White Noise è il primo di una serie di episodi sugli atleti Mammut ognuno nel proprio elemento. Il rumore bianco è l’elemento che circonda il freerider italiano Mattia Felicetti.
Lo senti ancora il richiamo della Natura? Ascolta…
Siamo schiavi entusiasti della natura e prigionieri inconsapevoli del nostro tempo. Viviamo ad un ritmo forsennato ogni santo giorno, ma la nostra passione ci dice di rallentare, perché siamo il ritratto di una complicatissima dipendenza che nasce da una semplicissima necessità: il desiderio di libertà. Ogni giorno, tra una corsa in metro e un un panino inghiottito in un morso, capita che ci dimentichiamo persino di respirare. Il sospiro invece, quello gelido esaliamo in cima alle montagne con la goccia che ci scende al naso, è l’unico vero fuoco che ci riporta alla lucidità di un vivere sano e quasi dimenticato. Siamo schiavi di un benessere esistenziale, quello che solo la Natura è in grado di restituirci. D’altronde se Dave Peverett dei Foghat cantava “Slow ride, take it easy” già nel 1975, un motivo ci sarà pure stato, no?
Mammut Elements è materia. O forse qualcosa di più? Neve, Ghiaccio e Roccia si intrecciano e si fondono in qualcosa di più intricato: un’intensa emozione, uno sforzo fisico, un grido di gioia, o, perché no, un lungo silenzio. A questi elementi se ne oppone un ultimo, un back to the reality nella giungla urbana, quel fitto tessuto di “devi fare questo”. Eppure, in tutto quel disordine, sembra quasi di scorgere un’armonica arte, fatta di colore e movimento. Al momento, purtroppo, non è possibile svelare altro.