Vivian Cheruiyot rilancia la sua candidatura all’oro olimpico profittando al meglio dell’assenza della grande Tirunesh Dibaba, ferma per maternità e si aggiudica la sua quarta medaglia d’oro mondiale, la seconda sui 10000 dopo quella di Daegu 2011. D’altronde anche la kenyana si è fermata per accrescere la sua famiglia altrimenti il suo curriculum sarebbe stato più ricco. La Cheruiyot è uscita vincente grazie alla sua sagacia tattica al termine di una gara sinceramente noiosa, condotta su ritmi piuttosto lenti, nella quale né le etiopi né le stesse kenyane hanno ritenuto opportuno prendere l’iniziativa. Il foltissimo gruppo ha proceduto quindi compatto per oltre metà gara e anche a due giri dalla conclusione erano almeno una decina le atlete nel gruppo di testa. Comprese le americane,protagoniste assolute di questa prova a conferma di una crescita globale del movimento mezzofondistico a stelle e strisce.
Nel giro finale l’etiope Gelete Burka ha provato ad allungare, ma la Cheruiyot le è rimasta incollata per sorpassarla prima d’imboccare l’ultima curva, senza più essere raggiunta, chiudendo in 31’41”31 con 46 centesimi sulla rivale. Dietro, derby tutto americano con Shalane Flanagan che sembrava pronta a cogliere un’altra medaglia iridata,poi è venuta fuori Molly Huddle, la più in vista quest’anno, ma proprio sul traguardo i troppo prematuri festeggiamenti le sono costati il bronzo, con Emily Infeld che si è tuffata sul traguardo anticipandola di 9 centesimi, in 31’43”49. Per la Flanagan sesto posto, superata anche dall’altra kenyana Sally Jepkosgei Kipyego. Per l’Europa prima l’olandese Susan Kiijken, decima in 31’54”32 a conferma che, Farah a parte, nel mezzofondo l’Europa è più di qualche gradino sotto, ora anche con le donne.
Gabriele Gentili