“Sulla base dell’irresponsabile taglio alle tasse del governo americano, Patagonia dovrà meno al fisco, 10 milioni in meno. Invece di rimettere questi soldi nel nostro business, rispondiamo restituendo 10 milioni all’ambiente. Il nostro pianeta-casa ne ha bisogno più di noi”.”Le tasse proteggono i più vulnerabili della nostra società, le nostre terre pubbliche e altre risorse che danno la vita – ha concluso la Marcario – e nonostante questo, l’amministrazione di Donald Trump ha avviato un taglio alle tasse per le imprese che minacciano questi servizi a scapito del nostro pianeta”.
Dal 1985, Patagonia devolve l’1% dei propri profitti per sostenere organizzazioni ambientaliste in tutto il mondo, finanziando gli attivisti che lottano per la tutela dell’ambiente nei paesi e nelle comunità dove la stessa azienda è coinvolta. La donazione di 10 milioni di dollari si aggiungerà ai fondi destinati alle ONG che si battono per difendere il pianeta, incluso il movimento di agricoltura biologica rigenerativa, che, secondo Marcario, “non solo rallenterà la crisi climatica, ma potrebbe iniziare a invertirla”.
L’annuncio dell’azienda californiana è coinciso con la diffusione del rapporto delle agenzie governative Usa sul devastante impatto per l’economia dei danni ambientali.









