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Lunedì si va in scena a Boston

di - 16/04/2016

Si avvicina il giorno della Boston Marathon, la più antica delle maratone mondiali con i suoi 120 anni. La prova dello Iaaf Gold Label e del World Marathon Majors andrà in scena lunedì in una città blindata per il timore di attacchi terroristici con il vincitore dello scorso anno, l’etiope Lelisa Desisa, sfidato dai connazionali Yemane Tsegay, Tsegaye Mekonnen (2h04’32”) e Hayle Lemi Berhanu in una competizione chiamata a sciogliere i gravi dilemmi che attanagliano i tecnici etiopi per la composizione del terzetto olimpico. Forte anche la compagine kenyana con il vincitore 2012 Wesley Korir e poi Wilson Chebet e Sammy Kitwara (2h04’28”).

Lelisa Desisa vincitore nel 2015, per lui la seconda vittoria a Boston (foto organizzatori) Lelisa Desisa vincitore nel 2015, per lui la seconda vittoria a Boston (foto organizzatori)

Sul fronte femminile si gioca le ultime carte per essere iscritta a Rio e difendere il suo titolo olimpico l’etiope Tiki Gelana, mai convincente in questo quadriennio. Con lei le connazionali Buzunesh Deba, Atsede Baysa, Tirfi Tsegaye (già prima quest’anno a Dubai), Fatuma Sado e Mamitu Daska oltre alle kenyane Joyce Chepkirui e Flomena Cheyech insieme a Caroline Rotich vincitrice lo scorso anno. Da notare che la vincitrice, sia essa kenyana o Etiope e a prescindere dal tempo stabilito, avrà assicurato il posto a Rio.

NAGANO, OCCASIONE GIUSTA PER JOSEPH?

La domenica sui 42,95 km inizierà con la Nagano Marathon, tappa Bronze alla sua 18esima edizione nella quale si presentano al via atleti dal glorioso passato ma in cerca di un rilancio, come il kenyano Jairus Chanchima, con il miglior personale al via di 2h07’43” vecchio però di 4 anni. L’ultima sua maratona è del 2014 a Seoul, chiusa al 12° posto. Più recente l’ultimo successo di Laban Mutai, la vittoria a Linz nel 2014 in 2h08’03”. A Valencia in novembre ha chiuso sesto in 2h09’55”. L’uomo che desta maggiore curiosità è però il tanzaniano Fabiano Joseph, atleta dal glorioso passato sulla mezza maratona (iridato nel 2005, secondo nei due anni precedenti) ma che nelle sue cinque uscite sulla distanza piena non ha mai convinto. Una sua buona prestazione gli garantirebbe un posto a Rio 2016. Attenzione anche allo stakanovista mongolo Ser-Ot Bat-Ochir, che vuole cancellare l’orribile prova di Lake Biwa chiusa al 92° posto. Fra i locali, spiccano le presenze di Hiroki Kadota, PB di 2h10’46”nella Beppu-Oita Marathon 2015, Taiga Ito, quinto lo scorso anno, e Kazuya Ishida.

Il personaggio più in vista della prova femminile è sicuramente peruviana Gladys Tejeda, reduce dal nono posto, primo delle non africane, ai Mondiali di mezza maratona a Cardiff. Sui 42,195 il suo personale è 2h28’12” dello scorso anno a Rotterdam. Contro di lei le kenyane Hellen Mugo, che ricordiamo vincere in 2h27’1” a Carpi nel 2010 e Windfridah Kebaso, che corre per un team locale  che vanta primati importanti sui 10000, 31’19”92, e sulla mezza, 1h09’59”. La migliore locale è Kaori Yoshida, 2h28’43” a Saitama nel 2015.

A LODZ E’ CACCIA AL RECORD

Campo partenti mai così qualificato alla DOZ Lodz Marathon, inserita nel circuito Silver e giunta alla 12esima edizione. La gara polacca vanta infatti sei atleti con personali inferiori alle 2h11’ e 3 donne sotto le 2h30’. La starting list è guidata dal campione uscente kenyano Albert Matebor,con un personale di 2h05’25” risalente però al 2011, anno nel quale vinse anche a Verona. A sfidarlo il connazionale Mutai Kipkemei, lo scorso anno secondo a Rennes e con un PB di 2h09’29”. Terza forza il campo il locale Yared Shegumo, vicecampione europeo in carica che ha già vinto a Lodz nel 2014 ed è stato quarto lo scorso anno. La pattuglia etiope è guidata da Abraham Misganaw, che ha completato ben sei maratone negli ultimi due anni ed è reduce dal terzo posto alla mezza di Varsavia. Con lui Gezahegn Muleta, terzo lo scorso novembre a La Rochelle e l’ex connazionale ora naturalizzato norvegese Urige Buta, con un personale di 2h09’27”.

Albert Matebor vincitore lo scorso anno (foto organizzatori) Albert Matebor vincitore lo scorso anno (foto organizzatori)

Alla ricerca della riconferma è anche l’etiope Magarsa Askale Tafa, tra le 50 più veloci maratonete di sempre con 2h21’31” e che per cinque volte è scesa sotto le 2h26’. Tra i suoi successi quelli a Parigi, Dubai e Milano. Con lei Bekelech Daba, prima lo scorso anno a La Rochelle e che lo scorso mese a Nagoya è scesa a 2h27’24”. Punta al rilancio la bielorussa Nastassia Ivanova, che vuole staccare il biglietto per Rio dopo essere stata presente ai Giochi del 2012. La migliore kenyana è Racheal Mutgaa, 2h30’11” lo scorso dicembre a Guangzhou. La gara vale anche quale campionato polacco, con Agnieszka Mierzejewska netta favorita e a caccia del minimo olimpico di 2h30’.

A BRIGHTON PENSANDO A RIO

Tappa Bronze in Inghilterra con la Brighton Marathon dove il kenyano Duncan Maiyo punta alla riconferma e al record della gara di 2h09’25” affrontando i connazionali Raymond Chemungur, 2h10’06” a Francoforte 2015, Edwin Kiptoo, 2h11’45” lo scorso anno a Toronto e Joel Kimutai, 2h14’38” al debutto lo scorso anno. La sfida principale potrebbe però arrivare dal sudafricano Xolisa Tyali, a caccia di un posto per Rio.

Di qualità forse superiore il campo partenti femminile con la detentrice del trofeo Peninah Wanjiru opposta all’etiope Asnakech Mengistu, con un PB di 2h25’50” e reduce dalla vittoria a Gaochun in Cina dello scorso novembre. In gara anche l’altra kenyana Grace Momanji, oro ai Giochi del Commonwealth sui 10000 nel 2014.

Peninah Wanjiru e Duncan Maiyo alla presentazione alla stampa (foto organizzatori) Peninah Wanjiru e Duncan Maiyo alla presentazione alla stampa (foto organizzatori)