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Scarpe con piastra in carbonio (1° parte)

di - 24/11/2021

piastra in carbonio

 

Scopriamo i segreti delle scarpe con la piastra in carbonio, dal numero #05 di 4running a cura di Giorgio Gheorg Aprà, Natural Running Coach, Istruttore di Trail Running

 

Tokyo, le olimpiadi della diatriba

I numerosi record battuti nelle gare di corsa ai recenti Giochi Olimpici di Tokyo 2020 hanno fatto nasce un dibattito su due elementi innovativi. Le nuove scarpe con inserita nell’intersuola una piastra in carbonio e l’innovativa mescola della pista di atletica e dei terreni di gara. Senza nulla togliere agli indiscussi meriti degli atleti, facciamo luce sulla reale incidenza di questi fattori e sugli effetti che potrebbero avere sull’attività di noi corridori dilettanti. Vediamo insieme le potenzialità di queste piastre in carbonio.

 

Calzature con piastra in carbonio 

Il tema è piuttosto ampio, qui analizzeremo la comunicazione che di questo prodotto è stata fatta e il suo impatto sulla percezione che di esso hanno sia i consumatori sia gli esperti.

 

Qualche cenno storico sulle scarpe con piastra in carbonio: 

  • Dicembre 2019, su un articolo apparso sul New York Times a firma Kevin Quealy e Josh Katz, vengono riportati i risultati di uno studio statistico in gran parte provenienti dall’App Strava, dal 2014 al 2019. Da questo risulta che “Gli utilizzatori delle Zoom Vaporfly 4% o ZoomX Vaporfly Next% corrono dal 4 al 5% più veloce rispetto a una scarpa media e fino al 3% rispetto alla scarpa più veloce sul mercato (4% e Next% escluse)”
  • Il 31 gennaio 2020 World Athletics, la Federazione mondiale di atletica leggera, ha modificato la Norma 143 del suo regolamento tecnico, prevedendo per la prima volta nella storia dei «limiti costruttivi» alle scarpe da running su cui da sempre i produttori avevano avuto invece mano libera.
  • Il 5 febbraio 2020, Nike ha presentato una serie di calzature che rispettano al millimetro le nuove norme e che garantiscono dei vantaggi sulla prestazione, calcolati tra il 3 e il 4%. Il celebre «tacco» misura esattamente 39,5 millimetri (nella taglia 42), appena 0,5 in meno del nuovo limite stabilito dalla Federazione. La «lama di carbonio» viene inserita a tutta lunghezza nell’intersuola, sempre come previsto 

 

Doppio Cieco vs Effetto Placebo

L’articolo del NYT ha suscitato grande scalpore nell’ambiente del running dilettantistico, ma manca di uno degli elementi fondamentali per poter avere rilevanza scientifica, cioè la condizione di “doppio cieco”. Il “doppio cieco” è un metodo di assegnazione del prodotto da testare, studiato appositamente per annullare il cosiddetto “effetto placebo”. Si tratta di un vero e proprio meccanismo psicosomatico che può essere facilmente paragonabile alla guarigione spontanea da un sintomo o da una malattia”.

 

Le fonti scientifiche 

In uno studio di Philip Hurste e altri sono stati messi in relazione i risultati di 32 diversi studi che hanno coinvolto 1.513 atleti di varie specialità sportive, ai quali sono stati somministrati, ovviamente in doppio cieco, degli “aiuti” ergogenici o dei placebo. 

Aiuto Ergogenico 

Ogni fattore esterno in grado di determinare un miglioramento delle performance fisiche. Questi fattori includono aiuti meccanici, aiuti farmacologici, fisiologici, nutrizionali e psicologici. Questa revisione conferma che le prestazioni sportive possono essere influenzate in modo rilevante da varie forme di placebo.

ll Placebo funziona! 

L’articolo riporta una nutrita tabella di casi di somministrazione di placebo al posto degli ausili con i relativi miglioramenti delle performance espressi in percentuale.

Inoltre si è scoperto che gli effetti placebo sono fortemente condizionati dagli stimoli sociali. Molti fenomeni che si verificano nello sport sono di origine sociale, pensiamo agli effetti positivi, sulla prestazione di una squadra, del tifo.

 

 

Alta motivazione, aspettative elevate, risposte positive

Altri elementi che sembrano avere una grandissima influenza sull’entità dell’effetto placebo sono aspettative elevate e alta motivazione nei soggetti. È interessante notare come aspettative più elevate portino a risposte soggettive e oggettive più positive rispetto al prodotto. Questi risultati suggeriscono che le alte aspettative possono aumentare la reale efficacia del prodotto. In sostanza, i consumatori che si aspettano di più da un prodotto possono ottenere ciò che si aspettano solo a causa delle loro aspettative.

 

Le mie conclusioni sulle piastre in carbonio

Sulla base di queste considerazioni, possiamo tornare a dare, forse, una valutazione più obiettiva dei dati riportati dall’artico del New York Times filtrando i risultati sulla base di alcune considerazioni:

  • La fonte è autorevole e non dovrebbe essere di parte.
  • Il contesto da cui vengono tratti i dati è quello delle competizioni, dove motivazione e aspettative sono ai massimi livelli.
  • Il brand preso in considerazione (Nike) è sicuramente riconosciuto come uno dei più qualificati del settore.
  • Prima di questo studio c’è stato un enorme coinvolgimento di atleti di altissimo livello nel lancio del prodotto.
  • È stato fatto il record del mondo utilizzando quel determinato modello di scarpe.
  • Nello studio, amatori e professionisti vengono trattati nello stesso modo

Come possiamo notare, nel processo di marketing che ha prodotto il grande successo di queste scarpe con piastra in carbonio compaiono tutti gli elementi che amplificano l’effetto placebo. 

 

piastra in carbonio

 

E se fosse invece tutto “effetto placebo”?

Fatte queste considerazioni, sorge spontanea una domanda. quanto il miglioramento degli atleti è frutto delle caratteristiche tecniche e tecnologiche delle scarpe con piastra in carbonio e quanto invece di un’operazione di marketing che sfrutta l’effetto placebo? Per scoprire la risposta ci vediamo alla prossima puntata… 

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Corro quanto basta, pedalo a giorni alterni, parlo troppo. Nelle pause mangio. Instancabile sostenitrice di quanto lo sport ti salvi. Sempre. Le mie giornate iniziano sempre così: un caffè al volo e il suono del GPS che segna l'inizio di un allenamento. Che corra, pedali o alzi della ghisa poco importa: l'importante è ritagliarmi un momento per me che mi faccia affrontare la giornata nel modo migliore.