Report a cura di Paolo Marconi
Adattamento e correzione editoriale a cura di Lucia Stipo
L’Orange Bowl Championship Paddleboard è un evento di calibro internazionale della East Coast, si svolge a Miami, organizzato magistralmente dai ragazzi della Jimmy Lewis America, ed è a scopo benefico (tutti i proventi andranno all’associazione di volontariato Big Brothers Big Sisters of Greater Miami). Avendo già partecipato lo scorso anno, ero consapevole del successo che la manifestazione avrebbe riscosso anche quest’anno.
Sono arrivato a Miami tre giorni prima della gara in modo da avere il tempo per adattarmi al clima, al fuso orario e soprattutto per avere modo di provare il percorso e il mio stiletto 12’6”, realizzato appositamente per la gara.
I due giorni di warm up sono stati molto positivi, avevo buone sensazioni e insieme a Silvia Mecucci, abbiamo studiato bene le traiettorie e le diverse situazioni che si sarebbero potute creare in gara. La gare elite prevede un tracciato di 7 miglia che in gran parte costeggia una parte della baia, un percorso impegnativo ma molto stimolante all’interno di un canale sotto gli occhi del pubblico. Partenza e arrivo al porto turistico, ma una volta fuori inizia il vero è proprio tour nella baia.
La sera prima della gara, con Silvia ei distributori Jimmy Lewis America, siamo andati ad incontrare la leggenda Dave Kalama, che teneva una presentazione in un negozio di surf; abbiamo così avuto modo di conoscere e farci conoscere dai numerosi local che ci hanno accolto calorosamente.
Il giorno della gara è finalmente arrivato. Il programma prevedeva una long distance di 7 miglia la mattina e una sprint di 150 metri ad eliminazione nel pomeriggio. Inoltre, molti eventi dedicati ai numerosi appassionati del nostro sport facevano da contorno alla manifestazione.
Tra i moltissimi iscritti spiccavano nomi di spessore internazionale, sia tra gli uomini sia tra le donne. Slater Trout, Belar Diaz, Ryan Helm, Fernando Stalla, Lina Augatis, Bailey Rosen sono solo alcuni dei mostri sacri di questa manifestazione.
Alla partenza della long distance ho combattuto subito per stare con il treno dei migliori e sono stato a lottare nei primi dieci fino a metà percorso, dove le posizioni si sono mischiate ed è saltata ogni collaborazione nel gruppo. Da questo punto di gara ho iniziato a tirare per ricucire sui top 5 e sono arrivato a ridosso del loro gruppo arrivando sesto al traguardo.
Dopo la long distance si è svolta la gara amatoriale; un po’ di eventi collaterali, tra cui le ballerine dei Miami Heat, hanno animato il numeroso pubblico.
Alle 13 sono iniziate le batterie della sprint race. Il percorso era di circa 150 m, con un grande pubblico radunato ad assistere alla gara. Sono riuscito a passare i primi tre turni gestendo bene le mie energie. Poi è arrivata la semifinale, dove ero in batteria contro il brasiliano Vinicius Martins e la star Slater Trout, il vincitore passava alla finale e gli altri venivano eliminati.
Dopo essere arrivato al giro di boa al pari dei miei avversari, ho iniziato a credere nelle mie possibilità ed ho guadagnato un piccolo vantaggio che mi ha permesso l’accesso in finale; Qui mi son ritrovato contro Ryan Helm e Brandon
Rambo. Dopo una partenza non troppo brillante, un buon giro di boa mi ha permesso di recuperare e superare entrambi gli avversari, ho così tagliato il traguardo per primo realizzando un sogno e diventando il primo italiano a vincere negli Stati Uniti.
Tirando le somme di questa bellissima esperienza, mi sento di ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto e che hanno fatto sì che potessi vivere questo sogno. In particolare ringrazio la mia famiglia, i ragazzi di Jimmy Lewis italiani e americani che mi hanno accolto e messo a disposizione la migliore attrezzatura possibile, Jimmy Lewis in persona, la famiglia di Quick Blade, la mia compagna di team Silvia, il mio preparatore Gianluca Caimmi e tutti gli altri che hanno creduto in me. Adesso è gia il momento di guardare avanti e preparare al meglio la stagione che è appena iniziata.