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UTMB, il trionfo di Francois d’Haene e Nuria Picas

di - 05/09/2017

Una settimana intera dedicata all’UTMB, così Chamonix si riconferma capitale mondiale del trail running.

UTMB, Place du Triangle de l'Amitié e il suo Arco di Trionfo
UTMB 2017, Place du Triangle de l’Amitié e il suo Arco di Trionfo

Sono passate da poco le 5 di venerdì mattina. Dalla finestra dell’albergo che mi ospita a Chamonix vedo le prime luci che non promettono niente di buono. Il tempo fa le bizze da qualche giorno, ma si sa che in montagna bisogna accettare anche questo e un po’ di acqua in testa non ha mai fatto male a nessuno. L’ennesimo viaggio stampa mi ha portato fuori Milano e “Cham” mi ha accolto come poche altre cittadine alpine sanno fare. Vibram e l’agenzia Greenmedia di Milano si sono occupati di tutto, ma proprio di tutto. Un po’ come quando si inserisce il pilota automatico su di un aereo, non bisogna pensare a nulla, solo respirare, scattare foto, immagazzinare ricordi e vivere una grande emozione, vivere l’UTMB.

L'abbraccio al traguardo di d'Haène e Kilian, entrambi immensi!
L’abbraccio al traguardo tra d’Haène e Kilian, 1° e 2°, entrambi immensi!

UN PO’ DI NUMERI, E CHE NUMERI!

7 giorni interamente dedicati ad una manifestazione sportiva sono lunghi, lunghissimi, ma ci sono state talmente tante cose da fare, che passano in fretta come le vacanze al mare più belle, quelle solo da ricordare. 5 gare: la prima, la PTL, è già partita lunedì 28 agosto, mentre noi eravamo ancora in redazione a Milano. 290 chilometri complessivi con 26.500 metri di dislivello positivo. Poi è toccato alla TDS mercoledì 30. Anche qui una faticata incredibile lunga 119k, dove la bellezza delle montagne francesi italiane e svizzere non sempre basta…bisogna anche essere super allenati e soprattutto non aver paura di condizioni meteo che nel giro di un’ora possono cambiare drasticamente. Giovedì 31 è la volta della OCC, 56k che ci vedono direttamente protagonisti con Mattia de Guio, componente del nostro test team, alla partenza. Mattia li ha corsi tutti alla grande sotto una pioggia insistente, ma questo è un altro racconto e lasceremo la parola a lui. Poi tocca alla CCC venerdì mattina. Mentre danno il via ai suoi 101 chilometri noi siamo in viaggio da Milano. Arriviamo a Chamonix con la gara in corso, non piove, ma “danno acqua” nel pomeriggio e noi ci prepariamo.

PARTE LA UTMB. 4RUNNING C’E’

Il mio scatto più bello, d'Haène al traguardo ha subito una parola per la figlia piccola e la moglie
Il mio scatto più bello, d’Haène al traguardo ha subito una parola per la figlia piccola e la moglie

Chamonix è presa d’assedio dalla domenica precedente. C’è gente ovunque, le transenne delimitano il percorso di gara e nel centro città troneggia imperante il grande arco gonfiabile dell’arrivo. Per ogni atleta che lo oltrepassa è un trionfo. Spiegarlo così è riduttivo, è IL TRIONFO!

da sx Nuria Picas, regina 2017, sotto da sx Andrea Hauser seconda nel 2017 e nel 2016 e Christelle Bard, splendida terza

Trascorriamo la giornata tra interviste e sala stampa, in attesa della partenza delle 18. All’inizio è curiosità, voglia di esserci, poi è solo tripudio. La “claque” francese comincia a salire già verso le tre del pomeriggio. Sembra di essere dentro ad un gigantesco tamburo. Il pubblico, proveniente da ogni parte del Mondo è un vero pubblico. Ognuno a proprio modo riesce a dare supporto agli atleti. Applausi, grida. Chi è lì a fare il tifo sa che ogni piccolo aiuto può essere importante. Chamonix si rivela una volta di più capitale mondiale di se stessa. Non importa lo sport, la distanza, l’elevazione. Qui ciò che conta è l’anima, lo spirito. La cittadina francese dimostra così la propria ospitalità che oserei definire immensa, assoluta, totale. Per noi giornalisti è tutto perfettamente organizzato e anche un piccolo “qui pro quo” sul tipo di accredito stampa che mi viene assegnato, si risolverà con un sorriso “problem solved”.

da sx, Zach Miller e Tim Tollefson in uno spalla a spalla che ha entusiasmato il pubblico
da sx, Zach Miller e Jim Walmsley in uno spalla a spalla che ha entusiasmato il pubblico

18 HEURES, C’EST LE DEPART!

Piazza Triangle de l’Amitié è gremita. Oltre 2.000 concorrenti ai nastri di partenza. Migliaia di persone lungo il percorso per fare tifo, sostenere beniamini, atleti, compagni di avventura. 171 chilometri sapientemente distribuiti su 10.000 metri di dislivello positivo. Una miscela esplosiva grazie alla presenza dei più forti esponenti mondiali della disciplina ultra trail. Tra il pubblico c’è chi dice che i veri campionati del Mondo siano qui. Non c’è bisogno che sia scritto, è una sorta di tacito accordo tra gli atleti, fatto di rispetto e di riconoscimento quasi primordiale. Chi vince a Chamonix è il più forte di tutti, il resto, le altre gare sparse sul pianeta vengono dopo, comunque importantissime per acquisire i punti necessari per partecipare all’UTMB, ma dopo.

Una fase notturna sotto l'acqua, Kilian Jornet in azione.
Una fase notturna sotto l’acqua, Kilian Jornet mostra il pettorale sotto la giacca che lo ripara dalla pioggia.

I PROTAGONISTI

La prima notte è durissima, vento forte misto a neve attende gli atleti sul colle. In questi casi la natura detta legge e l’uomo deve adeguarsi.

I punti ITRA assegnati durante la stagione parlano chiaro. Gli americani Jim Walmsley, Sage Canaday, Hayden Hawks, Dylan Bowman, Jason Schlarb e Tim Tollefson sono tutti presenti. A far loro compagnia Kilian Jornet, Tim Tollefson e poi i francesi che qui giocano in casa. Francois d’Haene, già vincitore sullo stesso percorso in due edizioni precedenti, Xavier Thevenard. E poi il nostro Gediminias Grinius, dico nostro perché pur essendo Lituano, è atleta Vibram international e senza togliere nulla a tutti gli altri, noi faremo il tifo per lui. I TOP 15 sono tutti potenziali vincitori, senza escludere nessuno.

Kilian Jornet in una fase di gara piuttosto tranquilla, mentre cerca di recuperare il suo distacco da d'Haène.
Kilian Jornet concentratissimo, mentre cerca di recuperare il suo distacco da d’Haène e recuperare i minuti persi durante la notte.

KILIAN JORNET E IL GIOCO DEL POKER

Kilian Jornet è considerato a Chamonix come uno di loro, qui lo chiamano Kikì. Io non lo sapevo, ma dopo che migliaia di persone hanno gridato all’unisono questo nomignolo al suo arrivo sulla starting line non posso far altro che prenderne atto. Il piccolo spagnolo è come se fosse nato e cresciuto sulle Alpi francesi, ci passa buona parte dell’anno ed è praticamente madrelingua. I francesi lo adorano, facendo quasi passare in secondo piano il tifo per gli altri atleti. Francois d’Haene, il gigante buono. 192 “centimètres” francesi perfettamente distribuiti su di un fisico da granatiere affusolato, passa quasi in secondo piano e in fin dei conti lui qui ha già vinto due volte nelle passate edizioni. Kilian ha però fatto di più, ne ha già vinte tre di edizioni e il pubblico cannibale di Chamonix si aspetta di vederlo trionfare in Place du Traingle de l’Amitié per la quarta volta. Il pubblico vuole il poker, ma non farà bene i conti con la storia…

Con grande emozione viviamo la prima notte di gara seguendo gli atleti. Tifo calcistico ovunque mentre le lucine delle forntali scompaiono e riappaiono tra valichi e boschi. La pioggia incessante non molla il suo ritmo quasi come un tamburo primordiale che segna passo e. cadenza
Con grande emozione viviamo la prima notte di gara seguendo gli atleti. Tifo calcistico ovunque mentre le lucine delle frontali scompaiono e riappaiono tra valichi e boschi. La pioggia incessante non cessa il suo ritmo, quasi come un tamburo primordiale che segna passo e cadenza

PRONTI, VIA. ANDIAMO DIETRO AGLI ATLETI

Alle 18 in punto si parte. Io sono lungo il percorso attaccato alle transenne come se fossi nelle prime file di un concerto importante. Sulla linea di partenza sono tutti concentratissimi. Beh, proprio tutti direi di no. C’è un atleta magro magro, piccolo piccolo, che continua invece a sorridere e fare riprese con il telefonino. Anzi, una vera e propria diretta facebook che durerà per tutti i primi otto chilometri,  Kilian Jornet. Per lui sembra che la tensione non esista, è tutto facile…

Un passaggio spettacolare di Nuria Picas tra le nebbie dei colli alpini photo : Franck Oddoux
Un passaggio spettacolare di Nuria Picas tra le nebbie dei colli alpini photo : Franck Oddoux

RITMO FUORIGIRI DA SUBITO

Partono fortissimo, certo non è un 10.000 su pista, ma vanno ugualmente molto veloce. Jim Walmsley conduce in testa e se li lascia dietro tutti. Jim è un po’ suicida, ma questo è il suo modo di correre, non è atleta troppo tattico e se ne ha vuole farlo vedere a tutti, soprattutto a Chamonix. Ai primi ristori passa sempre primo, poi anche i più forti devono fare i conti con la distanza, ma soprattutto con la meteo che durante la notte si rivela veramente dura. Kilian quest’anno è salito due volte sull’Everest, la montagna più alta del Mondo e sa che cosa sia il freddo, quello vero. D’Haène, non ha fatto l’Everest, ma non teme di certo il freddo, è francese doc e fa sci alpinismo d’inverno. E così la montagna, una volta di più riesce a fare selezione naturale. D’Haene e Jornet si ritrovano in testa dopo che una vescica sanguinante costringe Walmsley a ridurre fortemente il ritmo di gara. Ma dietro non si dorme di certo e il ritmo furioso all’inizio di gara vede d’Haène in testa su Jornet che segue a poco più di un minuto. L’importante è tenerlo dietro, perché Kilian è pericolosissimo in qualsiasi momento e anche un solo secondo di vantaggio può essere fondamentale. Nella parte di gara italiana anche Jornet patisce un po’ e il divario su d’Haène aumenta, aumenta e aumenta ancora. Alla fine d’Haène riesce a mettere in cascina ben 18 minuti di vantaggio complessivo che il piccolo spagnolo, il nostro Kikì, riesce a ridurre sino a poco più di 15 sulla linea del traguardo. Ma la parte più bella, quella fatta di sorpassi e sportellate come in MotoGP ce la regala l’americano Tim Tollefson, già terzo l’anno scorso, che non vuole farsi scappare il podio e sorpassa il francese Thevenard sofferente per l’incredibile ritmo sostenuto. Alla fine la legge della natura è implacabile, tattica o no, Francois d’Haène è re a Chamonix, Jornet generosissimo secondo, Tollefson riagguanta il podio per il secondo anno e Thevenard finisce quarto. Poi tutti gli altri, ricordando che i primi 15 avrebbero comunque potuto vincere la gara. Il nostro Gediminias Grinius finisce in modo splendido i suoi 171k chiudendo all’ottavo posto. Certo non è stato come l’anno passato in cui si era classificato secondo all’UTMB, ma è felicissimo comunque.

NURIA PICAS E’ NUOVAMENTE REGINA DI CHAM

La gara al femminile è stata invece una riconferma che tra le donne, nel giro di pochi anni, il livello di preparazione si è avvicinato di molto a quello degli uomini. Nelle gare di ultra trail non conta solamente la forza muscolare. Sono fondamentali resistenza mentale e fisica, oltre ad una sapiente tattica per gestire le proprie risorse. Le donne in questo sono assolute regine e riescono a dare agli appuntamenti importanti quella giusta dose di agonismo crudele che infiamma noi del pubblico. Place tu Triangle de l’Amitié consacra regina dell’UTMB 2017 la spagnola Nuria Picas che percorre gli ultimi 10k camminando piano dopo aver accumulato quasi un’ora di vantaggio sulla svizzera Andrea Huser, già seconda l’anno scorso. Nelle fasi finali, dopo il ristoro di Tryant in Svizzera, Andrea Huser ne ha decisamente di più ed è pronta ad attaccare. Più la spagnola Picas rallenta e più la svizzera aumenta il ritmo. Sembra di assistere alla morte inserosabile della preda stritolata dalle spire di un’anaconda. Una morte per asfissia che sembra arrivare lentamente nelle ultime fasi, ma quando il pubblico degli ultimi chilometri comincia ad esultare, è il nome di Nuria che impera. Nell’ultimo chilometro la felicità della spagnola è tale che si ferma più volte per ringraziare il suo pubblico, regalando sorrisi e rallentando ulteiormente il ritmo. Da dietro la Hauser aumenta ancora e poco dopo il traguardo i sostenitori della Picas si disperano quasi per la lentezza con la quale la loro beniamina sta raggiungendo la linea di arrivo. La Huaser potrebbe ancora farcela, ma a questo punto sarebbe la beffa. Così non è, NUria è regina assoluta e meritatissima, la Hauser si riconferma seconda come nell’edizione 2016 e la francese Christella Bard terza per difendere con orgoglio il tricolore di Parigi, mentre quarta la giapponese Kaori Niwa a confema che come sempre, dove si deve soffire, il Giappone c’è.

GRAZIE CHAM!

Una quindicesima edizione velocissima, furiosa, quasi pazza. La suspense, i colpi di scena e le variazioni nelle posizioni di testa hanno dettato legge e regalato uno spettacolo incredibile. Noi dal pubblico ringraziamo, consci del fatto che, pur avendo meno valore,  a questa UTMB c’eravamo anche noi.

 

Se vuoi vedere le classifiche finali dell’UTMB: bmontblanc.com/it/live/utmb

Si ringraziano per le fotografie l’organizzazione dell’UTMB 2017 e l’ufficio stampa UTMB. Ogni riproduzione per un fine diverso da quello di promozione dell’UTMB è perseguito ai sensi di legge in tutti i paesi.

 

 

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”