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Scopriamo … Sebastian Schweizer

di - 01/12/2015

E’ il momento di conoscere meglio chi è Sebastian Schweizer

Chi sei? Bella domanda, ho ancora difficoltà a capirlo e poi uno è sempre in via di definizione/ridefinizione. Comunque sono mezzo svizzero (come indica  chiaramente il mio cognome ;-)) e mezzo toscano (per la precisione mia madre era di Portoferraio). Mi ritengo un fiorentino d’adozione in quanto abito a Firenze da oltre quarant’anni.

Cosa fai nella vita? Sono un libero professionista laureato in Scienze Forestali, fino ad ora mi sono occupato di valutazioni di impatto ambientale delle centrali idroelettriche, di riqualificazione fluviale e di Sistemi Geografici Informativi (GIS). Ora il mio socio ed io abbiamo voglia di reinventarci (e per giunta l’ambiente non paga) e abbiamo deciso di cambiare parzialmente settore investendo a testa bassa sul turismo sportivo ed ambientale.

Le tue passioni? Attenzione a  questa domanda perché ora mi lascio andare! Cominciando da molto tempo fa (avevo  o 5 o 6 anni) la mia prima passione è stato il mondo sommerso, passione che poi ho concretizzato molto tempo dopo conseguendo il brevetto da subacqueo. Sono seguiti  corsi di speleologia, sci alpinismo e le passioni per lo snow board, il trekking, il fondo escursionismo, ma il mio primo vero grande amore è stata la bicicletta (ed in particolare la mountain bike… ah quale stupore e meraviglia quando sulla rivista Airone la Cinelli presentò la prima MTB Rampichino!). È stato il mezzo con il quale ho cominciato a scoprire veramente il mondo. Prima  escursioni minori in tutta la Toscana, poi all’estero facendo viaggi ancora relativamente soft (Francia e Finlandia) per poi passare alle cose serie: 1400 km sui tre Atlanti marocchini, traversata integrala di Israele (850 km) dalle alture del Golan ad Eilat sul Mar Rosso. Quest’anno ho partecipato al Tuscany Trail, una challenge di 560 km con 11000 metri di dislivello positivo.

Poi c’è stata una breve parentesi di passione per la vela sfociato in una di quelle pazzie che si possono fare solo da giovani: con un catamarano Dart da 17 piedi (tipo un Hobie Cat, per intenderci) io e tre amici abbiamo fatto un giro che partiva dell’Elba per passare dalla Corsica, dal Giglio, da Giannutri e dalla costa toscana per terminare nuovamente all’Elba. 17 meravigliosi giorni di campeggio nautico con tutta l’attrezzatura stipata in sacche stagne sul trampolino del catamarano. In Corsica od al Giglio quando ci chiedevano da dove arrivassimo non ci volevano credere!

Poi la seconda grande passione: il kayak da mare. Anche qui le prime timide avventure erano costituite dalle circumnavigazioni dell’Argentario o dell’Elba. Poi qualcosa di più serio: 250 km lungo la costa Sarda, da Arbatax a Golfo Aranaci seguito, due anni dopo, dalla tratta Porto (Corsica) – Porto Rotondo (Sardegna) con traversata delle temute bocche di Bonificio e tanto di “naufragio” romantico con la mia ragazza di tre giorni sull’isolotto di Lavezzi a causa di un Maestrale improvviso. Poi le traversate più impegnative in mare aperto: ho cominciato con andare all’Elba partendo dalla costa toscana e ho culminato con un bel Foce d’Ombrone – Formiche di Grosseto con pernottamento sotto il faro della Formica più grande. Bellissimo, ti sembra di essere al centro dell’arcipelago.

Non soddisfatto di tutto ciò ho ben pensato che mi dovevo inventare qualcosa di nuovo: nuotando nelle limpide acque di San Pietro in Sardegna ho concepito l’aquatrekking (vedi il mio sito www.aquatrekking.com) cioè il nuotare lungo costa con muta, pinne, maschera e boccaglio trainando tutto l’occorrente per campeggiare (sacco a pelo, tenda, viveri, vestiario, ecc.) in un piccolo scafo progettato ad hoc. Dopo avere imparato ad usare un programma di progettazione navale e a lavorare la vetroresina ho costruito il primo aquatrekker (lo scafo appunto) ed ho cominciato a circumnavigare a nuoto isole e promontori della Toscana.

Ovviamente non mi sono fermato qui! Quasi tre anni fa ho cominciato a pensare ad un mezzo polifunzionale per trasportare la propria attrezzatura in tutti i modi possibili ed in tutti gli ambienti immaginabili. È nato così l’Armadillo (vedi il mio sito www.armadilling.com), un piccolo scafo di vetro resina che può essere trasformato, tramite la rapida e semplice aggiunta o la rimozione di una serie di accessori, in un carrello all-terrain con 4 ruote, in un carrello da bicicletta, in una piccola barchette (influenzato dall’aquatrekker), in una slitta tipo pulka, in un carrello tipo risciò ed infine in uno zaino. Insomma, gli manca solo di volare!

Ultimo ma non ultimo, il SUP! Nei primi tempi che lo vedevo a giro o su internet non lo avevo nemmeno preso in considerazione, poi l’illuminazione: gli americani ci viaggiano e ci fanno delle vere proprie  spedizioni con quella tavola!  “Pensa…” mi sono detto, “… posso passare dalla posizione seduta del kayak alla posizione eretta: meno mal di schiena, una prospettiva completamente diversa per osservare la costa ed il fondale con acque limpide, salgo e scendo a piacimento anche in acqua alta, un mezzo più leggero… lo devo provare a tutti i costi!”. E così, dopo averci preso la mano tutto il mese di Agosto in Calabria, ho fatto una prima mini-avventura di due giorni sul lago di Bilancino per testare il trasporto dell’attrezzatura da campeggio. Poi, senza tanti preamboli, giù lungo il fiume Arno, da Firenze a Marina di Pisa.

Tra le altre passioni mi dedico anche alla programmazione di microcontrollori (Arduino) per costruire strumenti elettronici personalizzati, inoltre mi è ricominciata la passione per la fotografia da quando ho ricomprato la reflex… insomma ogni tanto scoppia qualche nuova passione o torna a galla qualcuna di quelle vecchie.

Da quanto fai SUP? Ho cominciato a luglio di quest’anno (2015). La prima volta è stata una tragedia. Ho preso un SUP a noleggio ed ho cercato di risalire il vento: sarò cascato almeno una decina di volte! Ma non ho desistito né esitato: il mese dopo ho comprato una tavola mia ed ho cominciato ad andare sul serio.

Moto e SUP, adrenalina pura? Perdio no! Pirsig avrebbe dovuto scrivere “Lo Zen e l’arte della manutenzione della bicicletta” piuttosto che della “motocicletta”. Niente in contrario a chi va in moto ma puoi “assorbire” il paesaggio dentro il quale ti muovi in modo proporzionalmente inverso alla velocità: veloce uguale visione superficiale, lento uguale immersione totale.

Ami la velocità ma anche la solitudine? Come dicevo prima la velocità di una discesa in mountain bike o con lo snow board è divertente ed anche adrenalinica. Dei mezzi a motore faccio volentieri meno. La solitudine? Mi piacerebbe più spesso avere compagni d’avventura ma se decido di fare una cosa non aspetto certo di trovare qualcuno che mi accompagni: avrei fatto meno della metà delle cose che ho realizzato. Da solo sto bene e dirò di più, ogni tanto ne sento il bisogno.

I tuoi programmi televisivi preferiti? The Walking Dead è il mio serial preferito. Poi amo molto i documentari di tutti i tipi, da quelli storici a quelli naturalistici. Mi piace anche l’attualità giornalistica ma spesso mi fa venire il magone e/o la rabbia.

I giornali che leggi? La mia rivista preferita è Wired. Per le notizie preferisco guardare il telegiornale anche se poi i bei pezzi giornalistici sulla carta stampata sono insuperabili.

I viaggi che fai? Quest’anno siamo andati con tutta la famiglia nel mare del Nord in Germania e Danimarca con un camper preso a noleggio.

Prossimo viaggio? Non so ancora.

Prossima avventura? Tim Moss, viaggiatore ed avventuriero, ha creato una meravigliosa iniziativa insieme ad altri personaggi famosi che si sono cimentati in avventure più o meno estreme: ogni anno finanziano delle piccole avventure di “gente normale”. Quest’anno, fra 1300 proposte di progetti ne sono state selezionate 40 e fra quest’ultime c’era anche la mia: il Golfo di Orosei a Nuoto in 7 giorni portandomi tutto l’occorrente per essere completamente autosufficiente stivato in un piccolo scafo progettato e realizzato da me. Mi porterò dietro anche il desalinizzatore (purtroppo è anche il pezzo più costoso) per potabilizzare l’acqua di mare!

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Con il SUP il mio sogno è di navigare lungo tutto il fiume Po. Magari trovo uno sponsor anche per questa avventura.

Che allenamenti fai? Sono totalmente incostante negli allenamenti ma cerco di alternare sport diversi altrimenti mi annoio. Passo dal monopattino sportivo al nordic walking, dalla bicicletta alla corsa, ed ora che ho scoperto il SUP ogni tanto faccio una remata sull’Arno.

Dalla Svizzera all’Italia: cosa ti manca della tua terra? Sono venuto via dalla Svizzera che avevo sette anni e quando sono arrivato in città a Firenze la più grande sofferenza è stata non avere più boschi, campi e ruscelli dove scorrazzare, da esplorare, per vivere infinite avventure.

Rafting, pesca con il sup, cruising ecc…. quale ti piace di più? Non c’è limite, faccio tutto con sommo piacere, ho voglia di alternare e scoprire nuove prospettive.

Sei sponsorizzato? Le mie sono avventura “dietro casa” di un uomo normale, chi vuoi che mi sponsorizzi!? Detto per inciso mi sono anche annoiato di vedere super atleti sponsorizzati da Sector, Red Bull, ecc. Credo che il pubblico abbia voglia di vedere gente “normale” che mette in atto i propri piccoli grandi sogni… non riesco ad identificarmi con i superman delle pubblicità.

Fai gare? Ma quando mai! Al limite faccio qualche gara di podismo. Quest’anno mi sono iscritto alla Firenze Marathon, speriamo di sopravvivere!

Chi ti segue nelle tue avventure? Difficile trovare compagni in queste avventure un po’ pazze, quindi lancio un appello ora: compagni d’avventura cercansi!

Cercherò di accompagnarti nella tua prossima avventura! Seguiteci …

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Intervista di Sheila PalermoSebastian Schweizer

Foto di Sebastian Schweizer