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Mondiali cross: chi fermerà il Kenya?

di - 24/03/2017

Domenica si assegnano a Kampala, capitale dell’Uganda, i titoli mondiali di cross: scorrendo la lista dei partecipanti si nota subito come la stragrande maggioranza dei partecipanti sia del continente ospitante, ma questo non accade solo per ragioni geografiche. E’ evidente ormai come nel cross molto più che nelle altre specialità il dominio africano sia schiacciante, a tal punto da aver affossato (salvo pochissimi casi, come gli Usa) l’attività negli altri Paesi. E’ clamorosa ad esempio l’assenza della Gran Bretagna nelle prove Senior, gli inventori del cross hanno scelto altre strade e questi sono segnali che la Iaaf (oltretutto diretta da un’icona dell’atletica britannica, Sebastian Coe) dovrebbe considerare.

Anche l’Italia da anni ormai affronta la rassegna mondiale con molta sufficienza, a differenza di quanto avviene per l’Europeo. A Kampala saremo presenti con la squadra junior femminile e con la staffetta, nuova invenzione per portare a competere anche i mezzofondisti veloci. Non c’è da attendersi molto, se non il massimo impegno e chissà che proprio questo non porti qualche bella prestazione, valutabile soprattutto a livello di squadra e in paragone agli altri Paesi non africani.

Veniamo alle sfide per il titolo: a differenza di quanto avviene in Europa, i Mondiali di cross in Kenya sono “l’evento”, quello da non fallire, maggiori anche delle rassegne iridate in pista o su strada perché misurano la reale forza del movimento. Le squadre che il Kenya presenta a Kampala sono difficilmente battibili, ma non sempre questo ha portato bene. Nella gara maschile tutte le luci dell’attenzione sono puntate su Geoffrey Kamworor, campione uscente e due volte iridato nella mezza maratona, ma bisognerà vedere se avrà digerito la grande delusione olimpica, dove non è andato al di là dell’11° posto sui 10000. Ai campionati nazionali ha conquistato a stento il terzo posto e la concorrenza interna appare davvero dura da battere per arrivare al bis. In particolare con chi il titolo nazionale l’ha vinto, Leonard Barsoton già quinto due anni fa a Guiyang. Attenzione anche all’esperienza di Leonard Komon, il primatista mondiale dei 10 e 15 km su strada che ha già vinto l’argento iridato nel lontano 2008 e a Mark Bett, Nicholas Kosimbei e Leonard Langat, gli altri componenti il Dream Team.

Geoffrey Kamworor primo due anni fa (foto Iaaf)

Le formazioni etiope e ugandese appaiono un gradino sotto: l’Etiopia più che su Muktar Edris, che viene dal terzo posto di due anni fa, punta sul campione nazionale Getaneh Molla che potrebbe fare la sorpresa mentre i padroni di casa schierano una formazione molto compatta che ha nel giovane Joshua Cheptegei la punta: iridato 2014 da junior sui 10000, sembra avere acquisito nel cross quella dimestichezza che gli era sempre mancata. Africa a parte, è la formazione americana quella che parte con maggiori ambizioni schierando un sestetto quasi completamente di naturalizzati kenyani fra i quali Leonard Korir, imbattuto quest’anno fra cross e strada e che potrebbe essere la variabile impazzita della corsa.

La prova femminile, sempre sulla carta, vede la formazione kenyana ancora più compatta e superiore alle avversarie. Tutti indicano nella campionessa uscente Agnes Tirop la favorita, ma il team può schierare anche Faith Kipyegon, olimpionica sui 1500 che tiene tantissimo a questo titolo dopo i due vinti da junior nel 2012 e 2013, poi Alice Aprot quarta a Rio sui 10000 dopo una fantastica corsa di testa che molto influì sul successivo record mondiale dell’etiope Ayana e infine Irene Cheptai, campionessa nazionale plurivincitrice nella stagione dell’ Iaaf Cross Country Permit, che se ha mantenuto la stessa forma potrebbe far saltare il banco.

La Tirop prima a Guiyang (foto Iaaf)

L’Etiopia si affida a Senbere Teferi, seconda due anni fa dietro la Tirop e seconda anche ai Mondiali 2015 sui 5000, capace di vincere quest’anno a Siviglia ed Elgoibar con le connazionali Belaynesh Oljira e Dera Dida chiamate a farle da spalla. La sorpresa potrebbe arrivare dal Bahrain nella figura di Ruth Jebet, l’olimpionica dei 3000 siepi che se riuscirà a seguire le orme delle più forti potrebbe giocare un importante ruolo nelle fasi finali. Con lei Eunice Chumba, campionessa asiatica.

A VARSAVIA PROFUMO DI… ROMAOSTIA

I Mondiali di Kampala concentrano su di sé tutta l’attenzione internazionale, ma domenica c’è anche un appuntamento per lo Iaaf Road Label, la PZU Warsaw Half Marathon nella capitale polacca dove le esperienze precedenti dicono che il percorso permette di correre forte. Ci spera innanzitutto il kenyano Julius Kangogo, che solo due settimane fa abbiamo visto chiudere ottimo secondo la RomaOstia in 59’31” e che a Varsavia punta a ripetersi a tempo di record della corsa. Contro di lui l’etiope Mesfin Alemu che alla classica ostiense corse e giunse secondo nel 2014. L’esperienza sul percorso polacco potrebbe favorire l’altro kenyano John Lotiang, secondo nel 2015, mentre è attesa con curiosità la prova di Hillary Maiyo rimasto in Paese dopo la vittoria di domenica Gdynia e che sogna un clamoroso uno-due. Tra i padroni di casa spicca la presenza del vicecampione europeo di maratona Jared Shegumo, assente dalle gare dallo scorso settembre.

Favorita fra le donne è l’etiope Peninah Arusei, bronzo mondiale 2010 en che a Varsavia è già stata seconda lo scorso anno in maratona. Proverà a fermarla la bielorussa Volha Mazuronak, grande sorpresa della maratona olimpica, ma che sulla mezza non ha grande dimestichezza considerando che il suo PB è 1h11’44” dello scorso settembre a Minsk, ma a Varsavia ha già vinto nel 2012. La kenyana Alice Mogire invece è stata seconda lo scorso anno in 1h13’15”.