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Salomon S/Lab Pulsar: il Test

di - 30/09/2021

trail running salomon s/lab pulsar

 

Dal numero #04 di 4running a cura di Fabio Scipioni  |  foto: Salomon

 

Fabio Scipioni ha testato la nuova Salomon Pulsar, calzatura da trail running votata sia alle brevi distanze sia al ripido estremo delle gare vertical. Sviluppata dai laboratori di Annecy grazie alla preziosa collaborazione del fuoriclasse Kilian Jornet, è una delle poche e autentiche Formula 1 del mondo off-road. 

 

La storia di Salomon

Salomon è da più di vent’anni il punto di riferimento del mondo del trail running e della corsa off-road. I suoi primi modelli dedicati al trail running risalgono agli anni 90. Fin dall’inizio ha portato avanti il suo impegno nella ricerca tecnologica e realizzazione di scarpe altamente performanti. Tutto questo coinvolgendo atleti di fama internazionale come Kilian Jornet.

 

trail running salomon s/lab pulsar

 

Salomon S/Lab Pulsar, scopriamola insieme 

 

Un primo occhio

Minimalista, essenziale e pulita nelle linee. La contraddistingue una forma slim con una pianta stretta così come la larghezza generale della suola. Colpisce la tomaia, che sembra una calza incollata all’intersuola. Poca struttura attorno al tallone: mi piace molto l’applicazione per nascondere il tirante dell’allacciatura quicklace. 

Il secondo aspetto è l’intersuola: i modelli più race di Salomon, avevano un profilo basso e alla vista poco protetto. Qui salta all’occhio l’altezza importante. La suola è ben tassellata (47 tasselli) e la loro geometria e il disegno non sono casuali, ma distribuiti per controllare le spinte nelle varie direzioni. I cinque sull’avampiede molto più lunghi, rivolti in avanti, con una forma a cuneo. Solo l’altezza dei tasselli di soli 3 mm mi lascia qualche perplessità. 

Guardano la scarpa all’interno si nota che non c’è nessuna soletta, ma un supporto sotto l’arco plantare. Ultima, ma non meno importante, è la geometria a centina negativa: molto accentuata soprattutto sull’avampiede. 

 

trail running salomon s/lab pulsar

 

La Tomaia

Frutto di un brevetto Salomon, è ottenuta tessendo fibra aramidica. Si tratta di una fibra sintetica con elevatissima resistenza alla trazione, al calore, al taglio e agli impatti. 

Grazie alla sua elevata resistenza e leggerezza, viene utilizzata in campo aerospaziale, militare, industriale e sportivo (vele, cordini per arrampicata o parapendii). La tomaia della Pulsar non ha alcuna cucitura, è saldata alla suola della scarpa. Le piccole parti di fibra sopra la tomaia conferiscono maggiore resistenza nei punti necessari. 

Attorno al tallone non vi è protezione, solo la parte dell’incavo del piede tra malleolo e calcagno (sia interno sia esterno) è stata imbottita in modo che la tomaia non si deformi. Internamente, i buchi per fare passare i lacci sono stati coperti con un tessuto morbidissimo al tatto. Nella parte terminale esterna della tomaia, Salomon ha creato un taschino dove alloggiare il tirante in plastica delle stringhe. L’incontro tra la suola e la tomaia è stato ricoperto da una pellicola di protezione che l’azienda ha chiamato Profeel Film: oltre a un effetto ottico di pulizia delle linee, lo scopo è garantire ulteriore schermatura contro gli urti. 

 

L’intersuola

La scheda della casa dice che il differenziale è di 6 mm, altezza di 24,5 mm sul tallone e 18,5 mm sull’avampiede. 

L’intersuola è composta da una schiuma chiamata Energy Surge, un mix tra EVA e OBC; quest’ultimo è un composto di macromolecole che alternano blocchi duri ad alta rigidità ad altre morbide altamente elastiche. Se guardiamo bene lateralmente l’intersuola, noteremo che in alcuni punti precisi il colore è diverso; al tatto queste sezioni sono più dure rispetto ad altre. Con questa soluzione Salomon ha creato un sostegno laterale maggiore, avendo la pianta molto stretta, in particolare sotto l’arco plantare. 

Una vera rivoluzione: l’assenza della soletta nella parte interna della scarpa. Il sottopiede è però riempito con materiale (Eva) per dare comfort e ammonizzazione. Per evitare deposito di detriti, è stata applicata una rete di protezione. 

 

trail running salomon s/lab pulsar

 

La suola

Il battistrada è prodotto con una formulazione di gomma chiamato Contagrip, una speciale mescola prodotta internamente nei laboratori Salomon. L’abbinamento di diverse mescole garantisce la massima presa e l’adattamento alle diverse condizioni. I tasselli sono numerosi, ma morbidi alla pressione, distribuiti in maniera uniforme e con una precisa posizione in modo da controllare il lavoro della scarpa sul terreno. La parte centrale sotto l’arco plantare è stata lasciata libera, soluzione molto intelligente visto quanto sia sensibile quel distretto del piede. 

 

Prova Iniziale

Prima di utilizzare le Pulsar per il trail running, le ho calzate due giorni per uso quotidiano in modo da adattarle al piede. Infilarle è operazione apparentemente semplice, il piede entra nella tomaia con un pochino di difficoltà; non è un limite se vogliamo che quest’ultima si chiuda perfettamente attorno alla caviglia. È importante assicurarsi che il laccio a tirante sia molto lento.

Al primo impatto la tomaia sembra come una calza, stretta ma non opprimente. Le dimensioni della scarpa in larghezza la rendono poco confortevole per un piede largo. La mia pianta è normale, sento il piede ben avvolto, nessun punto vuoto; anche l’imbottitura nel sottopiede aderisce bene al mio arco plantare. Da subito è la sensazione di morbidezza a prevalere, il livello di comfort è totale. 

Camminando percepisco che la mescola Energy Surge è stata studiata per dare più sostegno alle parti laterali: avverto infatti meno pressione nella zona centrale del piede che va dal fascio plantare verso il calcagno. Una soluzione intelligente che, camminando, agevola la pronazione naturale (dall’esterno fino ad appiattire il piede).

Se poteva essere nella mia testa un limite il fatto di avere una scarpa così stretta, mi devo ricredere subito: risponde e ritorna in maniera veloce, al minimo comando reagisce. Il rebound è impressionante, sembra che la propulsione sia agevolata da una parte in carbonio nell’intersuola, che però non c’è. Confermo quello promesso da casa madre: le molecole della gomma OBC sono veramente molto elastiche. Da una parte il cushioning dell’Eva ci prepara all’impatto, dall’altra l’OBC favorisce la propulsione e si ha una gradevole sensazione di leggerezza. 

 

trail running salomon s/lab pulsar

 

Di corsa, con le forze che entrano in gioco, quanto sopra descritto è notevolmente amplificato: sembra di correre a piedi nudi con una protezione sotto la pianta. Ho fin da subito avvertito come il piede potesse adattarsi al terreno e a ogni asperità; le caviglie e le articolazioni si muovono liberamente, il contatto con il terreno è naturale. 

La centina negativa, molto evidente sulla parte anteriore, aiuta decisamente le dita a lavorare nel terreno. Ovviamente ho gradualmente portato la scarpa verso asperità sempre maggiori per verificare come un prodotto apparentemente destrutturato reagisse. 

Ho più volte abbandonato il sentiero e percorso lunghi tratti di traverso su erba, sassi con terra (salita al Monte Cornizzolo). Il tessuto ha una resistenza incredibile nel sostenere le spinte laterali; la struttura non si deforma rischiando l’inversione della caviglia. Nelle sezioni più ripide di salita, non essendoci nessuna conchiglia o protezione attorno al tallone, si percepisce leggermente la spinta del retropiede sulla tomaia. In discesa, pur indossando un numero molto preciso, non ho avuto alcun problema alle dita o spiacevole sensazione di spinta sull’anteriore. Il piede non è mai scivolato nel sottosuola, sia in salita sia in discesa.

 

Grip

Ho voluto correre il mattino molto presto in modo da trovare più umidità, soprattutto sull’erba. In salita, ovunque abbia appoggiato il piede, la scarpa era effettivamente ancorata nel terreno sia in salita che in discesa. L’unica mescola, utilizzata per scarpe da trail running, che mi ha dato le stesse sensazioni è stata il grafene. 

Resta un po’ di incertezza in sentieri appesantiti da tanta acqua, lo spessore dei tacchetti è ridotto a discapito del grip. Al momento non posso esprimermi sulla durata della scarpa, non avendo ancora un sufficiente numero di chilometri. 

 

trail running salomon s/lab pulsar

Conclusioni

Sono veramente entusiasta delle Pulsar, una grande esperienza sportiva poterci correre. Posso affermare che qualsiasi ottimo trail runner, leggero, con caviglie forti troverà giovamento da questa calzatura. Non mi riferisco soltanto alla performance, ma anche alle possibilità di migliorare le qualità propriocettive e allenare i piedi. 

E’ un errore pensare che i suoi 170g la vedano solo come modello per i vertical e non per il trail running. Atleti veloci ed esperti possono sfruttarla al massimo anche su distanze medie.

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Corro quanto basta, pedalo a giorni alterni, parlo troppo. Nelle pause mangio. Instancabile sostenitrice di quanto lo sport ti salvi. Sempre. Le mie giornate iniziano sempre così: un caffè al volo e il suono del GPS che segna l'inizio di un allenamento. Che corra, pedali o alzi della ghisa poco importa: l'importante è ritagliarmi un momento per me che mi faccia affrontare la giornata nel modo migliore.