Non sempre la maratona olimpica ha premiato il migliore ma a Rio del Janeiro è accaduto perché nessuno può mettere in discussione la supremazia assoluta di Eliud Kipchoge, il kenyano che dopo aver collezionato successi nelle classiche, ultima a Londra, si porta a casa la medaglia d’oro olimpica. In una gara chiaramente senza lepri, Kipchoge ha vinto da vero padrone per tutti i 42,195 km, controllando la situazione di una prova difficile, cambiando ritmo quando ha voluto.

Il racconto della maratona parte dalla pioggia battente fino al momento del via e da una temperatura di 21° quasi inattesa per la corsa conclusiva del programma di atletica. All’inizio un gruppo enorme si è formato davanti, un gruppo nel quale Kipchoge correva davanti per evitare intruppamenti e dal quale gli azzurri hanno perso contatto quasi subito, anche se i ritmi non erano certo proibitivi. Dopo 40’ la maratona olimpica di Daniele Meucci si è interrotta per problemi a un piede, mentre Pertile era riuscito a riagganciarsi,ma la sua permanenza è durata pochissimo. Il passaggio a metà gara è stato di 1h05’50”, estremamente lento per molti dei protagonisti.
Kenyani ed etiopi hanno cominciato a spingere sull’acceleratore e il gruppo è andato perdendo pezzi importanti a ogni km. Dopo il ristoro del 30° km erano rimasti in 6 e l’etiope Feyisa Lilesa ha avuto l’ardire di chiamare Kipchoge a dargli un cambio. Il kenyano per tutta risposta ha cominciato a spingere e anche i suoi restanti compagni d’avventura hanno iniziato a perdere terreno, ultimo proprio Lilesa che Kipchoge ha irriso chiamandolo a seguirlo. A quel punto le posizioni erano stabilite con Kipchoge che è volato verso il successo regalando al pubblico assiepato al Sambodromo anche la volata finale a dimostrazione della sua freschezza atletica, per chiudere in 2h08’44”. Lilesa ha mantenuto le ultime energie per contenere il ritorno dell’americano Galen Rupp e conquistare l’argento in 2h0’54”, bravissimo l’americano che alla sua seconda maratona in carriera coglie un preziosissimo bronzo in 2h10’05”.
La maratona olimpica è stata emozionante,ma ha visto gli azzurri svolgere un ruolo di semplici comparse, decisamente inferiore alle attese, con Pertile e La Rosa pallide copie dei campioni che conosciamo. Il padovano, quarto ai Mondiali dello scorso anno, non è andato oltre il 38° posto a 8’46” dal vincitore, La Rosa ha chiuso 57° a 10’13”, il tutto in una maratona che rispetto al passato ha dimostrato come anche al di fuori dell’Africa ci sia movimento con 5 occidentali nei primi 10, una piccola rivoluzione guidata dagli Usa, che come avevano stupito fra le donne con 3 atlete nella Top 10 qui hanno colto il bronzo con Rupp e il 6° posto con un altro neofita come Ward. Ben 12 gli europei finiti davanti a Pertile, ennesimo dato di una debacle senza precedenti per la maratona azzurra.