Il luogo in cui vivi può essere strategico, soprattutto se ami le attività outdoor come lo sci alpinismo, e per Ilaria Sonatore questo è quanto mai vero, in quanto gestisce il suo B&B Maison de la Montagne ad Arvier (AO) e quando ha un attimo di tempo va a scalare, pellare. Questo è il racconto di una sua giornata di sci alpinismo nella Valle del Gran San Bernardo.
Testo di: Ilaria Sonatore
Foto: Pierre Lucianaz
Valle del Gran San Bernardo, destinazione sci alpinismo
Ski, Eat, Sleep, Repeat
Il sogno di vita di tutti coloro che guardano allo sci non solo come puro esercizio sportivo, ma vero e proprio stile di vita. Anch’io, nel mio piccolo, cerco quotidianamente di rendere mio questo concetto, con qualche piccolo aggiustamento del caso per ovvi motivi di autosufficienza economica. Nello specifico ho dovuto aggiungere “WORK” in testa alla famosa sequenza di parole magiche! E così eccomi qua, a combinare impegni lavorativi e scivolatori in un colpo unico, incastrando colazioni da servire, dato che lavoro in una struttura ricettiva, torte da preparare e zaini da fare e disfare. Certo, vivere in Valle d’Aosta mi agevola parecchio, ma occorrono comunque tanta motivazione e una discreta capacità di organizzazione per riuscire a ritagliarsi momenti da dedicare a ciò che più ci fa stare bene.
Oggi è stata una di quelle giornate, lunghe ma che alla sera ti lasciano un grande sorriso stampato in faccia. Punto la sveglia alle 6.00, sbrigo rapidamente tutte le faccende lavorative, mi cambio e indosso il mio completo da sci. Lo zaino è già pronto, così come sci e scarponi. Passo a prendere l’amico Pierre, un ultimo sguardo al bollettino meteo e via, confermiamo il nostro piano d’azione. Ci dirigiamo verso la Valle del Gran San Bernardo, molto conosciuta e frequentata negli ultimi anni da scialpinisti di tutti i tipi e livelli. Il terreno però è ampio e lascia ancora grande spazio all’esplorazione, quella che piace a noi, fatta di tracce da battere, valloni solitari e pendii immacolati da solcare con curve di ampio respiro.
Man mano che ci addentriamo nella valle i dubbi cominciano però a farsi strada: minuscole gocce di pioggia puntellano il parabrezza dell’auto e l’ambiente attorno a noi inizia ad avere troppe affinità con il regno di Mordor. “Sei sicura che tra un paio d’ore le previsioni migliorino?” mi chiede preoccupato Pierre. “Certo!” replico io ostentando un sorriso tirato e scorrendo nel frattempo le immagini radar sul telefono in maniera compulsiva. In realtà non ne sono così sicura, però ormai siamo lì, e male che vada si possono sempre rigirare le punte degli sci a valle e fare dietro-front, penso.
Iniziamo a risalire i boschi nel fondovalle un po’ sconsolati e ci rendiamo subito conto che la situazione nivologica è cambiata rispetto a qualche settimana fa. Le ultime nevicate hanno ceduto il passo ad un brusco innalzamento delle temperature, pioggia e vento hanno lavorato parecchio e la situazione non promette bene. Intanto però ha smesso di piovigginare, primo mio sospiro di sollievo, e si intravedono sprazzi di cielo blu, secondo sospiro di sollievo.
Occorre un po’ più del previsto perché la situazione meteorologica migliori, ma fortunatamente questo accade nel momento giusto per permetterci di valutare dove dirigerci. Il piatto del giorno originariamente prevedeva un giro ad anello con salita a sud e discesa sul lato nord, sperando di tirare qualche bella curva. Intanto il cielo si è fatto terso, i colori sono pazzeschi e lo stato dei pendii non ci sembra troppo compromesso.
SKI, WORK, EAT, SLEEP, REPEAT
Ilaria Sonatore
Neve variabile? Non ci scoraggiamo di certo
Salendo scorgiamo un bel canalino intonso dimenticato dagli innumerevoli skialper che solcano la valle. La neve ci sembra buona e decidiamo di fare una piccola deviazione. La realtà in discesa si rivelerà in parte differente. La neve buona bisogna cercarla con curve controllate, Pierre si destreggia bene, mentre io un paio di volte rischio di fare delle belle esplosioni da manuale.
Il primo assaggio di discesa ci ha fatto capire che questa non sarà propriamente la giornata delle curve da ricordare, però quando si va in giro ad esplorare nuovi luoghi bisogna mettere in conto anche questo. E così, dopo una pausa rifocillatoria, con calma giungiamo al colle senza incontrare anima viva, a parte una coppia di gipeti che planano sopra alle nostre teste. Il lato nord è ancora intonso, così come il resto della valle che dovremmo percorrere in discesa. Anche qui in discesa purtroppo troviamo neve di tutti i tipi e consistenze che mettono alla prova le nostre capacità di stabilità, ma le pendenze e la vista sul vallone solitario ripagano degli sforzi fatti.
Sciamo gli ampi pendii sottostanti con neve inaspettatamente bella, facendo lo slalom tra alberi e ruscelli, facendoci prendere dall’ispirazione senza preoccuparci troppo di dove andremo a finire. La fine dello sci, degno di essere chiamato tale è decretata dal sentiero estivo che siamo obbligati a percorrere nell’ultimo tratto di bosco. Un percorso ad ostacoli fatto di simpatici sassi, radici, muschi e licheni, largo quanto una pista da slittino.
Superiamo questo tratto tra ansie e risate, guadiamo il torrente e… no, non siamo ancora arrivati alla macchina! Una manciata di km di pista di fondo ci separa ancora dal parcheggio, ma fortunatamente la pendenza è a nostro favore. Giunti alla fine ci guardiamo stanchi ma sorridenti, la giornata è stata lunga e con alle spalle un discreto numero di km. Però ci siamo presi il tempo di ammirare il paesaggio, con le sue luci e i suoi contrasti, abbiamo esplorato e assaporato il gusto dell’incognito e dell’imprevisto.
C’E’ UNA SODDISFAZIONE PARTICOLARE NEL VIVERE LE PICCOLE E GRANDI AVVENTURE, VICINE O LONTANE DA CASA
Ilaria Sonatore
E sì, seduta ora a scrivere davanti alla stufa, mi rendo conto che sono proprio giornate come queste che tengono viva in me la passione per questa disciplina e che mi motivano a continuare a fare quello che faccio: SKI – WORK – EAT – SLEEP – REPEAT
SHE DID IT WITH
Ortovox 3L Deep Shell Jacket
Soffice e leggera per potersi muovere con la massima libertà in freeride: La 3L DEEP SHELL JACKET da donna offre una protezione totale e grande comfort, abbinata a leggerezza. La membrana ad alte prestazioni DERMIZAX®NX di Toray, antivento e impermeabile, presenta un rinforzo in fine lana merino nelle zone del corpo più sensibili al freddo, garantendo un’ottima ritenzione del calore, vestibilità e comfort. In condizioni meteo particolarmente avverse, un’ulteriore protezione è offerta sia dal cappuccio con doppia regolazione che da polsini e orlo regolabili in ampiezza. Ma quando lo sforo si fa intenso le cerniere ergonomiche di aerazione provvedono a una maggiore ventilazione. I piccoli oggetti che vanno tenuti a portata di mano trovano spazio nelle ampie tasche anteriori, nella tasca interna e nella tasca skipass. Praticissimo anche il taschino per il cellulare inserito nella tasca anteriore sinistra, dove il mesh in lana merino protegge la batteria dal freddo. Grazie alla robusta membrana e alle cuciture piatte la 3L DEEP SHELL JACKET da donna assicura una particolare resistenza e durata. In linea con il principio della sostenibilità è anche PFC-free.
Ortovox 3L Deep Shell Pants
Questi pants da donna offrono non solo protezione totale ma anche comodità e comfort, in tutta leggerezza. La membrana ad alte prestazioni DERMIZAX® NX di Toray, antivento e impermeabile, presenta un rinforzo in fine lana merino nelle zone del corpo più sensibili al freddo, garantendo un’ottima ritenzione del calore, vestibilità e comfort. Hanno la zona del ginocchio preformata e taglio morbido per godere di tutta libertà di movimento che ti serve fuoripista. Con cerniere di ventilazione laterali per incrementare il grado di aerazione quando la fatica si fa sentire. Nelle spaziose tasche alle cosce ci sta proprio tutto quel che serve tenere a portata di mano. Il dispositivo A.R.T.V.A si aggancia comodamente al moschettone integrato della tasca destra. Grazie alla robusta membrana e alle cuciture piatte i 3L DEEP SHELL PANTS da donna sono caratterizzati da particolare resistenza e durata. Un’ulteriore protezione durante il freeride è assicurata dai gambali integrati e dal paralamine in Dyneema/Cordura. Privi di PFC, sono climaticamente neutri, nel segno della sostenibilità.
