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Rio 2016, sui 10000 Farah non si batte

di - 14/08/2016

Dopo quattro anni nulla cambia, il re dei 10000 è sempre Mo Farah. Il campione britannico è venuto a capo di una gara olimpica che si era complicata per una caduta e forse in quel momento Geoffrey Kamworor, il kenyano che era considerato il suo principale avversario, ha capito che il ricordo storico questa volta era a suo sfavore. A marzo ai Mondiali di mezza maratona in casa del “nemico” era stato lui a cadere ma anche a vincere, questa volta a cadere è stato Farah, che ci ha messo pochissimo a rimettersi in piedi e immergersi nella pancia del gruppo seguendo con grande attenzione le azioni dei kenyani.

La sconfitta del trio kenyano è data probabilmente dal non aver cambiato nulla rispetto alla tattica che avevano messo in pratica lo scorso anno a Pechino e che non aveva pagato. I tre hanno impresso un ritmo altissimo, ma non abbastanza per fare selezione, così sono rimasti attaccati non solo Farah,ma anche i tre etiopi, l’americano Rupp, anche l’ugandese Cheptegei (attenzione a lui, vero talento del futuro). Probabilmente sarebbe servita una sorta di azione suicida  con un kenyano in fuga, ma la verità è che non ne avevano e si è presto capito quando sono stati gli etiopi con il leader stagionale Demelash e Tola a prendere l’iniziativa. Kamworor è crollato quasi subito, poco dopo è toccato a Karoki che conferma la sua idiosincrasia ai grandi eventi su pista (quando si deciderà a investire tutto sulla maratona? Sta perdendo anni importanti..).

L’azione degli etiopi è stata decisa, molto più ficcante che in passato e Farah ha tradito sul viso una certa sofferenza, ma non abbastanza per non tenere il passo. Nel gruppo c’era anche Tanui, dei tre kenyani decisamente il più avvezzo alla distanza che ha provato a lanciare la volata lunga per stroncare il britannico confidando in una condizione che non sembrava quella di sempre. Farah ha faticato a tenere il passo, ma all’imbocco del rettilineo ha messo la freccia e se n’è andato come al solito per conquistare il suo terzo oro olimpico dopo i due di Londra 2012. 27’05”17 il tempo finale, davvero di tutto rispetto considerando le caratteristiche della corsa decisamente diversa da quella di un meeting.Per Tanui un altro argento che sa di sconfitta, in 27’05”64, terzo l’etiope Tamirat Tola che in 27’06”26 per un solo centesimo ha tolto il bronzo al connazionale Demelash, confermatosi comunque atleta di grandissimo valore, il risultato di Hengelo non era stato un episodio. Quinto in 27’08”98 Galen Rupp, bravissimo fino all’ultimo giro quando la volata lo ha messo fuori gioco,ma per lo statunitense c’è ora una settimana per recuperare e preparare la sua prima maratona titolata, dove con una condizione simile potrebbe anche fungere da variabile impazzita.

Mo Farah all'arrivo, terzo titolo olimpico per lui (foto Getty Images/Iaaf) Mo Farah all’arrivo, terzo titolo olimpico per lui (foto Getty Images/Iaaf)