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Non Solo Race

di - 10/06/2013

4 maggio escursione Santa Margherita Ligure – San Fruttuoso, 5 maggio 1à tappa race Fiumaretta.

testo a cura di Luca Cassolo

In occasione della prima tappa di campionato italiano Fisurf a Fiumaretta, Luca Cassolo e il suo Team Torinese, organizza una escursione, il giorno che precede la gara, dando luogo al varo della nuova Race Tec Bic, arrivata fresca fresca dalla Francia, alcuni giorni prima. I mari italiani non erano ancora stati solcati da questa nuva e performante tavola. Dopo molti  studi  e  test  di Patrice de Removille ed Eric Terrien, tre Race Tec vengono inviate ai ragazzi del Team Bic Italia, Giordano Bruno Capparella, Nicola Zamuner e Luca Cassolo. Atleti dal passato canoistico e con età diverse così da proporre in varie  categorie il nuovo attrezzo tecnico marchiato BIC.

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Ma non è degli atleti che voglio parlare in questo articolo, ma della versatilità del Paddling. Il gruppo torinese composto sia da amatori che agonisti, si appresta compiere un tragitto di 15 km da Santa Margherita Ligure a San Fruttuoso e ritorno, facendo una tappa a Portofino. Le tavole che vengono usate per l’escursione sono varie e di tipologia diversa, dall’allaround alle race Wing Bic  e la Race -Tec. Ed è di questi due Sup che si parlerà. La suddivisione dei materiali viene fatta in questo modo, le ragazze del team agonistico, che si sono allenate con continuità per tutto l’inverno utilizzeranno le allaround, mentre ai principianti il coach Luca  farà usare le race wing.

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Questo può sembrare un paradosso, ma la versatilità e l’ottimo compromesso tra velocità e stabilità di Wing ne permettono l’uso anche ai principianti, ed in una situazione come questa dove il gruppo per vari motivi non è omogeneo, con questo escamotage il Trainer riesce a tenere sotto controllo tutti, e fare in modo che il team avanzi senza sgranarsi troppo. In questo modo chi è meno allenato potrà utilizzare una tavola piùveloce di una allaround e stare con coloro che invece per via della più lunga e continua preparazione riescono ad essere più performanti. Tutto ciò senza compromettere la stabilità di coloro che usano wing, sarebbe un disastro se i principianti pur di guadagnare qualche cosa in velocità perdessero tempo con continui bagni,  senza contare che si stancherebbero molto infretta e la gita per loro diventerebbe un incubo. In questo modo il tragitto diventa fluido, inervallato da esercizi, per migliorare la propriocezione specifica e momenti divertenti e di chiacchiere. La considerazione successiva e che il giorno dopo Silvia Ronco su Wing si classifica terza alla gara race, questo a conferma della versatilità della tavola race. Quindi non sempre bisogna osservare i materiali da un solo punto di vista. In acqua avevamo anche la Race -Tec  che ovviamente le ragazze provandola notavano la differnza di peso e di scorrevolezza, apprezzando tutti questi pregi oltre che l’ottima stabilità. Ma come dicevo prima l’osservazione va sempre fatta da più punti di vista. La spinta per fare crescere uno sport è fondamentale che giunga dalla base, più è larga la base più il vertice sarà alto.

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Il gruppo tra una pagaiata e un esercizio tecnico prosegue verso la meta. Accompagnati da una fortunata giornata di sole, anche se provai da una  levataccia  alle 5 del mattino, Marco, Mario, Giovanni, Simonetta, Silvia, Piero e Giuliana sotto l’attenta guida del loro coach Luca  pagaiano subendo la risacca che il mare provoca sulla costa rocciosa. Le tavole filano veloci, dopo qualche piacevole bagno involontario si arriva a San Futtuoso baia raggiungibile solo a piedi percorrendo un bellissimo sentiero, oppure via mare possibilmente con mezzi ecologici quali il sup o il kayak. Fortunatamente la baia non è affollata, cosi il gruppo può approdare rilassandosi e ricaricarsi per affrontare il percorso di ritorno di 7 km. Con agilità e senza timore, grazie alle fivefinger, calzature tecniche adatte agli sport outdoor, si approda su un terreno sassoso senza problemi per i piedi  e sistemate le tavole a riva di tutti i partecipanti, Luca ne approfitta per testare la nuova Race tec Bic (12,6 / 28,1/5). Le prime sensazioni sono sicuramente quelle della leggerza e della reattività, il carbonio restituisce  tutto l’impulso che viene impresso in acqua, lo scafo con un lieve rocker permette di agganciare ogni minima onda, la tavola le sente e ci si infila dentro lasciandosi trasportare senza troppa fatica. Anche la stabilità, sicuramente la parte più delicata per Luca  che come atleta arriva dal kayak e dall’outrigger, e non dal surf , era la cosa che lo preoccupava di più.

Dopo qualche esperimento con giri di boa e spostamenti sulla poppa, la sensazione è buona, si riesce a controllare agevolmente e con un pò di pratica specifica sicuramente potrà sfruttare questa caratteristica a suo vantaggio nelle gare di race.

La parte centrale della tavola con la coperta abbassata facilita il controllo e la prua e la poppa con più volume la tengono alta sulle onde, facendola scorrere rapidamente.

L’impressione è positiva, rapida stabile efficente nel catturare le onde per sfruttarne il moto. Controvento, facile da fare scorrere, mentre agilmente taglia le onde che gli si infrangono contro.

Il test svolto su una condizione di mare poco mosso, ma spesso simile alle condizioni che si riscontrano nella maggior parte di gare di Sup race, è stato positivo. Sicuramente altri pareri di atleti che hanno una maggiore esperienza wave potranno valutare meglio le caratteristiche di questa tavola, ma per cio che mi riguarda considerando la mia lunga, più che trentennale esperienza canoistica su varie specialità, posso confermare i pregi che ho precedentemente elencato di questa nuova tavola race prodotta dal brand Bic Sport.

Per concludere, le due giornate sportive, il sabato dedicato al cruising, e la domenica alla gara agonistica evidenziano il potenziale di questo sport d’acqua, accessibile per ogni esigenza, e con qualche piccolo escamotage può fare piacevolmente convivere attività agonistica e amatoriale senza creare differenziazioni, così da accorpare tutti gli appasionati che in comune hanno non la quantità di allenamento svolto o la tipologia di tavola usata, ma la voglia di inoltrarsi, scivolando sull’acqua percependo le piacevoli sensazioni che il mare e disposto a regalare.

Luca Cassolo