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Rio 2016, il giorno della maratona donne

di - 13/08/2016

E’ arrivato il giorno della maratona femminile e dobbiamo subito dire che rispetto a quella dei colleghi, la gara si presenta molto più nebulosa, senza un faro come, comunque vada, sarà Eliud Kipchoge fra gli uomini. Complici anche le scelte dei selezionatori kenyani ed etiopi, che hanno chiamato a gareggiare tre atlete di primo piano,ma forse non quelle auspicate alla vigilia. Personaggi come Mary Keitany ed Edna Kiplagat, ad esempio, avrebbero calamitato su di sé l’attenzione del gruppo anche grazie a un’esperienza indubitabile nei grandi eventi, ma i tecnici hanno scelto di privilegiare quanto fatto vedere quest’anno.

Ecco così che i kenyani puntano soprattutto su Jemima Sumgong, la vincitrice della London Marathon dov’erano molte delle principali protagoniste del circuito. La kenyana appare la favorita, ma lo scorso anno ai Mondiali ha pagato dazio finendo quarta e cerca una personale rivincita anche nei confronti dell’etiope Mare Dibaba, la campionessa mondiale in carica  che quest’anno ha ottenuto solo un terzo posto nella mezza di Houston seppur con un probante 1h07’55” ma che a Londra non è andata al di là del sesto posto. Ci sarà anche l’argento di Pechino 2015, Helah Kiprop, decisamente più convincente quest’anno con il 2h21’027” che le ha consentito di vincere a Tokyo. Terza kenyana in gara Visiline Jepkesho, in virtù della vittoria in marzo a Parigi.

La campionessa mondiale in carica Mare Dibaba (foto Iaaf) La campionessa mondiale in carica Mare Dibaba (foto Iaaf)

L’Etiopia oltre che alla Dibaba punta su Tirfi Tsegaye che è pur sempre la leader mondiale dell’anno in virtù del suo 2h19’41” ottenuto in gennaio a Dubai e che è stata anche seconda in aprile a Boston, mentre partirà più nascosta nei pronostici Tigist Tufa, seconda a Londra dietro la Sumgong e che i tecnmici etiopi dicono essere la più in forma del trio.

Proverà a far saltare il banco Eunice Kirwa, la kenyana rappresentante del Bahrain che vanta il primato di non essere mai scesa dal podio in tutte le sue uscite agonistiche negli ultimi 4 anni e che a Pechino fu terza lasciando però intendere di poter fare meglio.

Un parco di atlete quindi di primissimo ordine, ma che per caratteristiche sembrano essere chiamate a interpretare un copione a braccio,senza una linea guida, essendo l’Olimpiade una gara senza lepri (anche se i 10000 femminili hanno smentito questo assioma…). In tale contesto una delle atlete che potrebbe stravolgere ogni canone tattico è Valeria Straneo, la vicecampionessa mondiale 2013 e europea 2014 che per caratteristiche personali è portata a partire forte, facendo subito selezione. L’incognita però è una condizione di forma sconosciuta dopo aver perso molti mesi di preparazione per infortuni e essersi guadagnata la selezione solo a giugno con la vittoria a Wurzburg. Obiettivamente una piazza nelle prime 10 sarebbe già un risultato di eccezionale livello, ma è giusto considerarla fra le outsider, un gruppo abbastanza folto che comprende anche la vincitrice dell’Osaka Marathon Kajoko Fukushi (JPN), Shalane Flanagan (USA), Olga Mazuronak (BLR) e la campionessa europea Christelle Daunay (FRA), senza dimenticare la portoghese Sara Moreira che con la vittoria nella mezza europea di Amsterdam ha mostrato una grande condizione di forma.

In gara anche altre due italiane, Anna Incerti e Catherine Bertone, per entrambe più che il piazzamento sarà da tenere d’occhio il tempo: difficile infatti pensare a un piazzamento nelle zone alte, ma l’alta concentrazione di talenti della gara olimpica potrebbe spingerle verso risultati cronometrici interessanti se si pensa che quattro anni fa a Londra furono addirittura una trentina a scendere sotto il muro delle 2h30’. Il via alle 14:30 ora italiana.