La domenica internazionale avrà per i nostri colori un sapore particolare, intanto perché in uno dei tre casi offerti dallo Iaaf Road Label si corre in casa, con la RomaOstia occasione privilegiata per limare i propri personali per molti atleti italiani di primo piano. L’attenzione principale però è riservata alla Lake Biwa Mainichi Marathon, primo ritorno alla maratona per Daniele Meucci dopo la conquista del titolo europeo. Obiettivamente, e lo ammette lui stesso, appare difficile pronosticarlo in lotta per la vittoria,ma la scelta della gara giapponese è stata saggia perché il percorso è velocissimo e proprio su quelle strade Giacomo Leone stabilì il suo record italiano in 2h07’52”, poi battuto da Baldini. Proprio il cronometro potrebbe essere il principale avversario del pisano, scendere sotto il suo primato zurighese di 2h11’08” significherebbe che la trasferta è stata positiva, a prescindere dal piazzamento.
La gara ha un favorito d’obbligo nell’etiope Bazu Worku, atleta 24enne ma già con una notevole esperienza in maratona. Campione uscente in 2h09’10” (nella foto), Worku ha già corso a Dubai finendo sesto in 2h07’09” e vuole riconfermarsi di fronte al kenyano Eric Ndiema, con un personale di 2h06’07” stabilito ad Amnsterdam nel 2011 (quando gli valse il record mondiale juniores) e considerato uno dei più costanti nel rendimento del panorama internazionale. Con lui il connazionale Samuel Ndungu, vincitore sulle strade giapponesi nel 2012 in 2h07’04 e primo lo scorso anno a Lisbona. Nel ruolo di outsider il mongolo Ser-Od Bat-Ochir, uno dei veri stakanovisti internazionali, il messicano José Antonio Uribe con un record di 2h08’55”, l’ugandese Jackson Kiprop con un PB di 2h09’32” e l’altro etiope Fikadu Girma.La gara, solamente al maschile, vale come prova qualificativa per i locali per i prossimi Mondiali, e fra loro il più qualificato appare Kazuhiro Maeda, 2h08’00”.
Donne assenti in Giappone ma protagoniste al World’s Best 10K, forse la prova più famosa nel calendario internazionale delle 10 km che si disputa ogni anno a San Juan di Portorico. La gara è caratterizzata dalla presenza della quattro volte iridata kenyana Vivian Cheruiyot, tornata recentemente all’agonismo dopo la nascita di suo figlio Allan in ottobre. Tre volte prima, nel 2009-2010-2012, la Cheruiyot creca un clamoroso poker sfidando la campionessa uscente, la connazionale Mary Wacera,la vincitore del 2011 Sentayehu Eyigu (Eth) e un’altra kenyana, l’iridata 2009 sui 10000 metri Linet Masai, forse l’atleta più forma nel lotto delle invitate, che comprende anche altre specialiste della gara su pista come le kenyane Betsy Saina e Risper Gesabwa e le etiopi Wude Ayalew e Belaynesh Oljira, in preparazione quest’ultima per i Mondiali di cross come anche la campionessa europea, la britannica Gemma Steel.
In campo maschile torna il re della gara, il kenyano Sammy Kitwara che già per cinque volte ha trionfato al Teodoro Moscoso Bridge e che a Chicago nel 2014 ha ottenuto uno straordinario personale sulla maratona in 2h04’28”. A sfidarlo il connazionale Julius Kogo, primatista stagionale sulla distanza in 28’05”, gli altri kenyani Paul Tanui (bronzo mondiale sui 10000), Stephen Sambu (lo scorso anno vincitore delle prove di 10 km a Boston e New York) e Kenneth Kipkemoi; l’ugandese Moses Kipsiro (tre ori ai Giochi del Commonwealth); il vincitore dei Giochi Asiatici El Hassan El Abbassi (Bah). L’Etiopia dal canto suo punta su Yenew Alamirew, uno dei migliori specialisti dei 5000 metri.
Gabriele Gentili