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New Balance Hierro V9, il test

di - 30/04/2025

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Hierro compie dieci anni e per l’occasione è stata presentata al pubblico l’ultima versione della New Balance Hierro V9 scarpa trail più celebre di New Balance. Con questa scarpa a fine giugno Paolo Dellavesa correrà la Marathon du Mont Blanc. Vi racconto com’è correrci!

Testo e foto di Paolo Dellavesa

New Balance Hierro v9


DESIGN & FINITURE

Che sia sempre stata una delle scarpe più cool nel mondo off-road non serve certo che sia io a dirlo. La V9 non fa eccezione, perde il famoso “spoiler sulla suola” ma rimane bellissima. Gli aggiornamenti introdotti da New Balance riguardano in primis la suola che, come nel passato, è Vibram, ma ora in Megagrip con tecnologia Traction Lug. Rigida, con una geometria a rocker accentuato e molto, molto ammortizzata. È stato ridotto il drop e incrementato lo stacco da terra, con un notevole 42mm sul tallone e 38 verso l’avampiede. Buone notizie dalla bilancia, ora Hierro pesa 298 grammi nella misura 8,5US. Un ottimo risultato generale, vista la costruzione “maxi”.

New Balance Hierro v9

CHIUSURA & ALLOGGIAMENTO

Calzare la Hierro è molto facile, il piede entra senza problemi anche grazie all’ampio anellino posteriore. I lacci sono piatti ed elastici, scorrono senza frizioni in 3 occhielli tradizionali e 2 ad asola. Questo favorisce una spiccata semplicità nel tensionamento della chiusura. Questa, anche quando viene serrata con forza, non crea un’eccessiva pressione sul collo del piede. Merito della linguetta a soffietto ben imbottita e delle asole che distribuiscono omogeneamente la tensione.
Il toe box si può definire nella media, certamente non ampio come spesso viene proposto su scarpe da ULTRA. Accontenta i runner con pianta del piede non larga che cercano una calzata avvolgente. Ma non temete, se avete bisogno di più spazio New Balance ha pensato anche a voi, è infatti presente la versione “larga”.

COMFORT

I materiali di costruzione sono molto morbidi e discretamente imbottiti. L’intersuola concorre ad aumentare il piacere sotto ai piedi, tuttavia la struttura della nuova Hierro è davvero molto rigida, soprattutto alla torsione. Caratteristica che riduce la sensibilità a terra ma non la comodità generale. È una scarpa gradevole da tenere ai piedi, sia dopo molte ore che quando la calziamo già da stanchi per fare una sessione di corsa rigenerante.
TRASPIRABILITÀ
Tomaia che presenta un tessuto a trama differenziata. Nel dettaglio, si nota una parte più forata sul dorso delle dita a favorire un’ottima ventilazione in questo punto. Meno traspirante e più caldo tutto il resto, frutto di una scelta necessaria a dare struttura e sostegno al piede a causa dell’alto stacco da terra.

GRIP

Quando si parla di Vibram Megagrip con tecnologia Traction Lug, siamo probabilmente di fronte al gold standard delle suole per trail running. Hierro V9 vanta questa suola e la equipaggia con una superficie d’appoggio dei tacchetti ampia e profonda 6 mm. Questa combinazione offre il massimo delle prestazioni sui terreni che spaziano dai più semplici e compatti, per passare da una tenuta grandiosa su roccia anche liscia, fino a terreni bagnati e morbidi, purché non eccessivamente fangosi. Insomma, l’ennesima conferma delle prestazioni ai vertici di questa suola, che alza il valore di qualsiasi scarpa sulla quale viene montata.

New Balance Hierro v9

STABILITÀ

Non fatevi ingannare dai numeri, pur avendo uno stacco da terra significativo, grazie alla sua particolare struttura, Il piede affonda nell’intersuola al posto che appoggiarvi sopra. Questo si traduce in un effetto contenitivo che stabilizza l’appoggio. Ciò vale soprattutto su terreni facili e scorrevoli. Come è lecito aspettarsi, su terreni sconnessi o tecnici si è costretti a rallentare quel tanto che basta per tornare in controllo. L’elevata rigidità torsionale e la generosa quantità di schiuma non aiutano chi cerca quella sensazione di feeling con il terreno, rendendo Hierro un po’ sorda quando gli appoggi diventano meno semplici. L’ampia impronta a terra ben si amalgama alla costruzione generale.

New Balance Hierro v9

PROTEZIONE

La New Balance Hierro V9 è una scarpa sicura pur mantenendo una sensazione non costrittiva sul piede. A volte capita che calzando le scarpe molto protettive si percepisca quell’effetto “scarpone”, che ho sempre trovato spiacevole e limitante. Il puntale che già risulta rialzato per la geometria rocker è ben isolato da una struttura in TPU, chiamata toe protect. Questa contorna perfettamente le dita dei piedi e non lascia spazio a spiacevoli impatti. Lateralmente la tomaia si inspessisce e con essa aumenta anche l’isolamento. Il contrafforte tallonare è solido e imbottito senza però risultare indeformabile.

New Balance Hierro v9

CAPACITÀ DI AMMORTIZZARE

La mastodontica intersuola si stacca molto da terra isolando la pianta del piede in modo quasi totale. Questa è realizzata in mescola Fresh Foam X a doppia densità, più morbida vicino al piede per aumentare il comfort e più rigida verso il terreno per offrire maggiore stabilità. Ad ogni appoggio, anche più brusco, la sensazione è di totale comfort. È probabilmente la caratteristica principale di Hierro, insieme all’ottimo grip. Il rovescio della medaglia è una reattività limitata, che tende a farsi notare quando si prova ad aumentare il ritmo.

New Balance Hierro V9, CONSIGLIATA PER…

New Balance Hierro V9 è una campionessa di comfort e ammortizzazione, peculiarità che la colloca al vertice tra le scarpe di questo segmento. Rendendola un’opzione interessante anche per i runner pesanti. La seconda caratteristica di spicco è certamente la presa a terra, eccezionale in quasi tutti i contesti. Il trail runner che potrà apprezzare questa scarpa è colui che cerca un’affidabile compagna per corse lente in totale comodità. Ottimale per gare lunghe o lunghissime, così come per le sessioni di fondo o rigeneranti. E poi, lasciatemelo dire, quanto è instagrammabile!

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”