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Meucci, l’atletica azzurra riparte da qui

di - 17/08/2014

Un momento storico, un punto fermo dal quale ripartire: Zurigo regala all’atletica italiana quella speranza che si attendeva da tempo. Era attesissima la squadra azzurra per la maratona maschile per dare un messaggio, da tempo tecnici e addetti ai lavori parlavano della prova elvetica come di un punto di svolta per tutto il movimento e la squadra non ha tradito, perché l’oro di Daniele Meucci, per molti inaspettato, è un oro collettivo. L’azzurro ha corso con una saggezza inaspettata, noi stessi avevamo considerato la sua partecipazione ai 10000, annunciata alla vigilia dopo che dalla sede di allenamento arrivavano notizie mirabolanti sulla sua condizione, come un azzardo, invece quel test è stato utile per prendere coscienza delle sue condizioni: aveva rinunciato a seguire il treno di Farah nell’ultimo giro per non perdere energie preziose, energie che si sono rivelate fondamentali sul duro tragitto svizzero.

Una vittoria di squadra dicevamo, e l’affermazione può sembrare azzardata visto che nella Coppa Europa siamo giunti solo quarti, ma la condotta di gara del sestetto azzurro è stata attentissima pur in una prova che non si era messa bene. Facciamo il punto: al via il gruppo di testa vedeva davanti quattro azzurri, Meucci, Lalli, Pertile e Ricatti, con Pellecchia e Palamini che sceglievano subito un ritmo più blando per pensare alla classifica a squadre. Quando il polacco Marcin Chabowski è partito, molti pensavano fosse un’azione folle, ma poteva suonare come un campanello d’allarme. Ricatti si è messo davanti per alzare un po’ il ritmo, poi è stato Lalli a dare uno strattone. Il molisano ha pagato caro l’azione, chiudendo anzitempo la sua gara ma sapeva di non essere in giornata e ha consentito a Meucci di rimanere coperto suonando la carica ai suoi avversari. Anvche Pertile si è affacciato più volte davanti, salvo poi cedere quando il ritmo si è fatto intenso proprio per l’azione risoluta di Meucci, partito dopo il 30° km. La sua azione ha spezzato il gruppo, in 6 km il pisano ha ripreso il polacco che è letteralmente scoppiato tanto che non finirà la gara, poi è stato un assolo del toscano che in 2h11’08” ha stabilito il suo nuovo personale e considerando il tipo di percorso affrontato, i suoi margini di progresso sono notevoli. Ora con questo oro, la carriera di Meucci cambia, la maratona diventa il suo terreno di caccia con un obiettivo da inseguire: il podio di Rio 2016, ogni altra tappa dovrà essere un passaggio, privilegiando magari anche una grande maratona per cercare il tempo piuttosto che i Mondiali del prossimo anno.

Alle sue spalle argento all’etiope naturalizzato polacco Yared Shengumo, a 52”, che ha salvato la prova della Polonia partita con grandi ambizioni ma che ha perso le sue punte Szost e Chaborwski trovando un argento forse inaspettato e bronzo al russo Aleksey Reunkov, bravo a recuperare nel finale in 2h12’15”. Quinti il campione uscente Viktor Rothlin, autore di una prova commovente e che ha chiuso con le lacrime agli occhi sapendo che era l’ultimo atto di una carriera eccezionale. Buon settimo Ruggero Pertile, in 2h14’18” che non aveva le energie utili per lottare per il podio ma che ha atto un po’ l’allenatore in corsa. Per trovare un altro italiano bisogna scendere al 32° posto con Michele Palamini in 2h21’32”, ritirati gli altri azzurri e quarto posto nella Coppa Europa vinta da Russia su Francia e Svizzera.

Gabriele Gentili