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UNDER ARMOUR HOVR Machina 3, IL TEST

di - 30/06/2022

Ho testato la nuova UNDER ARMOUR HOVR Machina 3, calzatura del brand americano votata alle lunghe distanze e al comfort, che assicura buona reattività, grazie alla tecnologia HOVR e non solo…

Test di Daniele Milano Pession

Fotografie Daniele Milano Pession e courtesy Under Armour

Cosa dice UA di UNDER ARMOUR HOVR MACHINA 3

“FASTER, FARTHER”, così Under Armour presenta la neonata Machina 3, ovvero una calzatura pensata per correre velocemente, anzi…più velocemente e soprattutto a lungo.

UA nel comunicato ufficiale, grazie alle particolari caratteristiche dell’HOVR Foam, ne esalta così le caratteristiche principali: “La morbidezza di una scarpa ammortizzata, la velocità di una scarpa da gara, e un coaching in tempo reale per aiutarti a correre più veloce, più lontano.”

Ma sarà tutto vero?

Innanzitutto mettetevi bene in testa che i grandi brand, e Under Armour è a buon diritto tra di loro, non raccontano palle! Quindi, se esaltano i loro prodotti, ci sarà un motivo. Vista la preparazione tecnica del mercato, ovvero l’utente finale, e le conoscenze oramai diffuse che si possono avere grazie a internet, i brand presentano nella maggior parte dei casi prodotti validi , le eccezioni sono sempre meno…, che, a seconda di come corriamo e di come siamo fatti, si adattano meglio alle nostra morfologia.

Ma voi le pagate?

Ecco la domanda fatidica che ci fate in tanti… “NO, NOI LE SCARPE NON LE PAGHIAMO MAI!” e i brand ce le inviano gratuitamente a fronte di accordi commerciali ben definiti. Ma toglietevi dalla testa che, se un brand ci manda le scarpe GRATIS, si avete capito proprio bene G-R-A-T-I-S, noi dobbiamo per forza scrivere che le calzature ricevute sono fighissime, vanno benissimo, sono comodissime, etc, etc, etc!

Ecco la realtà dei fatti!

Indubbiamente la nuova UNDER ARMOUR HOVR MACHINA 3 riconferma quanto già rilevato nei precedenti modelli, aggiungendo qualcosa in più, infatti la tecnologia HOVR presente nell’intersuola rende la calzatura decisamente molto ammortizzata, concedendo comunque all’avampiede una buona sensibilità complessiva con il terreno e un’altrettanto valida capacità di spingere a fondo sull’acceleratore.

Come dire? Se vuoi correre piano, ti permette falcate comode, se invece vuoi spingere un po’ di più, come già rilevato su altri modelli della stessa categoria, si dimostra non certo la classica scarpa da “tapascione”, ma permette una più che discreta reattività e soprattutto risposta ai nostri appoggi. Personalmente odio le calzature che isolano troppo la sensibilità delle dita del piede dal suolo a causa di un’intersuola troppo marcata e voluminosa, ma si tratta comunque di semplici sensazioni personali mentre, per dare un giudizio oggettivo, posso confermare che la Machina 3 ha una sensibilità dell’avampiede, a chi piace questa sensazione, superiore rispetto alla media.

Scarpa neutra?

Under Armour presenta la Machina 3 come “Scarpa neutra”, ma sarà vero? Continuando nel mio test pieno di dubbi… visto che ahimè mi ritrovo nella categoria dei cosiddetti “piedi piatti”, ho cercato di capire se questo modello, anche senza l’utilizzo di plantari ortopedici personalizzati, può essere adatta ad un pubblico un po’ più ampio.

10 chilometri senza plantari!

Ho quindi fatto un’uscita di 10 chilometri circa, la classica oretta perlustrativa per le strade della Barona, senza utilizzare i plantari. Il risultato è stato di assoluto comfort, davvero molto comode queste Machina, e, verificando i miei appoggi, soprattutto del piede sinistro che nel mio caso è quello messo peggio, la scarpa ha tenuto sempre egregiamente, anche a bassi ritmi, in cui la conchiglia esterna di rinforzo del contrafforte tallonare mi ha sempre aiutato molto, guidando naturalmente la rullata del piede in modo piuttosto corretto.

Il foam HOVR cede bene senza spanciare in modo scorretto, ovvero ammortizza il giusto enfatizzando il comfort della rullata in ingresso, ma non permette al piede di cedere troppo verso l’interno.

HOVR, ma come funziona esattamente?

La particolare schiuma HOVR dell’intersuola è presente nella Machina 3 con due densità differenti, per meglio enfatizzare le due caratteristiche principali della calzatura, ovvero l’ammortizzazione e la reattività. In che modo?

La Schiuma HOVR è più morbida in corrispondenza del tallone per dare più ammortizzazione possibile, ha una maggiore densità sulla punta per migliorare la reattività e ottimizzare la spinta.

Nella rullata, la fase finale dell’appoggio in piena spinta del piede  al suolo risulta così più brioso. Sembra un po’ il segreto di pulcinella, ma la verità è che nella Machina sono riusciti a dosare molto bene le due caratteristiche, ovvero non si percepisce lo stacco da un materiale all’altro, ma se ne apprezza la differenza di risposta. Mi auguro di essere stato piuttosto chiaro, perché non sempre è così facile dare voce alle sensazioni dei nostri piedi!!! Ma come dice il detto: “Viviamo in un mondo difficile” hehehe!

160 euro sono ben spesi?

La mia risposta è decisamente SI’ e, nel caso avessi dovuto fisicamente acquistare in negozio questo modello, sarebbero stati soldi ben spesi. 160€ tirati fuori dal portafoglio che ben ripagano e che soddisfano anche l’utente più puntiglioso. Sul mercato si trova anche la versione precedente, la Machina 2, a prezzi scontati. Suggerirei però di fare uno sforzo ulteriore e andare sulla nuova versione che, personalmente, ho preferito, perché più versatile a diversi ritmi o andature.

Il mio test

I numeri della UNDER ARMOUR HOVR Machina 3

TIPO DI SCARPA: Neutra

ALTEZZA TALLONE: 28 mm

ALTEZZA AVAMPIEDE: 20 mm

DROP: 8 mm

PESO: Men’sSize9—300g / Women’s Size 7 — 269 g

DESIGN

Ho testato la Under Armour HOVR Machina 3 nella colorazione Stone / Jet Gray – 101, ovvero un bianco crema davvero molto bello e stiloso. Tomaia e parte anteriore dell’intersuola HOVR hanno la medesima colorazione e questo dà alla linea complessiva una buona fluidità, contrapposta alla zona di meso e retropiede in cui la schiuma HOVR con densità più ridotta risalta molto bene. UA cura molto i particolari, come la scritta MACHIAN sul fianchetto dello steso colore delle due asole centrali di cui parleremo più avanti. Una buona linea complessiva, con un abbondante strizzata d’occhio al mondo delle sneakers, la rendon perfetta come calzatura da tempo libero e non solo per lunghe session di running, il che mi fa pensare ad un pubblico di riferimento allargato, che v a catturare anche i più giovani.

FINITURE

Bastano tre parole: “Scarpa fatta bene”. Sarà che il dna di Under Armour trae origini dal football americano e dalle gran botte che si danno gli atleti, che richiede solidità dei materiali, cura del dettaglio (vedi colore delle asole) corretto assemblaggio dei materiali, ma con UA si è sempre in una botte di ferro. Modelli precedenti come Infinite, Velocity o Sonic hanno sempre dimostrato grande robustezza anche dopo lunghi chilometraggi e mesi di utilizzo. Sarà così anche per le Machina 3?

CHIUSURA & ALLOGGIAMENTO

Chi associa alla parola chiusura, quanto l’allacciatura della scarpa è in grado di stringere e tenere il fermo, si sbaglia di grosso! La chiusura di una calzatura è frutto di una serie di elementi che, correttamente combinati, permettono un altrettanto corretto alloggiamento del piede, da cui ne consegue comfort, facilità di corsa, stabilità complessiva e altro ancora.

Complessivamente la UNDER ARMOUR HOVR Machina 3 chiude bene il piede, grazie alla giusta combinazione tra contenimento del contrafforte tallonare, allacciatura di tipo tradizionale o quasi a 6 occhielli più uno supplementare all’altezza del collo del piede. Il terzo e quarto occhiello sono direttamente integrati alla linguetta, che è fissata per tutta la sua lunghezza alla tomaia. Queste tre caratteristiche assicurano così una buona chusra complessiva del piede e soprattuto assicurano comodità, comfort e buona circolazione sanguigna anche dopo lunghe sessioni di allenamento o quando si indossa nel tempo libero la calzatura per tutta la giornata.

IMPATTO INIZIALE

Quando provo una scarpa nuova, la prima cosa che mi salta all’occhio è l’estetica. Se visivamente non mi piace troppo, allora devo correre ai ripari…svuotarmi gli occhi da “influssi malefici” e testare la calzatura con assoluta trasparenza, come è giusto che sia! Con la Machina non è stato necessario, una scarpa che mi è piaciuta da subito, con cui ho corso volentieri dal primo giorno anzi, dalla prima uscita. Comoda, con quella bella sensazione di gommosità abbondante sotto al piede, ma, come già detto in precedenza, non eccessivamente molle. Una scarpa con carattere! Prima uscita dicevo, buone sensazioni da subito, molto intuitiva, non ha richiesto grandi adattamenti della tecnica, ma al contrario si è dimostrata piuttosto facile dai primi metri. Con la tecnologia HOVR ho un conto aperto da diversi anni, grazie ai numerosi test effettuati su altri modelli del brand. Ne ho sempre apprezzato la buona solidità, affiancata da un buon comfort complessivo.

COMFORT

E proprio di comfort dobbiamo parlare, con al Machina 3 si va sul sicuro ma non aspettatevi una scarpa super molle, ovvero… Non commette il solito errore che una calzatura, per essere confortevole e comoda, deve far affondare il piede più che si può. Il comfort deve essere una buona combinazione tra morbidezza dell’appoggio e benessere del piede. Quindi? Se una scarpa è troppo molle, presto il piede farà male, le ginocchia e le caviglie pure e addio comfort complessivo. Se invece una scarpa combina ad una buona comodità complessiva una buona tenuta del piede, proprio come nel caso della Machina 3, allora potete star certi che 2 ore di corsa passeranno molto serenamente, senza darvi problemi e il giorno dopo la lunga session di allenamento non avreta nessun dolore.

TRASPIRABILITA’

Under Armour, per come concepisce le tomaie di buona parte dei suoi modelli, sempre piuttosto strutturati, non ha tra le sue caratteristiche principali un’incredibile traspirabilità.

La Machina garantisce comunque una traspirabilità più che buona, anche adesso che si va verso le giornate torride di luglio e agosto.

GRIP

Se pensate che il grip sia dato esclusivamente dalla tenuta del compound, ovvero del tipo di gomma, con cui è costruita la suola, ebbene cari lettori vi sbagliate anche qui.

Certamente la tenuta della gomma della suola conta molto, ma se mal posizionata o resa eccessivamente rigida e non deformabile sotto ai vostri piedi, sicuramente “grippa” meno di quanto potrebbe! Nella Machina 3, le profonde scanalature della suola la rendono molto be gestibile e facilitano notevolmente la presa in fase di spinta, con ottime capacità adattive della stessa al terreno.

STABILITA’

La Machina 3 esce nei negozi e sull’on line come scarpa neutra, quindi non adatta a chi è pronatore, ma ricordiamoci che nella corretta rullata e appoggio del piede, ognuno di noi prona!

Quando purtroppo l’arco non riesce a sostenere il nostro peso, allora cede verso l’interno e l’eccesso di pronazione ci costringe all’eventuale uso di plantari correttivi, che sopperisce al nostro difetto. nella prova fatta con la <machina 3 ho comunque, per essere una scarpa neutra, una buona stabilità complessiva che me l’ha fatta preferire a numerose concorrenti permettendomi di correre tranquillamente per 10 chilometri circa e apprezzarne una buona stabilità complessiva.

PROTEZIONE

Il piede, ben alloggiato, trova la giusta protezione, sia dove la schiuma HOVR è meno densa, contrafforte tallonare, che più densa e reattiva come nell’avampiede.

CAPACITA’ DI AMMORTIZZARE

Ottima capacità di ammortizzazione e assolutamente apprezzabili le due densita della schiuma HOVR, morbida sul tallone per più amortizzazione, e più densa sulla punta per assicurare più reattività in uscita di rullata e una miglior spinta.

CONSIGLIATA PER… Ricordatevi del Bluetooth!!!

Come dico sempre, la mia categoria preferita! Se avete 160€ da spendere, pesate 70 kg, siete alti 172 centimetri e avete una frequenza media al chilometro di 165 passi a 5 minuti e 30 secondi al chilometro, questa è la scarpa per voi. Ma perché vi dico tutto questo? Perché grazie all presenza nella calzatura destra di un sensore specifico che si collega via bluetooth con l’applicazione MapMyRun, potete tenere il diario di ogni vostra uscita e avere aggiornamenti in tempo reale, con tanto di coach che vi parla durante l’allenamento dandovi i giusti suggerimenti, su come state correndo, quanti passi state facendo al minuto e soprattutto che cosa fare per migliorare la vostra azione di corsa. Per questa ragione mi sento di consigliare la Machina 3 a chi vuole correre distanze anche lunghe, tranquillamente fino alla maratona, oppure i soliti 5 chilometri fuori casa, con un running coach integrato che migliorerà in modo consistente la qualità di ogni allenamento.

Ma quanto potete pesare per utilizzare la Machina 3?

Per il peso del runner, io la trovo adatta a corridori sino agli 80 chilogrammi con un appoggio neutro. Ritmi: è una scarpa che ritrovo bene sui 5’15-5’3′” al chilometro e che mi fa comunque divertire anche a ritmi più allegri, grazie proprio alla doppia densità del foam HOVR. Per quanto riguarda infine l’abitabilità della tomaia, non è una scarpa particolarmente larga, anzi, l’avampiede avvolge bene, mentre una buona scampanatura dell’intersuola nella zona dell’avampiede la rende molto facile anche per i runner alle prime armi con appoggi non troppo corretti.

 

 

 

 

 

 

 

 

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”