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Valle d’Aosta: scialpinismo solo con la Guida Alpina

di - 15/12/2020

scialpinismo guida

L’11 dicembre la Vallle d’Aosta ha emesso un’ordinanza che permette di praticare scialpinsimo solo se accompagnati dalla Guida Alpina.

L’11 dicembre è stata emessa un’ordinanza dalla Regione Valle d’Aosta (valida fino al 20 dicembre) in cui vengono emessi alcune limitazioni per le attività su neve, in particolare riguardo lo scialpinismo.

Nello specifico, l’ordinanza permette di muoversi su neve solo tramite l’utilizzo di ciaspole mentre consente la pratica dello scialpinismo solo se accompagnati da Guida Alpina o Maestro di Sci.

L’ordinanza, emessa con lo scopo di evitare un sovraffollamento dello strutture sanitarie in una regione che è ancora zona arancione, ha trovato scarso successo ed ha indignato sia i singoli, che alcune istituzioni.

Potete leggere l’intera ordinanza a questo link.

La posizione delle Guide Alpine

Le stesse Guide Alpine, che in teoria beneficerebbero economicamente delle limitazioni, si sono dimostrate contrarie. Le Guide Alpine Courmayer hanno offerto uscite gratuite di scialpinismo per gli abitanti della Valdigne (la loro comunicazione a questo link), mentre il Colleggio delle Guide Alpine Lombardia ha emesso un comunicato stampa in cui si dissocia dalla decisione di Regione VDA.

Ecco le loro parole:

Il Collegio Guide alpine Lombardia si fa portavoce della posizione di molti suoi iscritti in merito a limitazioni alla frequentazione della montagna che riguardino gli amatori non accompagnati da professionisti. Il caso scatenante è probabilmente noto a molti, quello sollevato dall’ordinanza valdostana dell’11/12/2020, che stabilisce che è possibile praticare lo sci alpinismo anche nei comuni vicini a quello di residenza ma solo con l’accompagnamento di Guida alpina, in questa fase in cui la Valle d’Aosta è arancione.

L’ordinanza non ci tocca direttamente come Collegio lombardo, in quanto la nostra regione non ha mai emanato provvedimenti di questo tipo, e anzi le Guide alpine lombarde non hanno avuto libertà maggiori delle altre persone in questi mesi di lockdown totali o parziali. 

Tuttavia nell’ordinanza valdostana è contenuto un principio che non ci appartiene, molti nostri iscritti ci hanno chiesto di intervenire poiché non hanno condiviso il provvedimento, giudicato invece grave quanto inopportuno, con conseguenze ideologiche che travalicano i limiti regionali. 

Vogliamo allora sottolineare che:

  • La montagna è un luogo libero, in cui nessuno ha più diritto di un altro di stare.
  • Partecipare a uscite o corsi tenuti dai professionisti della montagna deve rimanere una scelta e non un obbligo.
  • Le Guide alpine, tra gli altri compiti, hanno quello di formare le persone che accompagnano per essere consapevoli e riconoscere i pericoli, e, anche se grazie alle competenze che abbiamo riusciamo ad avvicinarci molto, il rischio zero non esiste, per il semplice e splendido fatto che tutte le nostre attività sono svolte in un ambiente naturale non controllato e gestito.

Direttivo Collegio Guide alpine Lombardia

La posizione del CAI

Interessante è, inoltre, la posizione presa da Club Alpino Italiano.

«A nostro avviso – osserva il Presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Torti – pur rispettandosi le intuibili motivazioni sottese a provvedimenti a tutela della salute pubblica, non si riesce assolutamente a cogliere qualsiasi ragionevolezza nel criterio discriminatorio adottato, peraltro di dubbia utilità per gli stessi professionisti che, notoriamente, non è nell’ambito territoriale che attingono la loro clientela».

«Del resto – prosegue Torti – lungi dal sentirsi favorite da questa scelta, non poche Guide alpine e non solo valdostane hanno espresso disagio e disappunto per questo provvedimento che desta un diffuso allarme per quanto potrebbe comportare in tema di libertà di accesso alla montagna».

L’intero articolo è pubblicato sul sito Lo Scarpone.

Insomma, sembra che il Governatore della Valle d’Aosta non abbia considerato alcune tematiche prima di emettere l’ordinanza.

Speriamo che questa scelta presa probabilmente per paura di intasare gli ospedali non diventi un pericolo precedente per la limitazione della libertà di accesso alla montagna.