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Trail running, per imparare a vivere, per ricordarci chi siamo

di - 25/08/2025

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La salita per imparare a vivere, la discesa per ricordarci chi siamo, un articolo molto particolare del nostro Alessandro Pegoraro, le peculiarità del trail running come metafora della vita.

Testo e foto: Alessandro Pegoraro

“C’è un istante preciso in cui tutto cambia. Magari è appena fuori dal paese, dove il marciapiede finisce e comincia la terra. O forse è dentro un bosco, dove l’aria sa di resina e silenzio. È il momento in cui lasci la strada battuta e metti piede sul sentiero. Dove il mondo smette di correre con te e inizia a correrti dentro.”

“È lì che comincia davvero il trail running. Non è solo una corsa: è un’esperienza. Un dialogo fisico ed emotivo con il paesaggio, con le proprie paure, con tutto ciò che la vita ci chiede di affrontare. E ogni salita, ogni discesa, non è soltanto geografia. È simbolo. È lezione.”
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Quando arriva la salita

Le prime rampe sono quelle che ti mettono in discussione. Il fiato si fa corto, il battito sale. Hai appena iniziato e già la testa ti chiede: “Ma chi te lo fa fare?”. Lo hai provato, vero? Quel momento in cui le gambe rallentano e la mente comincia a urlare più forte dei polmoni.

La salita è scuola di pazienza. Non puoi forzarla, perché ti spezza. Devi imparare a starci dentro, ad ascoltarla. Tecnica, certo – passi corti, schiena dritta, respiro regolare – ma soprattutto mente. È qui che impari a non volere tutto e subito. A fidarti del processo.

Proprio come quando nella vita tutto sembra in salita: un lavoro che non arriva, una fatica che si ripete, una speranza che scivola via. Vorresti correre, ma non puoi. Devi solo andare. Un passo dopo l’altro. Senza fretta, senza paura. Perché, anche se non la vedi, la cima esiste.

Il respiro come rifugio

Ti è mai capitato, durante una salita dura, di chiudere gli occhi per mezzo secondo e ascoltare solo il tuo respiro? Come un metronomo. Come una voce che ti guida. In quei momenti, il respiro è l’unica cosa che conta. Ti riporta dentro. Ti ancora al presente.

Vale anche nella vita. Quando tutto si fa troppo, quando sembra che l’ansia ti stia strappando via il fiato. Fermati. Respira. È l’unico modo per non farsi travolgere. Il trail te lo insegna, con una semplicità spietata.

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In cima cambia tutto

Poi, all’improvviso, sei su. La salita finisce. Ti giri e guardi in basso. Vedi la strada che hai fatto, la fatica che hai superato. E capisci una cosa: non è la cima a dare senso alla salita. È la salita che dà valore alla cima.

Ti senti leggero. Potente. Come quando, dopo settimane di dubbi e notti in bianco, arriva una risposta. Come quando un “non ce la farò mai” diventa “ce l’ho fatta”. Non è euforia. È qualcosa di più profondo. È gratitudine.

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E poi… la discesa

La discesa è tutta un’altra storia. Dove prima contavi ogni passo, ora voli. Ti lasci andare, senti la terra che scorre sotto i piedi, le braccia che trovano equilibrio nel caos. E lì non c’è più spazio per pensare. Solo per sentire.

È libertà pura. Ma anche rischio. Devi fidarti del tuo istinto. Accettare l’idea che potresti cadere. Perché, più ti trattieni, più rischi davvero. È un atto di coraggio, di abbandono. Come quando nella vita devi mollare il controllo, smettere di pianificare tutto. Fidarti. Lasciarti andare all’amore. A un cambiamento. A un sogno.

Ti è mai successo? Un’occasione inaspettata. Un amore che arriva quando non lo cercavi. Una scelta fatta di pancia. È la discesa che ti chiama: “Vieni. Fidati. Scendi”.

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La caduta che insegna

Sì, a volte cadi. Succede a tutti. Un sasso, una radice, un attimo di distrazione. Ma non è la caduta a definirti. È come ti rialzi. Con un graffio in più, magari, ma anche con una storia nuova da raccontare. Il trail ti insegna anche questo: a non avere paura di sbagliare.

Nella vita è uguale. Chi cade e si rialza ha il cuore più forte di chi non si è mai mosso.

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Corri come vivi, vivi come corri

Il trail non è una disciplina. È un modo di stare al mondo. Ti insegna a rispettare i tempi, ad ascoltarti, ad accettare che non puoi sempre dominare tutto. Ti insegna che ogni fatica ha un senso, che ogni momento di libertà è prezioso, e che ogni passo – anche quello incerto – è parte di un cammino più grande.

Correre sui sentieri è come vivere davvero: sali, resisti, respiri, ti lasci andare. Cadi, ridi, ti rialzi. E, mentre corri, impari che la vera meta non è in cima, né in fondo alla discesa. È in ogni passo fatto con consapevolezza.

E allora sì, che sia sul monte o nella vita, quando senti che tutto si fa duro… non scappare. Alza gli occhi. Respira. E sali.

Daniele Milano: spirito di montagna, anima sportiva. Nato in Valle d’Aosta, cresce tra natura e movimento: prima lo sci, poi l’atletica. Negli anni ’90 scopre lo snowboard e ne diventa voce e protagonista, tra riviste e snowpark. Oggi vive tra Milano e le sue montagne, maestro di snowboard e telemark, cuore editoriale di 4running magazine. Racconta il trail e il gesto sportivo come espressione di equilibrio. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri.”