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Terer, un’impresa a Praga

di - 13/05/2014

Chi lo aveva visto allenarsi alla vigilia della Maratona di Praga, tappa dello Gold Road Label della Iaaf, non aveva dubbi: Nicholas Tere avrebbe sbancato la classica ceka e così è stato. Il kenyano, che avevamo imparato a conoscere in una sontuosa Turin Marathon, ha dominato una gara resa difficile dal forte vento e dalla pioggia nelle fasi finali, che non gli hanno impedito di abbassare il suo personale a 2h08’07”, vincendo la ventesima edizione della gara davanti a un campo partenti di prim’ordine. La gara è stata lanciata da un pacemaker d’eccezione, il kenyano Peter Kirui vincitore sulle stesse strade della mezza maratona poco più di un mese fa, ma che non se la sentiva di compiere la distanza completa. Passaggio ai 10 km in 30’05” e alla mezza in 1h03’34”, ritmo quindi non proibitivo ma già fatale al grande favorito della gara, il suo connazionale Moses Mosop che continua a inseguire la grande condizione del 2011 e che terminerà mestamente 12° con un tempo superiore alle 2h20’. Kirui ha cessato la sua corsa al 30° km e a quel punto davanti si sono posti Terer e il suo connazionale Evans Chebet. Al 35° Terer, bronzo iridato junior nei 3000 siepi nel 2008, salutava il compagno per andare a vincere con 10 secondi di vantaggio, terza piazza per Cuthbert Nyasango che con 2h09’52” otteneva il primato nazionale dello Zimbabwe. La gara femminile ha proposto il ritorno ai vertici dell’etiope Firehiwot Dadom, che ricordiamo tre volte vincitrice a Rma e una a New York prima di un brutto infortunio che l’ha tenuta oltre un anno ferma. La Dado, nona all’ultima mezza maratona praghese, ha mostrato una condizione di forma notevolmente cresciuta nell’ultimo mese, passando in 1h11’45” pilotata dal suo manager Wellay Amare (maratoneta da 2h12’) e per lungo tempo è sembrata in grado di attaccare il suo primato personale di 2h23’15”, ma la pioggia nel finale l’ha costretta a rallentare. 2h23’34” il suo tempo finale in un ordine d’arrivo tutto etiope con Fantu Eticha seconda in 2h27’31” e Ashete Bekele terza in 2h28’04”.

L'arrivo vittorioso di terer (foto organizzatori) L’arrivo vittorioso di terer (foto organizzatori)

Sabato intanto Daniele Meucci è arrivato terzo nella UAE Healthy Kidney di New York, corsa di 10 chilometri all’interno di Central Park. L’azzurro ha condotto una gara in rimonta, tagliando il traguardo in 28’19”, un crono più veloce di nove secondi rispetto al 28’28” che gli permise di vincere la stessa manifestazione nel 2012 (va sottolineato che quest’anno è stata invertita la direzione del percorso, rendendolo – a detta degli atleti – un po’ più duro a livello muscolare). A Manhattan la gara è stata lanciata dal detentore del record della corsa Leonard Patrick Komon, al via per migliorare il suo record di 27’35” siglato nel 2011. Un’impresa che è andata in fumo nei chilometri finali quando il kenyano ha cominciato ad accusare la fatica e il rientro del connazionale Stephen Sambu, alla fine vincitore con largo margine in 27’39” (a un secondo dal record della corsa nonostante un errore di percorso nell’ultimo chilometro). Komon, ormai persa la vittoria, è però riuscito a difendere la seconda piazza dal rientro di Meucci, tagliando il traguardo in 28’17” con il portacolori dell’Esercito a solo due secondi di distacco. Al quarto posto, alle spalle del pisano, è arrivato l’australiano Collis Birmingham in 28’22”. Il 28enne dell’Esercito, che sta preparando la maratona degli Europei di Zurigo, solo qualche giorno fa (il 4 maggio) ha corso i 10.000 metri del  Payton Jordan Invitational di Palo Alto (California) in 27’36”53, a soli quattro secondi dal primato personale di 27’32”86 che due anni fa (nell’anno della vittoria a Manhattan) gli valse la quarta prestazione italiana di sempre sulla distanza.

 

I vincitori di New York (foto organizzatori) I vincitori di New York (foto organizzatori)