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Un weekend quasi tutto kenyano

di - 09/05/2016

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L’evento principale del fine settimana delle corse estere era sicuramente la Volkswagen Prague Marathon evento Iaaf Gold Label dove molti si giocavano le residue speranze di staccare il biglietto per la maratona olimpica di Rio. I tanti kenyani in gara sono riusciti a realizzare la quinta doppietta in 22 edizioni, senza però poter ottenere un tempo utile a mettere in crisi i tecnici nazionali che hanno diramato la selezione (Una quadra da urlo con Eliud Kipchoge, Stanley Biwott e Wesley Korir al maschile, Florence Kiplagat, Mary Keitany e Jemina Sumsong al femminile). La vittoria di Lawrence Cherono è però di grande valore come il tempo finale, 2h24’07” che abbassa di oltre 2 minuti il suo PB. Il gruppo di testa ha viaggiato spedito fino alla mezza passata in 1h03’06” con tutti kenyani a comporlo salvo l’etiope Seboka Dibaba. Al 30° km in 1h30’18” era chiaro che il record della gara di Eliud Kiptanui di 2h05’39” era salvo: intanto il gruppo era ridotto a 8 unità. L’iniziativa è stata presa da Felix Kandie che si portava via i compatroti Cherono e Solomon Kirwa Yego, vincitore della RomaOstia con la miglior prestazione mondiale 2016 sui 21,097 km. Quest’ultimo, al debutto in maratona, pagava dazio al 37° km perdendo contatto dal duo di testa, ma dopo un km Cherono accelerava ancora andando a vincere con 50” su Kandie e 1’07” su Yego. Primo italiano Antonio Bucci, 53° in 2h46’00”.

Tecnicamente assume maggior rilievo la prestazione femminile di Lucy Karimi, che ricordiamo vincitrice a Milano lo scorso anno, che ha chiuso in 2h24’46” abbassando di oltre due minuti il suo personale di Dubai dello scorso anno. La kenyana era nel gruppo di 5 atlete che a metà gara transitava in 1h12’33”, con le connazionali Purity Rionoripo e Rael Nguriatukei e le etiopi Marta Lema e Biruktayit Eshetu. Nella seconda parte la Karimi ha preso decisamente l’iniziativa passando ai 30 km in 1h42’49” con Lema e Rionoripo accodate, con l’etiope che mostrava segni di cedimento 5 km dopo, e la Rionoripo che era costretta a lasciar andare la rivale poco più tardi per chiudere a 14” con le ultime battute diventate un calvario per problemi di stomaco. Terzo posto per la kenyana Risper Chebet che in 2h27’23” superava la Lema, quarta in 2h28’02”. Grande soddisfazione per i tifosi locali per la prova di Eva Vrabcova che chiudendo sesta in 2h30’10” al suo debutto sui 42,195 km scendeva sotto il limite per Rio, divenendo così la 35esima atleta in grado di competere sia ai Giochi invernali che estivi, essendo da anni nazionale di sci di fondo.

TUWEI, DAGLI 800 ALLA MARATONA RECORD

Record della gara per la Yellow River Estuary Internazional Marathon, gara Silver disputata a Dongying nel su della Cina, grazie al kenyano Dickson Kipsang Tuwei, nome relativamente nuovo che ha corso la distanza in 2h09’27”. Tuwei è rimasto pazientemente nel gruppo di testa seguendo le mosse del connazionale Marius Kimutai, saltato nel km finale per lasciarlo a 5”. Terza piazza per il favorito della vigilia, Moses Mosop che nel finale ha provato a recuperare chiudendo a 6” dal vincitore, rimanendo comunque lontano dai suoi standard. Da notare che Tuwei ha 23 anni ed è alla sua seconda maratona, ma nelle categorie giovanili gareggiava sugli 800 metri dove ha all’attivo un titolo africano junior nel 2009 e il 6° posto ai Mondiali di categoria dell’anno successivo.

Anche al femminile la gara si è risolta all’ultimo km quando Eunice Chumba, kenyana naturalizzata per il Bahrain per superare la kenyana Miriam Wangari e andare a vincere in 2h31’13” continuando così la sua ottima stagione iniziata con il titolo asiatico a squadre di cross e proseguita con il personale sulla mezza a Lisbona in 1h09’55” quando fu quarta. La Wangari ha chiuso seconda in 2h27’53”, terza l’etiope Bizuayehu Ehite, vincitrice lo scorso anno a Venezia, in 2h32’02”.

GINEVRA, SI RIVEDE CHEPKWONY

Anche l’Harmony Geneva Marathon, per la prima volta inserita nel circuito Bronze, regala gloria ai kenyani che fanno doppietta nella città svizzera e a prevalere è un corridore conosciuto dalle nostre parti, quel Daniel Chepkwony vincitore a Venezia nel 2015 che chiude in 2h11’10”, tempo relativamente modesto dovuto anche al clima caldo della gara. Chepkwony ha trovato resistenza solo nel connazionale Emmanuel Sikuku, secondo in 2h12’44” e che sempre a Venezia era stato terzo, una rivincita mancata. A completare il podio tutto kenyano Rony Kiboos, terzo in 2h14’53” davanti all’ex campione del mondo di corsa in montagna, l’eritreo Petro Mamu in 2h15’16”. Fra le donne vittoria per Jane Kiptoo che fa così il bis 12 mesi dopo. 2h35’03” il suo tempo finale, con 12” di vantaggio sulla debuttante Hellen Jepkurgat, collezionista di mezze maratone italiane che è sembrata a suo agio anche sulla distanza maggiore. Terza l’etiope Dereje Roze in 2h36’55”. Delusione per la francese Martha Komu che puntava al minimo di qualificazione olimpica ma ha chiuso solo sesta in 2h43’40”.

Daniel Chepkwony al traguardo di Ginevra (foto organizzatori) Daniel Chepkwony al traguardo di Ginevra (foto organizzatori)

CHEPROT, COLLEZIONISTA DI 10 KM

Sabato si è gareggiati in Nigeria,per i 10 km dell’Okpekpe International Road Race, gara Bronze dove ha prevalso Simon Cheprot che ha coperto la distanza in 29’48” distanziando di 24” l’ugandese Ismail Juma e di 27” il connazionale Timothy Toroiti. Cheprot ha costruito la sua vittoria nella seconda parte di gara, dopo essere passato ai 5 km in 14’57” per poi attaccare all’8° km staccando gli avversari. Il kenyano, che era stato sesto nella mezza di Ras Al Khaimah a febbraio e nel Mondiale di Cardiff a marzo, il prossimo impegno sarà a fine mese ancora sui 10 km a Ottawa. Fra le donne primato per Polline Njeru, ancora Kenya, in 33’30” davanti alla connazionale Esther Chemtai a 3” e all’etiope Buzunesh Gudeta a 37”.

Il vincitore di Okpekpe Simon Cheprot (foto organizzatori) Il vincitore di Okpekpe Simon Cheprot (foto organizzatori)