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Meucci: “Ho avuto fiducia”

di - 17/08/2014

“Non ho mai guardato il cronometro”. Sono le parole di Daniele Meucci dopo la storica vittoria nella maratona dei Campionati Europei di Zurigo. Con le lacrime agli occhi per la felicità l’azzurro spiega: “In realtà non volevo nemmeno indossarlo, ma Massimo (Magnani ndr) mi ha detto di metterlo. Non mi è mai servito, infatti ho preso solo due ‘lap’ e il tempo sta ancora scorrendo… ho badato solo a me stesso, alle mie sensazioni e al comportamento degli avversari”.

L’azzurro racconta con lucidità il momento decisivo dei 42,195 chilometri svizzeri: “Al 35° chilometro Massimo mi ha detto che stavo bene e che dovevo andare… io ero un po’ in dubbio, mi sembrava troppo presto ma ho avuto fiducia. Fiducia in me e nel nostro lavoro, ho ascoltato il consiglio e ha avuto ragione. Le sue parole mi hanno dato una grandissima consapevolezza e in quel momento ho capito che avrei vinto”. 

Dal momento del sorpasso il dominio del toscano è diventato evidente: “Nell’ultimo giro il tifo del pubblico quasi non mi ha fatto sentire la fatica, le persone lungo la strada mi hanno praticamente trascinato al traguardo… in quel momento pensavo ai miei figli, che mi danno una forza immensa”.

Su un percorso con quattro salite molto impegnative il pisano non ha mai sofferto: “Ho trovato il percorso difficile ma non così tanto come sembrava. Ho cominciato a sentire un po’ di fatica solo nell’ultimo giro, ma avevo una grande fiducia in me e nella mia preparazione”. Dopo i 10.000 di martedì qualcuno dubitava del tuo stato di forma: “Martedì ho corso i 10 chilometri per sbloccarmi, ma in realtà non ho mai pensato alla medaglia sui 10.000. Quest’oro è cento volte meglio dell’argento di due anni fa!”.

Ora si apre un orizzonte, nel solco di grandi campioni: “Questa è solo la mia terza esperienza in maratona, quindi spero di avere ancora tanta strada da fare. In passato l’Italia ha avuto grandi atleti che sono entrati nella storia dello sport e vogliamo provare a proseguire su questa strada. Sto lavorando, stiamo lavorando, per continuare la grande tradizione italiana della maratona”. 

Ruggero Pertile: “Ci ho messo il solito cuore e la solita determinazione. Oggi mi sarebbe piaciuto fare una gara diversa, volevo essere protagonista e andare all’attacco di una medaglia, ma non ci sono riuscito. Mi sono messo davanti per tenere il ritmo costante, soffrivo molto nelle salite e vedevo che perdevo terreno rispetto agli altri. In discesa al contrario guadagnavo qualche posizione. Il momento decisivo è stato quello della terza salita: avrei voluto chiudere sul gruppetto in fuga ma ho sofferto di crampi e non ci sono riuscito”. Quali consigli ai giovani della squadra? “Sono stati molto bravi negli allenamenti ma meno bravi oggi in gara. Devono imparare la pazienza, e magari ascoltare di più i consigli dei ‘vecchi’. L’esperienza in maratona è un tesoro”. Dopo tante 42,195km cosa c’è all’orizzonte? “Non so cosa farò… ma Rio non è lontana”.

Ufficio stampa Fidal