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Milano-Roma, concorrenza pericolosa

di - 01/04/2017

Alla vigilia del D-Day della maratona italiana, che domani vivrà in contemporanea i suoi due più attesi appuntamenti, quelli di Roma e Milano, molti si chiedono perché. Perché fai coincidere nella stessa data due eventi così importanti imponendo una scelta obbligata: certo, non che un paio di settimane di differenza dessero la possibilità di gareggiare in entrambe le prove (che da sempre oltretutto hanno rinunciato all’abbinamento con la mezza), ma questo non aiuta la crescita degli eventi. Gli organizzatori guardano al proprio orticello: Roma tiene e si confermerà la maratona italiana più frequentata, Milano continua a crescere come numero di presenze, ma restiamo convinti che ha separazione fra le due entità gioverebbe loro. Giorni fa a Milano, alla presentazione della maratona meneghina, il vicepresidente Fidal Vincenzo Parrinello ha detto che “bisogna avere rispetto per gli atleti, per i dirigenti e per gli organizzatori sempre in prima linea per migliorare l’evento, ma seguendo una politica di regole”. Politica che dovrebbe prevedere anche una maggiore cura del calendario evitando simili sovrapposizioni, invece gli organizzatori hanno già annunciato che anche per i prossimi due anni la coincidenza rimarrà tale.

La sfida fra le due città ora si sposta sul piano cronometrico, con l’ambizione di stabilire il miglior tempo mai segnato in Italia, primato che spetta a Roma per ambedue i sessi. Milano, con una politica che lascia obiettivamente perplessi, fino al pomeriggio di vigilia non ha ancora reso noti i protagonisti della gara. Roma ha speso molto per la prova femminile, schierando una batteria di grandi interpreti etiopi con Koren Jelela che ha un PB di 2h22’43” seppur datato 2011 a Toronto, malo scorso anno ha comunque vinto a Ottawa in 2h27’06”. Workenesh Edesa quest’anno è stata seconda a Xiamen in 2h26’27”. Rahma Tusa è la campionessa uscente in 2h28’49” e vuole sensibilmente migliorarsi. Poi c’è Wude Ayalew, la più famosa, bronzo mondiale 2009 sui 10000 e che lo scorso anno ha corso a Shanghai in 2h27’08”. Il Kenya si affrida a Esther Chemtai Ndiema già vista tre anni fa a Torino in 2h28’41” e Beatrice Jelagat Cherop, 2h31’07” di primato.

Rahma Tusa prima lo scorso anno (foto organizzatori)

Anche fra gli uomini sono gli etiopi a evidenziarsi con Shume Hailu, già vincitore nel 2014 e Adane Bentayehu, che nel 2012 corse ad Amsterdam in 2h06’22” ma dal 2013 non è più sceso sotto le 2h10’. Favrito appare Shura Kitata, quest’anno terzo a Xiamen in 2h10’36”. Il Kenia si affida a Dominic Ruto, terzo lo scorso anno in 2h09’28” e a Barnabas Kiptum, 2h09’21” nel 2016 a Cape Town. Per l’Italia, venuta meno la presenza di Rosalba Console per un problema fisico, il maggior nome è quello del campione d’Italia sulla distanza, Ahmed Nasef.