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SUP IN VENICE “un esempio per tutti”

di - 07/08/2014

Qualche giorno fa vi abbiamo presentato il progetto di di turismo di SUP IN VENICE. Abbiamo approndito la questione perchè l’esempio di Eliana possa aiutare i tanti istruttori di sup a poter trovare la propria dimensione cercando di poter incrementare il proprio business.

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Un progetto di turismo sostenibile di Eliana Argine

SUP in Venice nasce nel 2011 come un nuovo modo di esplorare la città per me che sono nata nel sestiere di Castello, a Venezia. Io ho imparato a stare in piedi sul SUP nel canale davanti a casa, un po’ alla volta e un po’ a modo mio (e… no, non sono ancora mai caduta in acqua, la balneazione è vietata in tutti i canali!) sviluppando una tecnica adatta a Venezia, a questo tipo di tracciati.

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I ponti ad esempio sono tutti molto bassi, quindi ho imparato a procedere quasi senza mai scambiare, preferendo la pagaiata a sinistra, molto più comoda e precisa anche negli incroci rispetto alla destra. La posizione di surfing stance inoltre è altamente sconsigliata, qui infatti è tutta un’altra cosa rispetto al mare o al lago, o a qualsiasi altro posto.

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Se vuoi navigare in canale come prima cosa devi essere preciso, non sono ammessi errori. Non serve essere forti e veloci, ma avere il controllo assoluto della tavola: quando arrivi ad un incrocio ti devi saper fermare anche in condizioni di corrente a favore (in alcuni punti ce n’è parecchia) senza finire in mezzo a due taxi mentre attraversano, e quando impegni un incrocio non puoi entrare in contromano, proprio come in qualsiasi tracciato cittadino ci sono sensi unici, semafori e… vigili!

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Per facilitarvi le cose sappiate che in canale “guidiamo” a sinistra come le gondole, ma le barche a motore navigano a destra; inoltre ci sono leggi scritte da rispettare, ma anche consuetudini della tradizione orale che non trovate in nessun testo. Insomma non è facile, ma ne vale la pena! Venezia va vista dall’acqua, non ci sono dubbi su questo.

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Poche persone, massimo 5 tavole in canale, per godersi in pieno l’atmosfera della Venezia nascosta. Lasciamo tranquillamente perdere Rialto, San Marco, il ponte dei Sospiri e altri spot da turismo di massa. Andiamo invece a rubare qualche scatto in quel rio vicino al Ghetto, così stretto che solo i residenti con i loro barchini ci passano, e nelle giornate di sole le donne stendono il bucato da un lato all’altro del canale, colorando il cielo sopra le nostre teste con bandiere di tutti i colori.

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I turisti dalle fondamenta e dai ponti ci fanno le foto mentre i veneziani ci fermano, vogliono parlare con noi di barche di legno e regate, e spesso si finisce in qualche bacaro a vino e ciccheti. Ma c’è anche tanta storia e arte lungo la via, quindi è possibile imbattersi in qualche cantiere di restauri dove ci interessa osservare come vengono eseguiti i lavori delle fondamenta sotto l’acqua, nel fango, mentre più in alto si riportano alla luce preziosi affreschi quattrocenteschi e marmi bianchi che sembrano merletti di Burano.

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In buona sostanza io non sono qui a vendere il fascino del Canal Grande, il romanticismo della Venezia dei Dogi, le favolette da opuscolo da bancone e altra retorica trita e ritrita: SUP in Venice è un incontro dentro la cultura di una città che vive, di gente che lavora e naviga, perché l’acqua fa parte della nostra vita di tutti i giorni. Questa è quello che voglio trasmettere ai visitatori perché non siano solo spettatori ma attori partecipanti. Imparare, conoscere e condividere è lo scopo di ogni viaggio.

SUP-078Essendo antropologa e operatrice turistica qualificata, ho unito la passione per il SUP al mio lavoro, quindi anni di studi e di esperienza lavorativa sono le basi del successo di questa impresa. Alle persone che mi chiedono il SUP tour consiglio sempre di fare un corso completo flat water prima di affrontare i canali, per poter vivere questa esperienza senza stress e ovviamente in sicurezza per sé stessi e per gli altri. Naturalmente io stessa ho fatto il corso con un maestro ISA e successivamente ho conseguito il brevetto da istruttore.

In tre anni di SUP in Venice ho avuto modo di conoscere tanti paddlers da tutto il mondo, e quindi di farmi un’idea delle diverse scuole, oltre che del livello medio della gente che viaggia e pratica il SUP. Certo, portare in giro nomi come Chase Kosterlitz, Terry Chung, Kevin Langeree devo dire è stato abbastanza impegnativo… Ma la cosa più bella per me è vedere la luce che brilla negli occhi di tutti quando mi dicono: ”This is the best thing I’ve ever done!”.

 

Io stessa quando viaggio non mi lascio mai sfuggire l’occasione di qualche bella escursione in SUP con i locals: sul Tamigi in piena, a San Diego in mezzo ai leoni marini, le tartarughe giganti di Hanalei, perfino in Arizona in mezzo al deserto in una riserva indiana ho trovato un lago con un’escursione organizzata da locals!

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Molti amici paddlers in tutto il mondo stanno costruendo Network per facilitare le persone che come noi vogliono pagaiare ovunque, perciò vorrei lanciare un invito ai miei colleghi istruttori e paddle-guides italiani a contattarmi per organizzare assieme un sistema informativo per quello che riguarda i SUP tours in Italia. Concludo ringraziando 4 SUP che appoggiando l’iniziativa fa di questo magazine un osservatorio a 360° sul non facile, peculiare e mutevole panorama SUP italiano.

Buon SUP a tutti!

 

Eliana Argine

Presidente Surf Club Venezia

Delegata FISURF Triveneto