I Campionati Mondiali 2015 di cross a Guiyang, in Cina, si concludono con l’ottavo posto dell’Italia junior maschile e con il ventesimo del campione europeo under20 YemanCrippa. A dominare la classifica è squadre di categoria è il Kenya, vincitore del titolo iridato con 19 punti davanti all’Etiopia (33) e all’Eritrea (52). La squadra azzurra raccoglie invece 176 punti: oltre a Crippa vanno a punteggio il 17enne Yohanes Chiappinelli, 33esimo, il bronzo continentale individuale Said Ettaqy, 46esimo, e AlessandroGiacobazzi, 77esimo. Vince, con un impressionante volata finale, l’etiope Yasmin Haji, già argento mondiale junior dei 5.000 a Eugene. A laurearsi campione mondiale fra gli assoluti, dopo una gara da protagonista, è il keniano Geoffrey Kamworor Kipsang, campione iridato di mezza maratona 2014, mentre fra le donne va in scena l’assolo della connazionale Agnes Tirop, 19enne che diventa la più giovane campionessa iridata di cross da quando, nel 1985, a vincere fu Zola Budd. Fra le under20 la vittoria va in volata all’etiope Letesenbet Gidey, alla prima esperienza in una competizione internazionale. Al Kenya vanno così complessivamente 3 ori, 5 argenti e un bronzo, compresi entrambi i titoli individuali assoluti. Ad esclusione degli under 20 l’Etiopia domina però tre classifiche su quattro per quanto riguarda i team: sono suoi infatti entrambi i titoli assoluti e quello delle juniores.
UOMINI – Geoffrey Kamworor Kipsang, iridato di mezza maratona a Copenaghen 2014 e di cross junior quattro anni fa, attua la sua classica corsa d’attacco in tandem con il connazionale Bedan Karoki Muchiri. L’obiettivo è probabilmente spuntare la volata agli etiopi, a cominciare dallo specialista dei 5.000 Muktar Edris oggi non in perfetta forma. I 12 chilometri sono così lanciati da Kamworor, Karoki e Philip Langat, con Albert Rop (Bahrain) a farsi notare in testa alla corsa e gli etiopi presenti ma relegati nel ruolo di attori non protagonisti. Nei primi tre giri (di poco meno di 2.000 metri ciascuno, 5:40 – 5:50 – 5:43 i passaggi) accade poco se non una progressiva scrematura del gruppo, nel quarto (5:45) iniziano gli strappi: Gebrhiwet e Tola si staccano ed anche Edris, pur rimanendo in gioco per il podio, comincia ad appesantirsi perdendo poi terreno nell’ultimo dei sei giri previsti. Kamworor e Karoki corrono appaiati, provando a ripetizione a guadagnare qualche metro sull’altro fino all’azione determinante, l’allungo deciso di Kamworor a 400 metri dal traguardo. L’azione del 22enne è imperiosa e il 22enne lo conduce alla vittoria in 34:52, con otto secondi di vantaggio su Karoki (35:00) e 14 su Muktar Edris che conserva il bronzo (35:06). E’ significativo che all’arrivo il primo atleta non keniano o etiope sia l’ugandese Moset Kibet, ottavo. La classifica per team è combattutissima: sia Kenya che Etiopia conquistano infatti 20 punti, ma il regolamento assegna il titolo agli uomini del Corno d’Africa in base al miglior piazzamento del quarto atleta (Atsedu Tsegay è settimo mentre Langat è dodicesimo). Terzi gli uomini del Bahrain.
DONNE – Sugli 8 chilometri destinati alle donne la protagonista è Agnes Tirop, 19 kenyana già argento junior nel 2013 e due volte bronzo mondiale under20 dei 5.000 su pista. Tirop conduce le danze fin dallo sparo, trovando filo da torcere solo nella coetanea etiope Senbere Teferi, l’unica a resistere al ritmo subito veloce ma costretta ad arrendersi nei 200 metri finali, quelli decisivi. L’ordine d’arrivo vede così Tirop prima in 26:01 seguita da Teferi (26:06) e Netsanet Gudeta (26:11). La sfida Kenya-Etiopia non permette alcun inserimento ai piani alti da parte di atlete provenienti da altri Paesi. Nelle prime 13 posizioni l’unica a sottrarsi a questo dualismo è l’eritrea Nazret Weldu, solo undicesima. L’oro per team vede imporsi le etiopi (17) con due punti di vantaggio sulle kenyane (19) e il terzo posto delle ugandesi, lontanissime con 101 punti.
JUNIOR UOMINI – La gara, 8 chilometri su un percorso insidioso, ondulato e con alcuni passaggi particolarmente fangosi, nella prima parte è molto kenyana. I corridori degli altopiani hanno sei atleti nei primissimi posti – a dettare il ritmo sono soprattutto Geoffrey Korir e Alfred Ngeno – mentre i rivali etiopi sono meno visibili, diluiti nel lungo serpentone. A un giro dalla fine Korir e Ngeno piazzano l’azione che dovrebbe essere decisiva, una prima accelerazione che stacca sia Kiptarus che l’iridato junior dei 10.000 Joshua Cheptegei. Non si scrollano di dosso però l’etiope Yasmin Haji, già argento mondiale junior dei 5.000 nella scorsa estate, a Eugene. Scaltro tatticamente, il 19enne secondo ai trials nazionali aspetta a piazzare l’affondo sino a dopo l’ultima curva, quando appare il traguardo. A quel punto il suo cambio di ritmo, a 250 metri dall’arrivo, è impressionante. Con un’accelerazione potente Haji lascia sul posto Korir (Ngeno è già staccato) e chiude in 23:42, con Korir a 23:47 e Ngeno a 23:54. L’oro continentale di categoria Yeman Crippa – quest’anno vincitore anche del cross Internazionale di Edimburgo – si difende bene in un contesto particolarmente impegnativo, gestendo bene gli 8 chilometri e chiudendo – in rimonta – a circa un minuto dai primi in 24:52. In evidenza anche il giovanissimo (è ancora 17enne) Yohanes Chiappinelli: il toscano specialista delle siepi, gara in cui lo scorso anno – ancora allievo – ha partecipato ai Mondiali junior di Eugene, finisce 33esimo in 25.44, perdendo qualche posizione nel finale ma arrivando davanti anche al bronzo continentale di Samokov Said Ettaqy (46esimo in 26:07). Più indietro gli altri azzurrini: Alessandro Giacobazzi è 77esimo (26:59), Yassin Bouih 82esimo (27:15) e Simone Colombini 92esimo (27:29). A dominare la classifica è squadre di categoria è il Kenya, vincitore del titolo iridato con 19 punti davanti ai rivali storici dell’Etiopia (33) e all’Eritrea (52).
JUNIOR DONNE – Alla sua prima rassegna internazionale, è l’appena 17enne etiope Letesenbet Gidey a vincere l’oro femminile dei Mondiali di cross di Guiyang. La gara (6.030 metri) è in realtà un dominio dell’Etiopia, con il podio interamente gialloverde così come cinque delle prime sei posizioni: dopo Gidey, che sbaglia anche strada a un passo dal traguardo (19:48), l’argento va al collo di Dera Dida (19:49) e il bronzo a Etagegn Woldu (19:53). L’unica non etiope a inserirsi ai piani alti della classifica è la kenyana Daisy Jepkemei, quarta in 19:59. Inizialmente è il Kenya a farsi vedere maggiormente con Winfried Mbithe, Gladys Kipkoech e la campionessa olimpica giovanile delle siepi Rosefline Chepngetich. Con loro anche Ruth Jebet (Bahrain). Lo scorrere dei chilometri porta però a un ribaltamento della classifica, con le kenyane a pagare la partenza troppo veloce e le etiopi che avanzano sino a prendersi tutta la scena. Gidey, terza per gran parte della gara, prende la testa a 500 metri dal traguardo guadagnando subito qualche secondo su Dida e Woldu. Un piccolo inconveniente – sbaglia strada e perde terreno a un centinaio di metri dal nastro d’arrivo – non compromette il vantaggio. La classifica per team vede una scontatissima vittoria dell’Etiopia (con 11 punti) davanti al Kenya (33) e al Bahrain (52). Con le ugandesi quarte (95), la prima squadra non africana è quella giapponese, quinta con 92 punti.
Ufficio stampa Fidal