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SALOMON Sense Ride 5, il TEST

di - 21/07/2023

SALOMON Sense Ride 5, Paolo Dellavesa torna a correre con la bestseller di casa Salomon che si rinnova, dopo aver conquistato negli anni milioni di runner.

E siamo a 5!

Il modello che negli anni ha conquistato trail runner di tutto il mondo all’insegna della versatilità è giunto alla sua quinta edizione. Come si è evoluta questa tuttofare? L’abbiamo messa a dura prova durante un maggio dove non è mancata davvero nessuna condizione meteo

Test e foto di Paolo Dellavesa

 

PESO: 281 g (US 9)
DROP: 8 mm
STACK HEIGHT: 29,6/21,3 mm

DESIGN & FINITURE

Se dal punto di vista strutturale sembra simile ai modelli passati, le colorazioni rinnovate sono davvero moderne e cool. Fresca ed estiva! Mi piace davvero tanto la tinta salvia del prodotto in prova, applicata in due sfumature con geometrie squadrate. Appena tolta dalla scatola, si può notare come sia ben rifinita, e anche il peso, uguale al grammo per entrambe le scarpe, è sinonimo di attenzione costruttiva. Dona un look aggressivo anche l’intersuola che risulta sagomata e intagliata.

CHIUSURA & ALLOGGIAMENTO

Serraggio perfetto, garantito dal “QUICKLACE System”, una tecnologia brevettata da Salomon che si basa su di un cordino che scorre nelle asole al posto dei lacci, regolato da un sistema di chiusura, e che garantisce grande precisione, possibilità di interventi rapidi in corsa e affidabilità nel tempo. Fate attenzione a distribuire bene la tensione in corrispondenza di ogni asola, come avviene con i lacci classici. La tentazione infatti, vista la semplicità di serraggio, è quella di stringere solamente la parte finale sbilanciando la chiusura. Non ho trovato molto pratico solamente l’accesso alla tasca per riporre il cordino: una volta serrata l’allacciatura, questo è praticamente sbarrato dall’incrocio del cordino stesso.

COMFORT

Contrafforte tallonare e linguetta risultano molto ben imbottiti e comodi, più rigido il primo, molto soffice la seconda. La soletta più sottile della versione precedente aumenta la sensazione di contatto con il suolo, l’intersuola è morbida e compensa questa possibile riduzione di comfort. L’occhio più attento noterà che nella suola sono spariti gli intagli che caratterizzavano il modello passato, e che costituivano dei punti di maggior flessione. Questo, unito a un plate protettivo esteso dal tallone verso le dita, contribuisce ad aumentare la rigidità sia torsionale sia longitudinale della scarpa. Nonostante ciò, durante la corsa la flessione è uniforme, senza punti di pressione o fastidiosi sfregamenti. Il toe box risulta abbastanza fasciante, caratteristica che favorisce la precisione d’appoggio ma potrebbe creare un po’ di costrizione se si porta la Sense Ride 5 su lunghe distanze o a chi ha piedi a pianta più larga.

TRASPIRABILITÀ

Ottima soprattutto anteriormente, dove gli ispessimenti in TPU sono ridotti al puntale. La tomaia in mesh ingegnerizzato è molto traspirante, anche grazie alle differenti trame con le quali è composta. Il colore chiaro aiuta a ridurre il riscaldamento generale del piede sotto al sole. Migliorata anche la soletta, ricca di fori per una aumentata aerazione e drenaggio. Le piogge che hanno segnato maggio hanno messo a dura prova quest’ultima caratteristica: la SR5, pur non essendo prima della classe in questo campo, si è comportata bene, garantendo piacere nella corsa anche dopo un paio d’ore con i piedi bagnati.

GRIP

La suola CONTAGRIP di casa Salomon è proposta in mescola ALL TERRAIN con tacchetti alti 3,5 mm. Il disegno è stato aggiornato, la tendenza sempre più frequente a eliminare i tasselli nella parte centrale del piede arriva anche sulla SR5, e non si avverte alcuna assenza di grip sui sentieri, a tutto beneficio della dinamica di corsa sul “duro”. Corribilità migliorata anche grazie ai tasselli molto numerosi sia su avampiede, dove hanno geometria a “doppio rombo”, sia nella zona tallonare. Questi sono inoltre molto morbidi e fanno davvero un buon lavoro, pure sul tecnico purché non eccessivamente molle e fangoso.

STABILITÀ

Complessivamente buona; la scarpa è ben fasciante e precisa soprattutto sull’avampiede. La rigidità estesa e il drop elevato la rendono apprezzabile soprattutto su strade poderali e sentieri scorrevoli. Considerevole anche il comportamento su traversi e tratti tecnici, soprattutto per chi dispone di buona tecnica di corsa; in questi ambienti potrebbe risultare meno intuitiva per il runner principiante.

PROTEZIONE

È uno dei suoi punti di forza: risulta rigida e ben isolata dalle asperità del terreno. Tutta la parte posteriore-mediale del piede è protetta da imbottiture sul tallone, generosi inspessimenti in TPU laterali e sul puntale, oltre che intorno alle asole. È una scarpa estremamente sicura sotto questo punto di vista; impatti con sassi e radici difficilmente mi hanno provocato dolore.

CAPACITÀ DI AMMORTIZZARE

Rispetto alla SR4, l’intersuola ha guadagnato 4 mm di altezza (ora 29,6 mm/21,3 mm), una soletta più sottile e perso l’inserto elastomerico in Optivibe sul tallone. Se in altri modelli ho apprezzato solette alte anche 7 mm, questa volta non ne ho sentito la mancanza perché la schiuma ENERGY FOAM si comporta molto bene e l’assenza dell’elastomero incrementa la morbidezza nella zona del tallone. Non si percepisce la sensazione di gommosità sotto ai piedi, bensì una rassicurante protezione dagli impatti. L’avampiede risulta abbastanza vicino al suolo. Meno ammortizzato ma più preciso. La vera comodità si incontra in discesa, quando si ricorre maggiormente all’appoggio di tallone.

CONSIGLIATA PER…

A volte mi capita di provare modelli che nel corso dello sviluppo vengono completamente stravolti dall’edizione precedente, creando così difficoltà nell’utilizzatore che si è affezionato a determinate peculiarità. Un “bravo” a Salomon che evolve la SENSE RIDE 5, mantenendone l’identità. A chi si è trovato bene con i suoi predecessori, dico che troverà una SR5 più leggera, morbida e duratura. Per chi fosse al primo approccio con questo modello, la descriverei come una scarpa tuttofare, fantastica per il door-to-trail e per tutte quelle corse comode, su terreni principalmente duri, anche tecnici seppur non tanto fangosi. Gli 8 mm di drop si sentono e vanno valutati se non si è abituati o amanti di questa caratteristica. È la scarpa che scelgo quando devo portarne solo una in valigia. Una mia ottima alleata negli allenamenti tranquilli e nelle corse di recupero, molto fedele negli appoggi. Più comoda che reattiva. Protezione e intersuola la possono rendere apprezzabile anche a pesi non piuma. Quanto al capitolo race day, la consiglierei ad atleti non troppo veloci ed esperti fino a 20-30 km, oppure a runner evoluti su gare ultra, fino agli 80 km.

CONSIGLIO FINALE…

occhio alla taglia!
L’avampiede fasciante e la costruzione generale possono rendere utile la valutazione di mezzo numero in più rispetto alla vostra misura classica della gamma Salomon trail.

 

salomon.com

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”