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Sui sentieri delle Dolomiti di Brenta

di - 23/10/2018

Report di una gara di ultrarunning organizzata sugli splendidi sentieri che passano intorno le Dolomiti di Brenta.

Anche se è passato più di un mese – durante il quale è arrivata la stagione invernale – la mente spesso torna all’ultima gara corsa in estate: il Dolomiti di Brenta Trail.

Chi si iscrive alla 45k o alla 64k non sta per correre semplicemente una gara, ma sta per respirare profondamente la bellezza di queste montagne patrimonio UNESCO.

Il pomeriggio di venerdì 7 settembre arrivo al palazzetto di Molveno dove – insieme a numerosi altri atleti- vengo accolta dall’organizzazione che mi fornisce di tutto ciò di cui avrò bisogno il giorno dopo: informazioni e pacco gara. Mi godo l’arrivo della sera sul lago e tra chiacchere, cibo e relax, la sera passa presto.

Sveglia alle 4,30 per fare colazione e prepararsi, la partenza della 64k sarà alle 6. Il tempo passa velocemente e mentre sta iniziando ad albeggiare partiamo per quest’avventura.

Da Molveno ci si dirige verso Andalo e da qui inizia il sentiero SAT 301 in direzione Malga Spora. Comincia la vera prima salita della giornata. Entriamo in Val dei Cavai percorrendo il sentiero 338. La salita finisce sulla ventosa Sella del Montoz (2327m) dalla quale ci si lascia andare in discesa fino a Malga Campa. Qui il sentiero si fa ripido anche se per poco, e dopo un po’ di sali e scendi finalmente arriviamo al primo vero ristoro Malga Quetta – Malga Termoncello (k 19,5). Qua veniamo accolti dai volontari in festa, e la voglia di restare lì a divertirmi con loro è tanta, ma – a malincuore – non mi fermo molto, il tempo stringe.

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Imbocchiamo il sentiero 330 che, dopo un bellissimo passaggio tutto a campo aperto, ci porta a Malga Flavona al k 25. Un’ultima salita verso il Passo Grosté (2442m) e presto siamo al Rifugio Graffer. Questo punto ristoro segna la metà della corsa e per me questa è un’ottima notizia. Mangio un panino e mi lascio andare in discesa. La discesa prima a campo aperto e poi qualche tratto di piano-discesa nel bosco ci portano Malga Vallesinella Alta dove veniamo indirizzati verso il Rif. Tuckett. La salita qui è non troppo ripida e continua, perfetto per prendere un buon ritmo da tentere fino alla prossima tappa. Il bosco finisce e il paesaggio si apre: qui gli occhi si ricaricano con la Vedretta di Brenta Inferiore. Passata la Bocca del Tuckett si arriva all’omonimo Rifugio (2272 m. – km 41,5).

Ci si ricarica e si affronta la tecnica discesa del Sentiero del Fridolin dove bisogna prestare un po’ di attenzione se si incontrano altre persone sul sentiero. Imbocchiamo così il sentiero 318 che risale la Val di Brenta Alta tramite un sentiero che passa su cengie e gallerie scavate nella roccia. Il prossimo ristoro è al Rifugio Brentei e si prosegue nel cuore delle Dolomiti di Brenta passando sotto il Campanil Basso, la Cima Tosa ed il Crozzon del Brenta. Sul sentiero 318 ho anche la fortuna di vedere dei camosci che risalgono i ghiaioni sulla nostra sinistra. È ora dell’ultima e più faticosa salita: quella rapidamente (e ripidamente aggiungerei) raggiunge la Bocca di Brenta. Siamo circondati dall’affascinante roccia dolomitica.

Passata la Bocca si vede presto – da uno scorcio degno di foto ricordo – il Rifugio Pedrotti (2491m – k 49,5). Nonostante la stanchezza e il sentire la giornata addosso da qui la mente si rilassa e inizio a divertirmi sul serio. La discesa è scorrevole e divertentissima e riesco a lasciare andare le gambe fino al prossimo ed ultimo ristoro al Rif. Croz dell’Altissimo (1491m – k 55). Il sentiro prosegue nel bosco in piano e si inizia a vedere il lago oltre gli alberi a fondovalle. La stanchezza è tanta ma sapere di essere quasi arrivata mi spinge per inerzia fino a Molveno, dove passando per il lago arrivo alla fine di questo viaggio. All’ultima curva prima del gonfiabile incontro un’amica che si è gentilemente presa cura del mio cane durante la giornata: Ombra correrà gli ultimi metri e passerà con me il traguardo.  È quasi sera e ad aspettarmi ci sono tantissimi amici che anche loro hanno passato la giornata sugli stessi sentieri. Abbracci, sorrisi e una più che necessaria cena. Scende l’adrenalina e la stanchezza arriva tutta insieme: non riesco più a reggermi in piedi. È ora di andare a dormire.

Che vogliate gareggiare, correre per contro vostro, o anche intrapendere un trekking di più giorni, rimarrete incantati dalla bellezza di questi posti. Consiglierei a tutti di passare qualche ora su questi sentieri.

Qui puoi scaricare la traccia del percorso.

Maggiori info sul sito ufficiale.

Eva è nata e cresciuta a Roma, dove ha studiato giurisprudenza per capire che è una persona migliore quando non indossa un tailleur. Ha lasciato la grande città per lasciare che il vento le scompigliasse i capelli sulle montagne delle Alpi e presto ha scoperto che la sua passione per l’outdoor e scrivere di questa, poteva diventare un lavoro. Caporedattrice di 4outdoor, collabora con diverse realtà del settore outdoor. Quando ha finito di lavorare, apre la porta della baita in cui vive per sciare, correre, scalare o per andare a fare altre gratificanti attività come tirare il bastone al suo cane, andare a funghi o entrambe le cose insieme.