Il grande circo dei Giochi Olimpici apre le porte alla disciplina regina,l’atletica leggera che domani apre i battenti e offre subito un programma succulento comprensivo della finale dei 10000 metri femminili, dove l’etiope Tirunesh Dibaba andrà a caccia di un leggendario terzo titolo consecutivo. Va detto però che la campionessa di Pechino 2008 e Londra 2012 non parte con i favori del pronostico: nel quadriennio ha tentato con ottimi risultati cronometrici la strada della maratona, poi ha interrotto la sua attività per maternità e ha guadagnato la selezione olimpica quasi in extremis, ma nel borsino degli addetti ai lavori pare meno qualificata di Almaz Ayana, la leader del ranking 2016 che nel trial etiope disputato a Hengelo in Olanda ha corso in 30’07”00 lasciandosi la Dibaba alle spalle. Quest’ultima ha sicuramente un finale molto più ficcante della Ayana, che dalla sua cercherà, avendone tutte le possibilità, di stroncarla sul ritmo, come anche l’altra etiope Gelete Burka, anche perché c’è una minaccia di non poco conto che viene dalla kenyana Vivian Cheruiyot, bronzo a Londra anche lei ferma a lungo per maternità, ma tornata più forte di prima e con la sapienza tattica per far saltare il banco, magari con l’aiuto della giovane Alice Aprot, campionessa africana quest’anno, e di Betsy Saina, kenyana da anni trapiantata negli Usa che pare destinata al ruolo di gregaria.

Proveranno a inserirsi nella lotta le americane Emily Infeld, bronzo mondiale lo scorso anno e Molly Huddle ma attenzione anche alla turca di nascita etiope Yasemin Can che tanto ha impressionato agli Europei di Amsterdam. In questo contesto ci sarà anche una presenza italiana, Veronica Inglese, un’occasione importantissima per la campana per accumulare esperienza e magari provare a migliorare ancora il suo personale, sapendo interpretare la gara e trovando il treno giusto. Un piazzamento nelle prime 10 posizioni avrebbe un valore enorme per il talento più promettente del nostro mezzofondo.
L’appuntamento per la gara femminile è venerdì alle ore 16:10 italiane il che significa che si gareggerà alle 11:10 del mattino e questo orario inusuale potrebbe essere una nuova incognita per le atlete; il giorno dopo sarà la volta degli uomini, in gara alle 21:27 locali (le 2:27 della notte da noi),prima tappa del tentativo del britannico Mohamed Farah di imitare il grande finnico Lasse Viren di vincere 5 e 10 mila metri per due edizioni consecutive. Il britannico ha se possibile limato ancorala sua base di velocità per spaventare i rivali, anche perché la sua sfida con il kenyano Geoffrey Kamworor che attraversa questi anni nell’ultima occasione, quella dei Mondiali casalinghi di mezza maratona in marzo, ha visto l’africano vincere di potenza sul britannico, capace comunque di riaggiustare la gara e vincere il bronzo. Lo scorso anno ai Mondiali di Pechino Farah riuscì ad averla vinta in maniera perentoria su Kamworor in un gara dove gli altri kenyani Paul Tanui e Bedan Karoki, ancora della partita, provarono a rendere dura la corsa. Cambieranno qualcosa a livello tattico? Staremo a vedere, c’è da tenere conto delle ambizioni di quest’ultimo, collazionatore di medaglie ma ancora alla ricerca del grande acuto. Gli etiopi sembrano partire un gradino sotto e si affidano soprattutto a Yigrem Demelash, iridato junior 2012 e leader stagionale in 26’51”11. Con lui l’esperto Tamirat Tola, una sorta di regista in gara e Abadi Rmbaye Hadis, ancora junior e vero oggetto misterioso della contesa.

Contesa che potrebbe riguardare anche l’americano Galen Rupp, quinto lo scorso anno ai Mondiali e capace di seguire anche i ritmi più indiavolati,oltretutto iscritto anche a 5000 e maratona per copiare,anche se a livelli diversi, la grande impresa di Zatopek a Melbourne 1956. Oltretutto, allenandosi con Farah, potrebbe essere un valido aiuto per il britannico in una sorta di gioco a due contro l’invasione africana.