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Simone Moro e Tamara Lunger sul Pik Pobeda

di - 14/11/2018

The North Face® presenta “Pobeda”: il cortometraggio racconta l’ascesa invernale di Simone Moro e Tamara Lunger sul Pik Pobeda, cima più alta della Siberia, che con i suoi -40°C è un luogo tra i più freddi della terra.

Tamara e Simone hanno raggiunto la vetta l’11 febbraio in poco più di 7 ore, alle 15.37 ora locale, e hanno poi impiegato altre 4 ore per fare ritorno al campo base, coprendo in 11 ore una distanza complessiva di 27,3 km e 2.0 42mt di elevazione. Si è trattato di una lunga scalata, caratterizzata da passaggi estremamente tecnici e dall’impossibilità, in caso di caduta, di essere raggiunti dai soccorsi.

Pobeda” descrive il viaggio di Moro e Lunger in un clima estremamente ostile mentre si recano nella regione siberiana della Sakha (Yakutiya), una zona che ospita il più freddo insediamento abitato al mondo. Il luogo è noto per la temperatura più bassa mai registrata nell’emisfero nord, ovvero -71,3 ° C.

La coppia di atleti si è trovata in questo paesaggio desolato per tentare la vetta invernale del Pik Pobeda, che con i suoi 3.003 m è la montagna più alta della Siberia. Dopo un lungo tragitto di 13 ore di volo passando per Mosca, proseguendo per Yakutsk e raggiungendo Ust Nera, la “città fantasma”, i due hanno rischiato di perdere il minivan durante la traversata di un fiume di ghiaccio. Ci è poi voluta un’altra mezza giornata di spostamento via terra in mezzo alle nevi prima di raggiungere la loro sistemazione nel rifugio di un villaggio nomade.

Per i due alpinisti si è trattato di un nuovo tipo di salita invernale. Simone Moro, riconoscendo che stavano entrambi effettuando un nuovo tipo di esplorazione, ha dichiarato: “Se fossimo stati in Nepal o sul Karakorum, sull’Himalaya, nelle Ande o in Patagonia, avrei saputo esattamente cosa poteva succedere e mi sarei sentito a casa. Qui era un’incognita

Simone e Tamara hanno sottolineato il ruolo che la gente del posto ha giocato nel loro viaggio, insegnando loro che le condizioni per l’arrampicata in Siberia sono completamente opposte rispetto a quelle di una salita himalayana, a loro più familiari.

Dopo alcuni giorni trascorsi nell’accampamento dei nomadi in attesa delle giuste condizioni metereologiche e consapevoli dell’importanza di ridurre al minimo il tempo da trascorrere in tenda, i due atleti hanno affrontato un’ascesa in velocità caratterizzata da passaggi estremamente tecnici.

Nonostante le condizioni davvero estreme, i due alpinisti hanno un ottimo ricordo di questa  spedizione. “Ho avuto la conferma che sono innamorata dell’esplorazione” ha dichiarato Tamara, mentre Simona ha concluso: “Come esploratore ho avuta la conferma che ho ragione quando dico che l’esplorazione è ancora lì che aspetta qualcuno in grado di andare oltre e seguire quella direzione.”

Eva è nata e cresciuta a Roma, dove ha studiato giurisprudenza per capire che è una persona migliore quando non indossa un tailleur. Ha lasciato la grande città per lasciare che il vento le scompigliasse i capelli sulle montagne delle Alpi e presto ha scoperto che la sua passione per l’outdoor e scrivere di questa, poteva diventare un lavoro. Caporedattrice di 4outdoor, collabora con diverse realtà del settore outdoor. Quando ha finito di lavorare, apre la porta della baita in cui vive per sciare, correre, scalare o per andare a fare altre gratificanti attività come tirare il bastone al suo cane, andare a funghi o entrambe le cose insieme.