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Un record pieno di rimpianti

di - 27/09/2016

I tecnici etiopi, alla fine della Berlin Marathon, tappa dello Iaaf Gold Label, si mangiavano le mani. Aveva avuto ragione lui, Kenenisa Bekele, il grande escluso dei Giochi di Rio, a protestare perché la straordinaria prestazione ottenuta sulle strade tedesche dimostra che era l’unica vera alternativa a Eliud Kipchoge. Quei due secondi di distacco nella graduatoria dell’anno, il 2h03’03” di Bekele e il 2h03’05” ottenuto dal kenyano a Londra suonano come una beffa.

Bekele è stato protagonista di una gara eccezionale, una delle più belle della storia della maratona, arricchendo il suo palmarés infinito fatto di vittorie e record mondiali con una pagina forse inaspettata a questi livelli. La sua prestazione, che ricordiamo è la seconda di sempre a soli 6” dal record del kenyano Dennis Kimetto, è nata grazie al bellissimo scontro con un altro “mammasantissima” della maratona pienamente recuperato dopo un paio di stagioni di oblio, il kenyano Wilson Kipsang che sulle strade dove aveva stabilito il record mondiale nel 2013 è andato a caccia del nuovo primato. La sfida fra i due è stata palpitante e incerta in una gara pazza, lanciata su ritmi incredibili con passaggi da 14’20” ai 5 km e addirittura 1h01’11” alla mezza, tempi quasi proibitivi anche per gli specialisti puri delle distanze. A metà gara davanti erano ancora in sette, ma solo Kipsang e Bekele sono riusciti a mantenere alta l’andatura: il kenyano ha provato due volte a scrollarsi di dosso il rivale, rientrato su di lui in progressione dimostrando di avere assimilato tutti i meccanismi dei 42195 km, poi nel finale Bekele ha prodotto la sua famosa accelerazione provando anche a cogliere il grande frutto, mancato come detto per 6”. A Kipsang ha consolazione del miglioramento a 34 anni, 2h03’13” che è la quarta prestazione di sempre. Terzo l’altro kenyano Evans Chebet, portatosi a 2h05’31”.Gli altri hanno sofferto la gara dalla costruzione così ardita,ma sono comunque buoni i tempi di Sisay Lemma (Eth, 2h06’56”) ed Eliud Kiptanui (Ken, 2h07’47”), sesto è giunto il debuttante Geoffrey Ronoh (Ken) in 2h09’29”. Primo non africano lo stakanovista giapponese Yuki Kawauchi, 13° in 2h11’03”. Primo italiano Domenico Liberatore, 80° in 2h29’32”.

Kenenisa Bekele, altra grande impresa della sua straordinaria carriera (foto organizzatori) Kenenisa Bekele, altra grande impresa della sua straordinaria carriera (foto organizzatori)

La gara femminile è giocoforza stata schiacciata nella considerazione, anche se la prestazione di Aberu Kebede è stata di grande livello. Vincitrice nel 2010 e 2012, l’etiope ha centrato la tripletta eguagliando la tedesca Pippig e la polacca Kotowska anche se alla fine il tempo di 2h20’45” non l’ha pienamente soddisfatta in quanto puntava decisamente a scendere sotto il muro delle 2h20’. Il passaggio a metà gara era stato di 1h09’27”, nella seconda parte le sono probabilmente mancati gli stimoli della sfida, con le connazionali Birhane Dibaba e Ruti Aga molto lontane, finite sul podio rispettivamente con 2h23’58” e 2h24’41”. Quarta la giovane giapponese Rea Iwade in 2h28’16” davanti alla figlia d’arte Katharina Heining (Ger) finalmente scesa sotto le 2h30’. Migliore delle italiane la romagnola Federica Moroni, 33esima in 2h53’41”.

Sempre domenica si è disputata anche la 38esima PZU Warsaw Marathon, gara Bronze con 6.000 partenti al via dove il kenyano Ezekiel Omullo, campione uscente, si è confermato sul trono polacco con il tempo di 2h08’55”, frutto di un imperioso finale dove negli ultimi 10 km ha inflitto più di due minuti ai connazionali Douglas Chebii e Dominic Kimwetich, finiti nell’ordine in 2h11’26” e 2h11’49”. Solo un sesto posto per il vicecampione europeo Jared Shegumo, principale portacolori dei padroni di casa in 2h15’05”. Prima vittoria del Bahrain nella prova femminile per merito di Gladys Jerotich Kibiwot, prima in 2h36’34” davanti all’etiope Tizita Niguse Wubishet (2h37’31”) e alla kenyana Jane Mwikali Muia (2h39’11”).

Bis consecutivo per Omullo a Varsavia (foto organizzatori) Bis consecutivo per Omullo a Varsavia (foto organizzatori)