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Ricardo Campello abbandona il PWA

di - 29/12/2015

Ricardo Campello ha annunciato ufficialmente ieri sera, tramite la sua pagina Facebook, la volontà di abbandonare per il 2016 il tour PWA, di non partecipare quindi a nessuna gara e di volersi focalizzare sui viaggi alla scoperta di nuovi spot e alla produzione di video.

Ricardo Campello
Il PWA sicuramente perde uno degli attori principali del circus, anche se non sempre nelle primissime posizioni, Ricardo è uno di quelli che non vedi l’ora di ammirare in gara per la sua pazzia e imprevedibilità, sia che si tratti di on shore mure a sinistra come a Pozo, oppure nel down the line di Hookipa.
Soffermiamoci un attimo su questa scelta e cerchiamo di fare un breve approfondimento. Al di la della solita discussione su come mai il tour PWA si giochi quasi ed esclusivamente in condizioni on shore mure a sinistra in Europa… l’equazione è abbastanza semplice e intuibile. Il tour PWA, visto i suoi alti costi (ma perché costa così tanto…? Questo è un altro argomento che se analizziamo ora ci dilungheremo troppo), va dove ci sono delle organizzazioni locali che hanno soldi da investire. Ecco quindi le tappe alle Canarie dove fino a prova contraria sono una delle mete preferite europee per il Windsurf… e vivono di turismo, stesso discorso vale per Sylt, che non sarà sicuramente il migliore spot al mondo, ma ogni anno si riversano migliaia di spettatori a vedere la gara. Oppure con grandi sponsor alle spalle come a Klitmoller in Danimarca o in Francia a Crozon. Discorso a parte per la Aloha Classic che viene da molti considerata l’unica vera gara di wave del tour PWA, e quest’anno è stata epica!
Spostiamoci ora a considerare il punto di vista del rider, 6 gare, 5 in Europa e una a Maui, tutte una di fila all’altra, si inizia a luglio a Gran Canaria e si finisce a ottobre alle Hawaii. Quest’anno in Danimarca, Germania e Francia non ha fatto vento lasciando i rider giornate/settimane intere in spiaggia. Poco impatto mediatico sul web, perché c’è poco da raccontare, e ormai le riviste parlano poco delle gare, appunto perché la maggior parte delle notizie sono già state veicolate precedentemente sul web.
Se un po’ di soldi sono tornati a girare nello Slalom dove i top rider riescono a vivere di Windsurf grazie ai loro sponsor e ai premi gara, per il Wave e il Freestyle il discorso è un po’ più complicato. Da parte delle aziende ha sempre meno senso sponsorizzare un top wave rider per poi vederlo parcheggiato in spiaggia per i mesi estivi… proprio quando bisogna lavorare molto sulla comunicazione.
Ecco quindi che sempre più spesso l’interesse sia delle aziende che dei rider si sposta verso qualche cosa di diverso rispetto alle gare per garantire e garantirsi una certa immagine e copertura mediatica. Un esempio è stato Kauli Seadi, che ha abbandonato le gare per dedicarsi a girare il mondo con la sua barca e sua moglie… e chi non lo farebbe?!? Producendo molto materiale per sponsor, riviste, web, TV etc…
Ricardo Campello vorrà seguire questo esempio per continuare ad essere un punto di riferimento per i suoi sponsor? Avrà fatto la scelta giusta o tornerà dove la sua indole competitiva vuole che sia? Lo scopriremo più avanti… nel frattempo ci dispiace di non vedere più un Ricardo al PWA e siamo molto curiosi di sapere dove proietterà le sue attenzioni verso la scoperta o riscoperta di nuovi e sperduti spot… forse per tornare a vivere la vera essenza del windsurf dopo 15 anni di tour?!?

Ciao a tutti, sono Fabio Calò (ITA-720), ho iniziato a fare windsurf all’età di 13 anni e da quel momento è diventata la mia più grande passione, poi la mia vita e il mio lavoro. Campione Italiano Wave nel 2013 e 2015. Vivo a Torbole sul Garda e respiro l’aria del windsurf 365 giorni all’anno.