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Quando il Sup diventa un virus

di - 29/08/2019

Ho avuto la fortuna di nascere a Riva del Garda e di crescere a pochi metri dal suo lago, la mia vera casa.
Amavo passare il tempo a guardare il lago, mi sedevo sulla sedia ed osservavo dal terrazzo l’acqua , il suo ondeggiare , il suo mutare, mi affascinava ,anzi ne ero ipnotizzato, ossessionato.

Con gli anni praticai le diverse discipline sportive che si potevano fare nel mio parco giochi sotto casa , la vela , la canoa ed infine in windsurf. Ma mi mancava quello che , in cuor mio , mi affascinava di più per il senso di libertà
che lo circondava; il surf . Poi , finalmente, venne la svolta.
Sentii parlare di una longboard che con l’aiuto di una pagaia si poteva usare anche senza onda.
Mi ispirava la sua storia pensando ai nativi hawaiiani che , in piedi su lunghe tavole, che si spostavano da isolo a isola.
Mi affascinava pensare al ragazzo che frequentava la spiaggia di Waikiki che, intorno gli anni Cinquanta del XX secolo, si mise in piedi sulla propria longboard e con una pagaia trovata si spinse grazie ad essa fino una spiaggia vicina per scattare alcune foto ai suoi amici surfisti facendo nascere involontariamente lo stand up paddling. moderno. Mi misi subito alla ricerca della mia tavola. Dalla prima volta che ci salii ne rimasi stregato.


In piedi , su una tavola e solo con una pagaia ,proprio come i nativi Hawaiiani , come il ragazzo di Waikiki. Non avevo barriere che mi separavano dall’acqua, nulla mi impediva di stare lì in mezzo al mio amato lago.
Non dipendevo del vento, poteva piovere , poteva splendere il sole , potevano scorrere veloci le nubi spinte dal vento , poteva essere mattina, pomeriggio o sera, esserci la primavera , l’estate , l’autunno o l’inverno, ma nulla mi impediva di fare Sup. Era l’avverarsi di un sogno maturato fin da piccolo .
Capii come mai centinaia di migliaia di appassionati in tutto il mondo amano il surf/Sup , il contatto dei piedi con l’acqua , la sensazione di libertà , il benessere psicofisico che si ottiene sono reali ed immediati , senza filtri .
Non si trattava di uno sport , ma di una vero e proprio stile di vita. Ma il Sup vuol dire anche condivisione, gruppo, valori da trasmettere.
Decisi cosi con un gruppo di amici di fondare un Club e di costruire attorno esso una vera e propria tribù , il Sup Club Riva del Garda.
La volevo aperta , dinamica e la strada maestra da seguire era quella di creare una rete , non volevamo sentir parlare di competizione , tavole race estreme , materiali costosi e ipertecnologici , volevamo costruire progetti .
Piano piano collaborando con Enti ,Scuole, Associazioni e mettendoci tantissima energia , la tribù cresceva, contaminava, conteggiava prima tutti i nostri concittadini poi anche gli ospiti .
Uscite Natalizie in Sup vestiti a tema, uscite al primo dell’anno, prove goliardiche, progetti sociali, educativi, didattici, partecipando a fiere , partecipando ad eventi, creando eventi , momenti ricreativi ed usando i social network.
Condividere il nostro sogno , pensando al Sup anche come mezzo per spostarci dal una costa all’altra del nostro Garda Trentino in maniera eco compatibile.
Ma non ci bastava , per l’estate 2019 volevamo tentare qualcosa di “folle” , convincere alcuni soci volontari ad entrare in sala di registrazione ed incidere un pezzo da regalare a tutti gli amici del Sup Club Riva del Garda .
Detto, fatto.

La registrazione è stata realizzata nell’inverno 2019 negli studi di Mattia Ischia che ha anche prodotto il brano , un remake di you and your Heart di Jack Johnson a cui ci lega l’amore per l’acqua ed il Surf .
Non poteva mancare il Video girato nel nostro spot dal bravissimo Lorenzo Albertini. Tutto quello che possiamo utilizzare lo utilizzeremo per contagiare il mondo con il nostro meraviglioso , incredibile sport : lo Stand up Paddle.
E la storia continua…

Testo di Paolo Bassetti / SUP Club Riva del Garda