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Stile alpino su un 8.000 in inverno? Abbiamo scalato con Hervé Barmasse

di - 18/09/2023

La nostra editor Chiara Giordani ha intervistato Hervé Barmasse scalando il Breithorn, facendosi raccontare qual è l’idea di Alpinismo che il fortissimo alpinista di Cervinia vuole portare avanti.

“Un alpinista non è un pazzo che sfida la morte, bensì una persona che ama la vita e insegue i propri sogni con cuore, passione e dedizione.”

Oggi, una delle imprese più grandi è quella di riuscire a fare scelte consapevoli seguendo determinati principi, senza scendere a compromessi. Un’impresa che non tutti hanno il coraggio di affrontare ma che può fare la differenza.

Ce lo insegna Hervè Barmasse il quale, oltre alle già note imprese alpinistiche realizzate sulle vette iconiche di tutto il mondo, persegue il sogno di dimostrare che un approccio “pulito” alla montagna è possibile e per farlo l’idea è quella di scalare un 8000 in stile alpino durante la stagione invernale.

Ci riuscirò? Chissà… ma anche già solo lanciare un messaggio, un cambio di prospettiva è basilare per avviare un cambiamento”.

In occasione della presentazione del Matterhorn Alpine Crossing, il collegamento transalpino tra Italia e Svizzera inaugurato il 1° di luglio, ho avuto modo di raggiungere il Breithorn occidentale insieme ad Hervè. Qui non ci ha parlato solo di imprese ma dell’urgente necessità di attuare un cambiamento per garantire un equilibrio tra le esigenze del presente e la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie necessità.

Foto: Marco Spataro

Ma per preservare la natura, bisogna amarla e per amarla bisogna conoscerla. In questo senso, il nuovo impianto di risalita potrebbe diventare un’occasione per permette ad un pubblico più ampio di connettersi con la natura, sviluppando un senso di responsabilità verso la tutela dell’ambiente e avviare un processo culturale di conoscenza della montagna, e quindi un’occasione in più per viverla rispettandola.

Sensibilizzare le persone al rispetto per la montagna è una missione che da sempre Hervè persegue.

La sua visione dell’alpinismo ha sempre avuto un elemento di rispetto per la natura e di armonia con l’ambiente montano.

L’obiettivo dell’alpinismo, fin dagli anni ‘80, è sempre stato quello di non lasciare tracce di sé”.

Oggi godere della montagna senza lasciare traccia del nostro passaggio non è più una raccomandazione ma è diventato indispensabile.

Foto: Marco Spataro

La montagna sta cambiando a causa del cambiamento climatico e tutti, nel nostro piccolo, dobbiamo provare a fare qualcosa, perché non fare nulla non è la soluzione.

Sto cercando di sensibilizzare le persone ai cambiamenti climatici attraverso conferenze, ho ridotto le spedizioni annuali da 4 a 2, ho raggiunto la maratona delle Dolomiti in bici. Piccole cose che dimostrano che un cambiamento all’interno del nostro quotidiano si possa attuare perché se non proponi un cambiamento, non puoi neanche pensare che questo possa esistere”.

Per rafforzare il suo impegno nel perseguire determinati principi, con la necessità di proporre un cambiamento nell’approccio alla montagna, oggi Hervè si appoggia a due aziende italiane, Montura e Scarpa che con lui e come lui desiderano contribuire attivamente allo sviluppo di azioni mirate alla sostenibilità.

Mi piace l’intenzione sia di Montura che di Scarpa di voler prima costruire e poi raccontare i risultati ottenuti. Con entrambe le aziende si sta mirando alla costruzione di una base solida, con radici sane, sulle quali far crescere dei progetti duraturi nel tempo, che siano davvero sostenibili. Ma perseguire obiettivi sostenibili significa tenere in considerazione tutti gli aspetti che questo comprende: ambientale, sociale ed economico. Questa sarà la vera sfida.”

Montura, tra le varie iniziative, vuole creare un team di atleti che scali in stile alpino senza passare per le vie normali. Scarpa, azienda che ha lanciato il primo scarpone da sci al mondo creato da plastica riciclata, il Maestrale RE-MADE, è da poco diventata società benefit. La collaborazione con le due aziende italiane ha l’obiettivo di “guardare più in là” di andare oltre al quello che è già stato fatto.

Foto: Marco Spataro

Tra i progetti di Hervè Barmasse c’è quello di una spedizione in Africa per documentare una grave condizione di siccità in zone di montagna che vede costretti gli allevatori locali a transumare per mesi alla ricerca di acqua per evitare la morte del bestiame. La situazione africana, in un tempo non definito, potrebbe diventare anche la nostra. Un progetto che si discosta da quelli portati avanti fino ad oggi, ma per la sensibilizzazione al tema del cambiamento climatico, per raggiungere sempre più persone, risulta fondamentale la divulgazione di un messaggio globale.

La dedizione che Hervè sta mettendo nel diffondere l’idea di un alpinismo pulito e, più in generale, di avviare un processo di cambiamento di approccio alla natura per sostenerla e preservarla, ha l’obiettivo di lasciare eccome una traccia dietro di sé.

Mio padre mi ha insegnato ad avere un approccio sensibile nei confronti della vita, di fare le cose nel modo più giusto, rispettando la natura e le altre persone. Oggi, da padre, non posso che cercare di trasmettere questa sensibilità attraverso scelte consapevoli che, anche se a volte difficili e controtendenza, siano da stimolo per le generazioni future”.

L’eredità di Hervé Barmasse è quella di un uomo che ha rivoluzionato il mondo dell’alpinismo, dimostrando che è possibile coniugare la passione per le vette con il rispetto per l’ambiente e per sé stessi.

Foto: Marco Spataro