Lanciato per la prima volta nel 2007, torna rinnovato per affrontare nuove sfide in backcountry.
E’ il Patagonia PowSlayer Kit!
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Patagonia Powslayer Kit, per chi è stato fatto
Patagonia Powslayer Jaket & Pants è stato creato per sciatori e snowboarder esigenti che si mettono alla prova su terreni difficili in fuoripista.
Se completi più orientati allo scialpinismo come lo Stormstride kit sono caratterizzati da linee più attillate, giacca più corta e un tessuto più traspirante e meno protettivo, qui ci troviamo a che fare con un design più rilassato e funzionale che massimizza le performance in discesa e protegge da condizioni meteo avverse e neve profonda.
Perché dopo quasi 20 anni c’è stata l’esigenza di rinnovare completamente Patagonia Powslayer, e dove è cambiato?

Aggiornati i dettagli funzionali e il tessuto
L’evoluzione, dal punto di vista del design, è stata frutto di anni di sviluppo da parte dei designer e degli ambassador del Team.
Fondamentale però è stata l’adozione del tessuto 3 strati con la nuovissima membrana Gore-Tex ePE 100% Nylon Riciclato, con rovescio Rip-Stop e trattamento DWR senza PFAS aggiunti intenzionalmente, e fodera 89% Poliestere Riciclato e 11% Elastan.
Il nuovissimo tessuto, conforme agli standard Patagonia riguardo alla sostenibilità ha richiesto anni per essere sviluppato ed è ora pronto per offrire le stesse prestazioni del celebre Gore-Tex, ma con un occhio di riguardo in più all’ambiente.

I dettagli funzionali della Patagonia Men’s PowSlayer Jacket
- Design preformato delle maniche
- Cerniera frontale Vislon a prova d’acqua
- 2 ampie tasche pettorali a soffietto di cui una con taschino interno elastico, e una con accesso alla tasca zippata interna
- Tasca sulla spalla con cerniera impermeabile
- Tasche scaldamani con zip impermeabili
- Cerniere di ventilazione ascellari
- Tasca interna a cestello elastica
- Soffietto antineve in vita elastico e a basso profilo
- Cappuccio con inseriti elastici
- Regolazioni e visiera laminata per la massima compatibilità con il casco
- Riflettore RECCO integrato






I dettagli funzionali del Patagonia Men’s PowSlayer Pants
- Regolazione della taglia con straps interni
- Passanti x cintura integrati in vita
- Doppio bottone e patta a basso profilo
- Due ampie tasche cargo con soffietto
- Cerniere Vislon di ventilazione esterne alle cosce
- Taglio delle ginocchia articolato
- Struttura preformata
- Fondo ampio con rinforzi in tessuto e ghette per gli scarponi
- Riflettore RECCO intergrato








Intervista – PowSlayer Freeride Kit

Abbiamo intervistato Eric Wallis – Product Line Manager, Snow e Mountain Bike e Maggie Elder – Senior Product Designer, prodotti tecnici per l’outdoor
Per prima cosa, potete presentarvi e raccontarci di che cosa vi occupate da Patagonia?
Eric: Sono il responsabile prodotto globale per i reparti neve e mountain bike.
Maggie: Sono senior designer di articoli sportivi tecnici per l’outdoor.
Qual è il vostro rapporto con la neve e con il backcountry?
Eric: Sono cresciuto a Lake Tahoe, in California, e scio e faccio snowboard da quando avevo due anni. Amo passare le giornate in montagna e avventurarmi nel backcountry alla ricerca di nuove linee sulla neve fresca. Sempre in sicurezza, ovviamente. Vivo per questo.
Maggie: Mio padre mi ha insegnato a sciare quando ero piccola. Veniva a prendermi a scuola e portava me e mio fratello in un piccolo impianto sciistico con appena sei piste vicino a casa, nell’Ohio. Quando avevo 10 anni siamo andati a sciare in Colorado: vedere le vere montagne mi ha lasciata a bocca aperta. È stato amore a prima vista e da lì in poi siamo sempre andati in vacanza in montagna. Seguivo mio fratello nei fuori pista e andavamo a caccia di neve fresca.
Come sviluppate l’abbigliamento Patagonia, in particolare quello da freeride?
Eric: Cerchiamo il giusto compromesso fra le esigenze concrete delle persone e la sicurezza necessaria per le discese più estreme.
Il freeride è una disciplina orientata alla discesa, quindi serve la massima protezione per affrontare tempeste, cadute, pause pranzo e test del manto nevoso. È uno sport molto fisico, sia in discesa che in salita. La nostra attrezzatura da freeride mette la sicurezza al primo posto.
Le differenze fra i nostri articoli da freeride e da scialpinismo sono sottili ma fondamentali. I capi da scialpinismo vestono più aderenti e sono più traspiranti e confortevoli per affrontare le risalite più impegnative. I capi da freeride, invece, vestono leggermente più ampi e sono più lunghi per la massima protezione in discesa.
Maggie: Quando progetto abbigliamento outdoor faccio attenzione a ogni singolo dettaglio, specialmente a vestibilità, funzionalità e libertà di movimento. Questo kit da freeride è stato una bella sfida. Non è stato facile includere tutte le caratteristiche necessarie senza aggiungere peso né ostacolare i movimenti in montagna. Ho creato tanti prototipi in laboratorio perfezionando ogni singolo dettaglio, come la profondità dei soffietti delle tasche e il posizionamento dell’articolazione, per poi integrarli in un sistema pensato per migliorare ogni uscita in montagna. Uso lo stesso approccio per la maggior parte dei miei prodotti, risolvendo problemi diversi e concentrandomi su campi di utilizzo diversi.
Quando avete lanciato il primo kit PowSlayer e a che cosa serve?
Eric: Abbiamo introdotto il PowSlayer nel 2007. È stato progettato per sciatori e snowboarder esigenti che mettono alla prova i propri limiti su terreni impegnativi nel backcountry, sempre alla ricerca della neve fresca perfetta.
Per il freeride estremo su linee ripide e impegnative e discese veloci. Non si tratta tanto di affrontare salite tecniche con corde e imbraghi, ma di sfrecciare su terreni impegnativi.
Perché è stato rivisitato?
Eric: Siamo stati fra i primi ad adottare e testare il nuovo GORE ePE e abbiamo contribuito a portare sul mercato ogni evoluzione dei prodotti GORE-TEX. Fin dall’inizio della transizione verso l’ePE, sapevamo che ci sarebbe voluto qualche anno prima che GORE presentasse una versione professionale della membrana ePE con trattamento DWR privo di PFAS.

Ecco perché dietro le quinte abbiamo sfruttato quegli anni per migliorare il design e la vestibilità, facendo tesoro dei feedback della community in modo da poter implementare le modifiche necessarie non appena sarebbe uscito il nuovo GORE PRO ePE. Abbiamo scoperto che molte caratteristiche dovevano rimanere così com’erano: è fondamentale mantenere ciò che funziona bene e ottimizzare ciò che può essere migliorato.
Tutto questo si è concretizzato per l’autunno 2025, e l’abbiamo integrato nell’intero sistema.






Quali ambassador hanno contribuito al nuovo design? E qual è stata la reazione della community di snowboard finora?
Eric: Tutti i nostri ambassador hanno contribuito in modi diversi. Nel corso degli anni hanno continuato a darci feedback sulla versione precedente, individuando punti deboli nel design o nella costruzione e condividendo le loro opinioni sul volume delle tasche, la vestibilità, le aperture di ventilazione, le ghette antineve, la regolazione del cappuccio e altri dettagli pratici. In questo modo il nostro team di design ha potuto concentrarsi sulle caratteristiche da migliorare.
Abbiamo anche organizzato tavole rotonde per assicurarci di non trascurare nessun dettaglio, prendendo nota delle idee per futuri sviluppi. Una volta ricevuti i prototipi con il nuovo tessuto, siamo andati a testarli con un gruppo di ambassador a El Chaltén, dove è nato il logo Fitz Roy. Altri ambassador hanno testato prototipi successivi nel corso della stagione nelle montagne vicino a loro.
Abbiamo concluso con un test finale a Revelstoke, nella Columbia Britannica, dove abbiamo preso le ultime decisioni.
In che modo viene testato un kit come questo? Avete qualche aneddoto divertente da raccontare?
Eric: Dopo aver testato la performance dei materiali in laboratorio si passa sul campo, per poi tornare in laboratorio a testare la resistenza dei capi. A questo punto vengono sottoposti a cicli di lavaggio aggressivi, abrasioni, pioggia simulata, strappi e altri stress test, in modo da riprodurre l’intero ciclo di vita di un prodotto. Poi, testiamo nuovamente l’impermeabilità e la robustezza per assicurarci che tutto funzioni correttamente.
Riguardo gli aneddoti, è stato sempre divertente perché eravamo in montagna! Abbiamo consegnato circa 12 versioni diverse del midlayer Nano-Air Ultralight Freeride ai nostri ambassador, e quasi tutti hanno particolarmente apprezzato lo stesso modello ibrido e lo stesso taglio. Non volevano nemmeno restituirceli, ma dovevamo farli provare ad altre persone. È diventata una sfida quotidiana riuscire a trovarli, qualcuno se li è addirittura portati a casa rifiutandosi di consegnarli ad altri tester. Non avremmo potuto chiedere di più.
Una storia divertente (più o meno) dalla nostra gita e El Chaltén: dopo una lunga giornata di trekking verso Fitz Roy, ci mancavano altri 10 chilometri per tornare indietro. Sono andato avanti sapendo che avrei camminato piano, ma ho imboccato il sentiero sbagliato prima che la guida e il gruppo mi raggiungessero. È passata quasi un’ora prima che me ne rendessi conto. Mi sono fermato solo davanti a un panorama mozzafiato sul Fitz Roy da un’angolazione che non avevo mai visto prima! Qualcuno del gruppo è tornato indietro a cercarmi. Non sembravano molto contenti. Ora però abbiamo una bella storia da raccontare.
Maggie: Come ha detto Eric, facciamo tanti test in laboratorio, ma dobbiamo farne altrettanti in montagna, in contesti reali. Adoro stare sul campo insieme ai nostri ambassador mentre provano l’attrezzatura. Credo che non esista feedback migliore. Quando vedo qualcuno che si slaccia uno spallaccio ogni volta che deve raggiungere una tasca so che devo riposizionare le tasche per migliorare l’accesso. E se qualcuno si tira su i pantaloni a ogni passo, so che devo modificare la posizione dell’articolazione. Ci sono così tanti piccoli dettagli che noto solo osservando le persone mentre utilizzano la nostra attrezzatura, cose che non sempre mi fanno notare, ma che spesso fanno una grande differenza.
E sì, abbiamo perso Eric tornando da Fitz Roy. Ero una delle due persone che, a malincuore, sono tornate indietro a cercarlo con gambe e piedi a pezzi. Almeno si è goduto quella splendida vista sulle montagne!



Il nuovo kit PowSlayer è realizzato senza PFAS aggiunti intenzionalmente, ed è la prima volta che il GORE-TEX PRO ePE viene utilizzato nell’abbigliamento da sci. È cambiato qualcosa in termini di performance?
Eric: Dopo i nostri test sul campo possiamo dire che l’impermeabilità è la stessa. Il nuovo laminato GORE-TEX PRO ePE è in linea con gli standard della generazione precedente.
Abbiamo sentito dire che la nuova membrana potrebbe essere meno traspirante rispetto alle versioni precedenti in PFAS, ma sinceramente non abbiamo notato differenze. Il nuovo tessuto, però, è più leggero e più morbido. La costruzione a tre strati
pesa meno ed è più morbida al tatto, il che migliora la libertà di movimento e la traspirabilità.
Come allunghiamo la vita dei nostri capi e manteniamo l’impermeabilità il più a lungo possibile?
Eric: È fondamentale lavare e asciugare l’attrezzatura impermeabile/traspirante. Lo è sempre stato, ma ora è ancora più importante.
I trattamenti DWR a base di PFAS erano più resistenti al sebo e alla sporcizia. Le nuove sostanze chimiche sono altrettanto efficaci, ma tendono a impregnarsi quando il tessuto si sporca. Il lavaggio rimuove contaminanti come sebo, crema solare o grasso, mentre l’asciugatura aiuta a ridistribuire e ripristinare il trattamento DWR.
Bisogna prendersi cura dei prodotti impermeabili regolarmente, proprio come si farebbe con un paio di sci o con una padella in ghisa. Molte persone pensano che il lavaggio rovini i gusci impermeabili, ma in realtà è esattamente ciò che li mantiene in funzione.
Maggie: Sì! Lavare sempre i capi impermeabili con un detersivo delicato e asciugarli a basse temperature. È la chiave per farli durare nel tempo.









