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My Climbing Myth: un concorso per festeggiare 30 anni di Mythos

di - 08/04/2021

my climbing myth

My Climbing Myth: per celebrare i 30 anni dell’iconica scarpetta d’arrampicata Mythos, La Sportiva lancia un concorso fotografico dal sapore nostalgico che, a partire dai suoi ambassadors, raccoglie, racconta e premia le storie dei nostri miti verticali.

Mythos

Mai nome avrebbe potuto essere più azzeccato di quello che, nel 1991, Giuliano Jellici (Responsabile R&D) e Lorenzo Delladio (CEO) decisero per questa scarpetta lilla, inconsapevoli della storia di successo che stavano scrivendo. Un prodotto innovativo ma non vincolante nella sua tecnicità, capace di portare un climber a superare i propri limiti a prescindere dal grado. Un prodotto che ha saputo conquistare generazioni intere di arrampicatori, che ancora oggi dopo trent’anni, non rinuncerebbero mai alla sicurezza e al comfort di una calzata che ha fatto la storia.

my climbing myth

Ma si sa, le cose belle e funzionali non passano mai di moda, e le intuizioni che arrivano al momento giusto finiscono col diventare “icone”.

Ecco che nella sua geniale essenzialità, Mythos rappresenta esattamente questo: una costante nel tempo, un prodotto sopravvissuto al passare del tempo e delle innovazioni, diventato leggenda, “mito”, appunto.

30 anni di Mythos

Ed è per celebrare questo importante anniversario che La Sportiva apre il proprio album dei ricordi e chiede alla propria community di fare lo stesso, attraverso un concorso fotografico che dal 5 al 29 aprile mira a raccogliere, raccontare e premiare le storie dei nostri miti verticali: persone che entrate nella nostra vita non solo hanno influenzato il modo che avevamo di vedere questo sport, ma hanno cambiato anche una parte di noi. Anche loro a prescindere dal grado oltre al quale ci hanno spinto, anche loro inconsapevoli della storia di successo che stavano scrivendo.

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Per farlo, siamo partiti proprio da loro, da quelli che molti di noi considerano delle leggende del mondo verticale: da Alex Huber a Jakob Schubert, da Heinz Zak a Babsi Zangerl, abbiamo chiesto chi è riuscito a regalargli quella scintilla, quella magia che nessun viaggio, vittoria o cima avrebbe mai potuto offrire, scoprendo che anche i miti, hanno dei miti. Ma non sempre sono quelli che ci immaginiamo.
Il proprio papà, un’amica. Il rifugista, un istruttore. Un compagno di cordata, il primo allenatore.
Perché se è vero che non tutti i super eroi indossano un mantello, è anche vero che non tutti i miti verticali sono dei campioni.

Il concorso My Climbing Myth

Chi è il tuo mito? Raccontalo con un breve aneddoto, fatti votare dagli amici e prova a vincere il concorso #MyClimbingMyth

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