciato a gareggiare molto giovane. Hai attraversato tutta l’evoluzione del freeski dalla New School alla “New Competition Scene” e “Movie Scene”. Con le Olimpiadi la scena si è divisa fra Video e Contest. Prima di ciò ogni rider faceva un po’ entrambe le cose, mentre ora se ci si concentra solo sulla competizione, si fa questo al 100%. Sembra che tu stia facendo entrambe però.

Si è assolutamente vero, ho iniziato moltopresto a gareggiare e ne sono felice, perché ho potuto vedere com’era il freeskiing prima, ed è molto diverso da quello che è adesso. Oggigiorno come dicevi non si riescono a fare entrambe le cose, filmare e gareggiare, se fai competizioni non hai tempo per concentrarti su un progetto.

E’ molto dura, provo a dividermi sui due fronti ma forse è per questo che non ottengo grandi risultati.

Come pianifichi la tua stagione di solito?

Non pianifico, cerco di sciare e quel che succede succede. Ci sono alcuni progetti e gare che seguo sempre ma per il resto mi muovo e scio.

Com’è la vita in una squadra come quella di sci austriaca? Il tuo coach (Luggi Bricic n.d.r.) era ed è tutt’ora uno degli sciatori più stilosi con cui abbia mai girato. L’esperienza di un coach come lui aiuta il tuo progresso in quest’era così tecnica?

E’ una grande squadra e si è creato molto affiatamento nel corso degli anni. Luggi mi ha aiutato in molti modi, insegnandomi tanto. La sua umiltà e umanità sono incredibili. Sono felice che ci siano ancora ragazzi di questo tipo nella scena.

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